Ho ricevuto l’invito indiretto ad ascoltare una canzone. L’autore e cantante l’ho amato a lungo ma, lo ammetto, quella canzone non la conoscevo e se l’avevo già ascoltata non la ricordavo più. Non mi ha trasmesso molte emozioni però malgrado il testo mi richiamasse immagini già conosciute attraverso altre sue canzoni. In sintesi una bella canzone alla quale non ho la possibilità di associare nulla, non un viaggio in Liguria di moltissimi anni fa né una serata con te o con altre persone. Una canzone sprecata, isolata, dimenticata dalle mie esperienze perché nessun amico l’ha legata a qualcosa che ci ha unito brevemente o lungamente.
È semplice. Nulla, nessun oggetto che insisto a trattenere accanto a me, assurdamente per alcuni, avrebbe valore se non mi ricordasse te, nostro figlio, i nostri genitori, i nostri amici comuni o qualcuno in qualche momento della mia vita. Una foto, un quadro, un soprammobile, una semplice presina da cucina servono solo a riportarmi le persone, a costringerle a restare e a non dar loro la possibilità di andarsene senza la mia approvazione. E infatti è con un sottile e perfido piacere personale che a volte ho buttato e continuo a buttare oggetti che mi riportano chi non m’interessa più. Sono io il sommo giudice che decreta l’oblio o la perpetua memoria associata alla riconoscenza. Io e nessun altro, ed è quello il motivo che mi rende prezioso uno strofinaccio e odioso un grande vassoio. A proposito, quello devo decisamente riciclarlo, proverò a disfarmene. Ciao Viz, tra poco è Natale e con calma mi sto preparando.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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