Metafora perfetta. Il calzino bucato.
Ci
sta dentro ogni cosa, assolutamente ogni cosa.
Io
che odio vedermi scivolare via tempo, luoghi e persone che hanno reso vivi quei
luoghi.
Tu
che, appena ne vedevi uno, me lo sottraevi e lo nascondevi, dove solo sapevi
tu, con l’intenzione, vera, non mentita, di rammendarmelo, appena avresti avuto
tempo. Tempo che non hai mai avuto.
Sempre
tu che in varie occasioni approfittavi per regalarmeli, i calzini, e spesso con
ottime camicie.
Stamattina
stavo cercando i calzini da mettere e ne ho trovato un paio che sino a ieri
andavano, ma uno dei due è bucato e liso irreparabilmente sul tallone. Ho deciso,
per oggi, di metterlo lo stesso. Se poi sverrò per strada e mi scopriranno con
i calzini bucati dovrò sperare che quello sia il mio solo errore, la mia unica magagna da nascondere.
Ma,
e questo mi ha fatto svegliare, tu prima eri qui accanto a me, col viso
snaturato. Eri tu, e mi guardavi, senza dir nulla. Non soffrivi, non sorridevi,
sembravi forse stupita, neppure incuriosita, capitata solo per caso, dopo mesi
che desideravo rivederti. Sei tornata per brevi secondi. Ti ho riconosciuta,
malgrado alcuni cambiamenti. Non portavi segni di malattia, solo mi sembravi
più distante, lontana, altrove, anche se per qualche ragione stavi qui.
Quando
capirò che ora i calzini e le camicie me li devo comprare io, o che non sarai
più tu a controllare come si veste nostro figlio uscendo di casa? Ancora non l’ho
capito. Forse capirò. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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