Una cosa penso sia evidente, che uso il blog invece di andare da uno bravo, e gli effetti di questo immagino siano visibili anche ad un lettore distratto. Tuttavia continuo, e mi lascio andare a pensieri che potrebbero apparire come parziali confessioni, o anche solo ammissioni, o ricordi. Ad esempio le parole che non ho mai detto: a volte ho fatto bene a non dirle, è stato meglio, altre volte invece le davo purtroppo come sottintese, ed ho fatto male a non pronunciarle. Alcuni non li cercavo ma poi, se non c’erano, dovevo andare da loro, e mi riferisco in particolare ai miei. Come si fa a parlar male della famiglia, come talvolta mi capitava, e poi a sentirne la mancanza? E come potevamo noi due pensare di trascorrere assieme le feste di Natale se le nostre famiglie vivevano lontane tra loro e non avevamo una casa, come avevano alcuni nostri amici, con stanze in grado di ospitare tutti? Ricordi come stabilivamo i turni di permanenza a Ferrara e a Carpi, come misuravamo il peso dei singoli giorni e come a volte, per stare con i nostri, eravamo noi due che rinunciavamo a stare assieme? Ogni periodo di festività che arriva non posso fare a meno di pensare a quei tempi ormai lontani. E che mi mancano. Ma se mi facevano stare male come posso dire che ora mi mancano? È semplice, so che spesso mi contraddico. Ciao, Viz, sorridi, tra poco è Natale.
Silvano C.©
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