Tu fissa un istante, ma cerca di capire cosa
intendo però, perché io un istante non l’ho mai visto e tantomeno fissato, come
oggetto. Fissa nella mente una tua immagine, ecco, così mi sembra più chiaro. Sceglila
bene quell’immagine, che ti rappresenti e sia il più possibile oggettiva, non
troppo edulcorata dai tuoi narcisismi o dall’eccessiva benevolenza che sempre manifesti
nei tuoi confronti. Quell’immagine ti rimandi ad un momento felice, rilassato, sereno.
In altre parole può essere una fotografia, o
solo un ricordo, o anche il frutto dell’operazione di distacco che a volte ti
capita di realizzare per vederti da fuori, cioè come appari agli altri. Se ti
guardi allo specchio forse non basta per capire esattamente cosa voglio dire,
ma è in ogni caso un buon inizio.
Bene. Se lo hai fatto ora cerca di capire che l’immagine
non sei tu. Se hai eseguito in modo onesto le indicazioni quella foto fissata nella
mente rappresenta il tuo passato, ti ritrae in un tempo ormai finito, ora non
sei più così. L’illusione di fermare il tempo deve esserti chiaro che è
esattamente così, ed io non l’ho ancora capito. O meglio. L’ho capito, ma fingo
di non saperlo.
Potrei elencare mie immagini fissate talmente numerose
che mi verrebbero persino a noia, e sarebbe oltretutto un esercizio sterile. Trasponendo
l’idea ad altri campi mi verrebbe da pensare al pazzo che intende realizzare l’intera
pianta in scala 1:1 della superficie terrestre, oppure a chi trascorre tutto il
suo tempo per descrivere esattamente ciò che gli capita e cosa fa, in modo
minuzioso, perdendosi alla fine in un vortice di ripetizioni di “ora sto
scrivendo che…”, senza nemmeno riuscire a mangiare, a dormire, ad amare, a
vedere oltre le sue mani, cioè a vivere.
Torniamo però a quella tua immagine, che ora
hai ben chiara, spero, chiara ed unica. Tu hai bisogno di vederti così. Quell’immagine
l’avresti costruita anche senza alcuna mia indicazione, è quella che ti serve
per stare tra gli altri, per parlare, per interagire, per lavorare, per avere
rapporti sui social, per saperti in vita. Quell’immagine non è una sola? È probabile.
È un potenziale problema, ma dovrebbe essere molto diffuso, anche se non soffri
di sdoppiamento della personalità. Se rimane entro limiti precisi non è neppure
un vero problema, ma non scordare che devi mantenere sotto controllo questo
aspetto, e non esagerare mai.
Ed ora cerca di arrivare alla libertà, alla
possibilità di fare accettare la tua immagine esattamente come ti fa star
meglio. Ed accetta anche che non a tutti piacerà. Del resto tu fai esattamente
così con tutti gli altri, mica è un triste destino che tocca solo te, questo lo
capisci, no? Da adesso in avanti ti lascio; io penso alla mia e tu pensi alla
tua. E scegliamo liberamente, cerchiamo un po’ di consolazione, senza volerne
troppa, e andiamo avanti, perché fissarsi in un istante preciso è solo un puro
esercizio mentale. Io, se ti può interessare, non mi vedrei male sdraiato in
spiaggia vicino al mare, a contatto con i tre elementi fondamentali di quel
luogo. La sabbia, sotto di me. Il mare azzurro che si muove, tranquillo, davanti
ai miei occhi. E sopra il cielo sereno solcato solo da piccole e lente nuvole
che danno il senso dell’infinito e del piacere di viverlo, quel momento. È un’immagine
rubata ad un tempo ormai trascorso? Verissimo. Ma perché non dovrei poterci
ritornare? Su una spiaggia così intendo, non certo a quel tempo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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