Dicevi
ieri che stavo accanto a te col viso snaturato. Difficile dire cosa sia vero e
cosa frutto di un tuo sogno, ma effettivamente la mia natura sta mutando,
cambiando profondamente. Non tanto il mio corpo fisico, da tempo ormai
diventato altro, ma la mia presenza sino ad ora costante, immateriale tuttavia
dialogante, aspetto familiare che ti rassicura.
Non
so dirti se ero io o se sono già altrove, e se o quando andrò altrove. Molto dipende
da te, da quello che vorrai tu. Oggi hai voluto ripercorrere luoghi che
conoscevamo. Anche se raramente ci siamo passati assieme. Avevi ben chiara la
meta, tipico luogo da escursionisti domenicali non troppo difficile da
raggiungere. Ed infatti abbiamo incontrato molte famiglie anche col passeggino,
e poi persone non attrezzate per lunghi tratti e con abbigliamento leggero. Era
una bella giornata, insomma, e non sembrava quasi di stare in montagna, sopra i
1300 metri.
Ti
sei girato un numero incredibile di volte all’indietro, per vedere se ti
seguivo. Non sei riuscito neppure a scorgermi seminascosta a far pipì ai lati
del sentiero, come era mia abitudine quando non passava gente. Non mi hai
vista, malgrado tu sentissi la mia presenza accanto.
Che
dirti poi del piccolo tavolino che hai scelto con cura, arrivando
tanto presto il mattino, e poi del menù. Sarebbe stato tutto di mio gradimento:
dagli ottimi paccheri al coniglio con polenta e funghi, senza scordare il
marzemino, un solo bicchiere.
Non
posso dire che hai voluto fare un giro da solo, ma non ho altre parole per
descrivere quello che è successo. Hai visto in particolare le coppie, di varie
età. Le hai chiaramente invidiate. In qualche caso hai spiato quelle che si
tenevano per mano. In un caso hai notato lei che camminava con le spalle
scoperte, per prendere il sole, mentre lui le stava a un paio di metri. In quel
caso ho percepito chiaro il tuo invito muto che lui le si avvicinasse e la toccasse:
le spalle, la mano, le braccia, il culo, qualsiasi cosa ma che la toccasse,
anche solo per un attimo.
Io
sto mutando natura, Silvano, lo faccio da settimane, dentro di te. Il tempo
lavora per me, anche se tu tenti di opporti. Alcune emozioni ancora sono
immediate, irrefrenabili, ma si stanno dilatando nel tempo. Vorrei poterti dire
di non aver paura ma non so di cosa ci sia da aver paura veramente. Oggi era
una bella giornata, c’era il sole, la confusione l’hai sapientemente evitata,
ti sei pure concesso il lusso di leggere qualche pagina di un libro o di
tentare di giocare al riporto con un cane. Avevi tutto quello che serve, ti
mancavano solo i bastoncini che hai scordato in cantina, ma poi non so se ti
sarebbero serviti veramente. Tu esci più spesso, appena riesci a farlo, e ricordami, se
puoi, un po’ di meno. So che è inutile dirtelo. Ora non mi capisci. Vieni sempre
dove non sono. Dall’alto della montagna mi hai cercata, in basso, col binocolo.
Forse ti serve più tempo. Forse devi cambiare un po’ anche tu, come cambio io. Ciao,
per sempre Viz.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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