Sotto il pero sarò sincero, ci andrò quando sarò sicuro che potrò dire ogni cosa senza ferire nessuno, senza procurare dolore, quando verrà il tempo giusto.
Sotto la vite dovrò stare basso, quasi in ginocchio. Magari mi si potrà scambiare per qualcuno che prega, o forse per chi ha perduto qualcosa, o qualcuno, chi può dirlo? Ma quando mai chi ha perduto qualcuno lo cerca sotto una vite?
Sotto il fico resterò semplicemente all’ombra. Se ci arriverò facilmente prenderò qualche frutto, oppure mi accontenterò di guardarlo dal basso. Da bambino salii molte volte su un fico, a Porotto, ed ogni volta mi urticai con le sue foglie.
Sotto i piccoli aranci non ci potrò stare, troppo bassi. Se ricordi, in Grecia, la nostra tenda in quel campeggio spuntava sopra quegli alberelli. Che nostalgia, e poi quel cagnetto che ci rubava le ciabatte? Cose passate.
Ed ora sotto quale albero potremmo andare? Un’idea sarebbe il tasso del tasso del Tasso. Ecco l’albero del tasso, quello mi piacerebbe, stando attento alle sue bacche non propriamente salutari, in particolare il loro seme. Con grande attenzione quindi, sempre, e con amore. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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