mercoledì 24 febbraio 2016

La tua immagine



 
Tu fissa un istante, ma cerca di capire cosa intendo però, perché io un istante non l’ho mai visto e tantomeno fissato, come oggetto. Fissa nella mente una tua immagine, ecco, così mi sembra più chiaro. Sceglila bene quell’immagine, che ti rappresenti e sia il più possibile oggettiva, non troppo edulcorata dai tuoi narcisismi o dall’eccessiva benevolenza che sempre manifesti nei tuoi confronti. Quell’immagine ti rimandi ad un momento felice, rilassato, sereno.
In altre parole può essere una fotografia, o solo un ricordo, o anche il frutto dell’operazione di distacco che a volte ti capita di realizzare per vederti da fuori, cioè come appari agli altri. Se ti guardi allo specchio forse non basta per capire esattamente cosa voglio dire, ma è in ogni caso un buon inizio.

Bene. Se lo hai fatto ora cerca di capire che l’immagine non sei tu. Se hai eseguito in modo onesto le indicazioni quella foto fissata nella mente rappresenta il tuo passato, ti ritrae in un tempo ormai finito, ora non sei più così. L’illusione di fermare il tempo deve esserti chiaro che è esattamente così, ed io non l’ho ancora capito. O meglio. L’ho capito, ma fingo di non saperlo.

Potrei elencare mie immagini fissate talmente numerose che mi verrebbero persino a noia, e sarebbe oltretutto un esercizio sterile. Trasponendo l’idea ad altri campi mi verrebbe da pensare al pazzo che intende realizzare l’intera pianta in scala 1:1 della superficie terrestre, oppure a chi trascorre tutto il suo tempo per descrivere esattamente ciò che gli capita e cosa fa, in modo minuzioso, perdendosi alla fine in un vortice di ripetizioni di “ora sto scrivendo che…”, senza nemmeno riuscire a mangiare, a dormire, ad amare, a vedere oltre le sue mani, cioè a vivere.

Torniamo però a quella tua immagine, che ora hai ben chiara, spero, chiara ed unica. Tu hai bisogno di vederti così. Quell’immagine l’avresti costruita anche senza alcuna mia indicazione, è quella che ti serve per stare tra gli altri, per parlare, per interagire, per lavorare, per avere rapporti sui social, per saperti in vita. Quell’immagine non è una sola? È probabile. È un potenziale problema, ma dovrebbe essere molto diffuso, anche se non soffri di sdoppiamento della personalità. Se rimane entro limiti precisi non è neppure un vero problema, ma non scordare che devi mantenere sotto controllo questo aspetto, e non esagerare mai.

Ed ora cerca di arrivare alla libertà, alla possibilità di fare accettare la tua immagine esattamente come ti fa star meglio. Ed accetta anche che non a tutti piacerà. Del resto tu fai esattamente così con tutti gli altri, mica è un triste destino che tocca solo te, questo lo capisci, no? Da adesso in avanti ti lascio; io penso alla mia e tu pensi alla tua. E scegliamo liberamente, cerchiamo un po’ di consolazione, senza volerne troppa, e andiamo avanti, perché fissarsi in un istante preciso è solo un puro esercizio mentale. Io, se ti può interessare, non mi vedrei male sdraiato in spiaggia vicino al mare, a contatto con i tre elementi fondamentali di quel luogo. La sabbia, sotto di me. Il mare azzurro che si muove, tranquillo, davanti ai miei occhi. E sopra il cielo sereno solcato solo da piccole e lente nuvole che danno il senso dell’infinito e del piacere di viverlo, quel momento. È un’immagine rubata ad un tempo ormai trascorso? Verissimo. Ma perché non dovrei poterci ritornare? Su una spiaggia così intendo, non certo a quel tempo.


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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