Quando si tornava a casa dei miei, nel periodo natalizio, nelle
stanze c’era odore di cucina, c’erano attese e promesse. Sembrava che in quei
pochi giorni fosse necessario preparare tutti i piatti della tradizione di
Ferrara e di famiglia, e io brontolavo, dicevo che era troppo. In quelle
giornate ero anche nervoso, lo ammetto. Quanto cucinato era troppo
ma pure troppo poco, perché di quei piatti ora non è rimasto che il ricordo.
Inutile farla lunga però, quello che è stato non ritorna. Malgrado questo tento di recuperare un po' di quei profumi, mi limito ma in questi giorni
cucino più del solito, e le stanze si riempiono dell’odore del brodo vero, non
di quello preparato col dado. Questo, lo so, mi farà aprire le finestre per
arieggiare altrimenti si impregneranno anche gli abiti e poi, uscendo, non si
farà una bella impressione con chi ci si avvicinerà. È necessario, è giusto, lo
faccio perché mi fa piacere, e intanto telefono a persone lontane. Con alcune
di queste non posso più farlo anche se rammento ancora il loro numero
telefonico, e sai come mai non posso più telefonare a loro. Giorni di
nostalgia, anche, e di riconoscenza che non deve finire. Quella è necessaria, e
avrei dovuto essere più esplicito quando era il momento giusto. Vabbè, è così.
In brodo cosa posso preparare? Tortellini, passatelli, pastina o riso? Magari
tutti, in giorni diversi. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.