Il
mutamento è naturale, l’immobilità assoluta non appartiene neppure al mondo
inanimato. Tale premessa sembra quasi sottintendere che il mutamento sia vita,
ma è falso.
Se
la vita comprende anche la morte, con il suo opposto, la nascita, va bene. Se tuttavia
si contrappone vita a morte, se dove una esiste l’altra manca, allora no.
Ed
ecco allora che ho paura del mutamento. Temo il tempo che trascorre, non riesco
ad accettare le perdite che ho subito e quelle che dovrò subire, che non voglio
essere costretto a subire. Non festeggio neppure con piacere i miei compleanni;
mi ricordano che ho vissuto un altro anno ed ho perso ancora qualcuno. Penso pure
alla mia fine, lo ammetto, ma temo ancor di più, molto di più, la fine di chi
mi sta attorno. Vivere a lungo per toccare con mano una solitudine imposta, non
scelta, non è un regalo.
Ma
poi non mi va di abbandonarmi del tutto al nero di quelle ali e vedo che
ovunque, anche dove non sembrerebbe possibile, si può trovare un motivo, una
ragione anche solo per sorridere. E così, mescolando amore e morte, vita e
tragedia, allegria e cattivi pensieri, mi sembra di cadere in un feuilleton, nella parodia di quello che
pensavo di voler dire, e mi va pure bene. Ora mi va bene.
Se tu che ora mi leggi, e mi hai letto sin qui, dai
troppo peso alla stupidaggine di alcuni, applichi con rigidità regole che
nessuno ti ha imposto, se ti prendi e prendi troppo sul serio, non leggermi
più. Io comincio a dubitare di molte delle mie stesse regole, mi lascio andare al
momento, a volte mi rifugio in semplici automatismi, ma so che lo sono, che non
sono una divinità intoccabile.
I sentimenti non hanno bisogno della burocrazia, e la medicina ha
bisogno dei sentimenti.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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