martedì 3 dicembre 2024

regali

Ti lascerei un nuovo regalo, uno magnifico e mai donato a nessuna prima, dovrei cercarlo a lungo, essere certo di non ripetere quanto già fatto anche da uno solo, al mondo. Potrebbe essere costosissimo, oppure enorme da non poterlo avvolgere in carta di tanti colori, magari invisibile a tutti tranne che a noi, potrebbe essere così in effetti. Mai nessuno prima lo avrà fatto e neppure mai nessuno dopo potrà copiarne l’idea. Esagero? Sicuramente, e vaneggio viaggiando a cavallo tra mondi che non coesistono se non nella mia mente. Il mondo reale di tutti giorni mi accoglie come tutti, lo vedo a modo mio come tutti lo vedono a modo loro, ma è reale, sinché vivrò sarà il mio mondo. Gli altri sono in parte indefinibili, riguardano le invenzioni della mia fantasia, le attese del futuro, la quasi certezza che nulla tornerà più. Questi altri mondi, che non so neppure quanti siano, a volte arrivano e altre volte spariscono. Vengono dimenticati con la stessa velocità della luce, o semplicemente si spostano, vanno altrove. Mica dovrebbe sparire nel nulla un mondo, non è possibile, se è stato qualcosa resterà. Uno di questi mondi è quello delle promesse: sarà per sempre, non lo farò più, ti cercherò, mi mancherai, eviterò, ti amerò, cambierò, ti farò un regalo che nessuno ha mai fatto, tornerò… Mi azzardo a fartela qualche promessa, so della mia incostanza però. Tu fingi di credermi. Io fingerò di essere migliore. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 2 dicembre 2024

Arriveremo alla casa Cupiello

I preparativi sono iniziati. Quest’anno senza fretta. Odio veder trascorrere sempre più velocemente il tempo, quindi se posso rallento, rimando, centellino, fingo di essere quel giovane spensierato che non sono mai stato. Immagino di aver ancora paura a fare il primo passo, cosa che col tempo ho doppiamente superato. Perché doppiamente mi chiedi? Ma è ovvio. Il primo motivo è che l’esperienza mi ha fatto capire che era solo l’inutile paura del possibile rifiuto a frenarmi, e che il successivo rifiuto poi non mi creava veri problemi, anzi, mi toglieva un pensiero. Il secondo motivo è che oggi mi interessa sempre meno fare questo passo, non voglio più ottenere quello che volevo una volta. Chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto, si potrebbe sintetizzare. Ma torno ai preparativi: gli addobbi natalizi per le festività in arrivo. Ho iniziato a recuperare dalla cantina gli scatoloni. Ho cominciato a sistemare, ma mi sono fermato dopo poco. Perché tanta urgenza? Devo vendere e attirare clienti con luci ed effetti speciali? A noi basta meno, basta pensarlo più che farlo ormai. Per la forma mi piegherò, ovvio che lo farò, che arriverò preparato e con le stanze sistemate. Anche noi rivivremo ancora il nostro Natale in casa Cupiello. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 1 dicembre 2024

Domeniche d’oro

Sino ad un certo momento la domenica a Ferrara, e prima ancora per me a Cassana e Porotto, ogni bottega era chiusa, ogni attività era in riposo settimanale. Restavano aperte le edicole, le chiese, i cinema, i bar, forse le pasticcerie e poco altro. Passeggiare la domenica in centro aveva un significato diverso da oggi, e non molti lo facevano. Poi, non ricordo più quando, la domenica prima di Natale, ad un certo momento si pensò di permettere ai negozianti di tenere aperto, giusto per consentire a tutti di comprare gli ultimi regali da mettere sotto l’albero. L’iniziativa in breve ebbe successo, e così si cominciò con le domeniche d’argento, ogni domenica prima di quella d’oro, e con le stesse motivazioni. Iniziava il vero cambiamento, i consumi crescevano in modo sensibile, e per i negozianti cominciarono pure i problemi legati alle necessità di combinare affari e riposo. Ricordi quando, in poche occasioni, andammo a Bolzano la domenica? Tutto chiuso, via Portici deserta, neppure i bar stavano aperti. A Trento invece già la domenica alcuni negozi con le saracinesche alzate si trovavano. Poi avvenne una rivoluzione, tutte le domeniche tutti poterono tenere aperto. Non tutti aprirono, ovviamente, ma i grandi magazzini, i supermercati, i centri commerciali sì, ormai questi ultimi divenute le nuove cattedrali. Per molto tempo mi sono rifiutato di comprare il pane o certi generi alimentari la domenica, mi limitavo al giornale, quando entrambi lo leggevamo, oppure a qualche vassoio di paste, di tanto in tanto. Alla fine pure noi abbiamo ceduto, io almeno. Ho iniziato la domenica a fare la spesa come gli altri giorni della settimana, senza alcuna differenza. Non so se mi piace, semplicemente vedo che il mondo cambia mentre ci vivo, mi adeguo. E magari cambiasse solo in questo, magari avessimo solo domeniche aperte così senza guerre e pandemie, senza genocidi e fame, senza difficoltà sociali ed economiche. Ciao, Viz. E magari fosse ancora possibile annoiarci assieme, qualche domenica.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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