Ragioniamo
per assurdo. Sei giovane, o magari no. Non hai problemi di salute, oppure ne
hai alcuni, o anche molti. Sei su un social. Hai un blog. Hai un sito. Sei su
alcune piattaforme che neppure conosco (quelle con le quali ho a che fare mi
bastano ed avanzano) e spargi frammenti della tua vita, perché tutti o quasi lo
fanno: pensieri, fotografie, frasi intelligenti o decisamente stupide, metti
ogni dato personale essenziale per essere riconoscibile (ti serve, per la tua
attività, chi lo sa), aggiungi immagini di minori, ti lanci in discussioni
discutibili. Poi, ad un certo punto, non te lo aspettavi, muori.
Cosa
resterà del tuo passaggio sul web? Pensi di poter sostenere, ora, senza alcun
dubbio, che tutto quanto hai fatto meriterà un minimo di rispetto? Sei nella
certezza di non aver avuto atteggiamenti stronzi, di non aver scritto frasi
giusto per il gusto di attirare l’attenzione, di fare impressione, di essere
primadonna (femmina o maschio non conta)?
È
una sorta di memento mori, un momento
nel quale ti invito a riflettere, a ripensare che non saranno solo i tuoi cari
a vedere i tuoi cassetti, a guardare nelle tue carte, a curiosare in quello che
eri, perché questo capita e capiterà. È umano. Saranno le decine, centinaia o
migliaia di persone reali che tu pensavi fossero solo virtuali a poterlo fare. Pochi
lo faranno, è chiaro, se non sei stato David Bowie, o Teresa Sarti Strada, ma
alcuni sì. E anche se sei stato un oscuro impiegato del catasto o una
disoccupata o un qualsiasi pensionato o una studentessa di belle speranze,
quello che hai seminato in rete sarà visibile.
E
dopo? Dopo che ne so. Non chiederlo a me. Tu vivi la vita che vuoi, lascia le
tracce che ti pare, queste nessuno le può controllare completamente salvo
impiegando mezzi che un normale utente del web non ha a disposizione. Un filmato
può rimanere con un nome modificato. Un’immagine può essere rubata senza alcun
problema. Un link ad una frase imbarazzante che hai scritto chiunque lo può
recuperare. Se un tuo blog ha solo rubato cose altrui congratulazioni, prima o
poi si scoprirà, e non ci farai una bella figura. Lo hai fatto per la gloria ed
avere visibilità? Bene, sei una volpe. Lo hai fatto per soldi, cioè
per la pubblicità legata a quanti ti hanno letto? Ancora meglio. Spiegami, da
morto, che te me fai dei soldi. Hai fatto la ridicola e bizzosa primadonna? Vabbè.
Sappi che ti abbiamo sopportato, mai approvato. Ti fa male saperlo? Meglio ora
che quando sarà troppo tardi, no?
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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