Non so addomesticare né allevare né coltivare. Principiante assoluto sono, imbevuto di certezze solo esteriori perché difetto di continuità. A volte ho recitato parti, mi ci sono immedesimato per anni, ho persino creduto che io fossi lo stesso mio mestiere. E l’ho fatto professionalmente, convincendo tutti. Dopo anni però posso finalmente ammettere la verità, almeno privatamente o con pochi altri. Sono incapace di vendere alcunché quindi, con molte attività possibili precluse, mi sono ritrovato casualmente a diventare qualcuno che sino a poco prima neppure lontanamente immaginavo. Se avessi potuto scegliere e ne avessi avuto le capacità sarei stato un modellista navale da esposizione, un critico o addirittura un regista cinematografico, un falegname artigianale disponibile solo per proprio piacere o per pochi amici, un organizzatore di eventi e incontri o uno scrittore affermato. Ma non ho avuto queste opportunità, non le ho avute con regolare retribuzione e principalmente per mio difetto. Ora nulla di male, ammiravo l’entusiasmo di un amico che credeva nei prodotti ospedalieri che vendeva e che grazie a questo sapeva arrivare ad un fatturato tra i migliori nella sua grande ditta farmaceutica, ma non potevo essere lui. Piuttosto, adesso, mi tornano alla mente singole parole un po' perse nel tempo che pronunciava di tanto in tanto tuo padre. Lui non si era mai montato la testa e non aveva mai voluto andare oltre. Lui era nato in Sardegna, veniva da Santa Vittoria, siete stati voi due a farmi amare la terra sarda. E comunque quello che non fui non sarà mai più. Ajó, Viz.
Silvano C.©
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