martedì 31 dicembre 2024

Giovani e stupidi

A proposito degli anni che non si stancano di mutare, che non si fa in tempo ad abituarsi che già ci lasciano, riflettevo che un tempo ero giovane e stupido. E, non ridere, mi illudevo che col tempo le cose sarebbero mutate. Alla prova dei fatti sono effettivamente mutate, ma non esattamente come speravo. Ora sono vecchio e stupido, e non è un miglioramento. Se avevo difetti ora sono lievitati, si sono adattati e sistemati per bene. Sono cresciuti, insomma. Il giudizio ancora latita, anche se a volte ho quasi l’illusione di aver capito tutto. Ma quando mai… Buoni propositi però ne ho sempre, a volte li rimando un po' ma li conservo, anzi, li rinnovo e dimentico quelli dell’anno prima. Così è, con allegria. Ciao Viz.

                                                                                          Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 30 dicembre 2024

Mi manca il tuo sorriso

Mi manca sempre il tuo sorriso, quello senza pensieri però, non quello che fa intuire altre cose. Non voglio più tristezza spacciata per memoria bella, finzione di allegria per non confessare ciò che non si vorrebbe affrontare. Un tempo sentivo la solitudine come un peso, a volte come una vergogna da non confessare né ammettere, piuttosto preferivo la fuga. Ora, dopo tanti anni, pur mantenendo il bisogno di avere qualcuno al quale dedicarmi, stare da solo in certi momenti lo apprezzo come un regalo anche perché solo non sono più da molto tempo. L’apparenza potrebbe essere altra, certi bisogni a volte riescono ad emergere e vanificano parte di quanto dico, ma il senso mi appare evidente, netto, anche nell’attesa dell’ultima mitica notte dell’anno. Ogni sera è l’ultima notte dell’anno, alla sera i giochi si sono fatti, null’altro rimane che aspettare il giorno dopo, che casualmente coincide anche con l’anno dopo. Nei primi giorni troverò strano scrivere la nuova data, poi mi ci abituerò. Gennaio sarà come al solito freddo. Febbraio sarà ancora freddo ma farà capire che si avvicina la primavera. E dopo, poco alla volta, le cose mi appariranno in discesa. Vedi di non fami mancare troppo il tuo sorriso. Ciao Viz.

                                                                                          Silvano C.©

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domenica 29 dicembre 2024

Il privato in comune

È facilissimo passare dal luogo comune al luogo privato, è sufficiente leggere ogni parola alla luce di quello che si è vissuto, di chi abbiamo conosciuto e non ci ha più lasciato. Non i luoghi fisici e le cose, ma le persone sono state fondamentali. E poi, in questi giorni, è ancor più facile lasciarsi prendere, quindi…

Se è possibile mai deludere un’attesa

Stupisci quando puoi, anticipa e spiazza

Meglio essere imprevedibili con un regalo che latitanti con chi aspetta

Se sei di umore nero vai a camminare da solo

Quando sembra che ogni cosa sia al suo posto condividi un po'

Un libro aiuta, certo, ma due parole giuste servono di più

La pietà, quando la usi, fai in modo che arrivi mascherata, lascio a te la scelta

Se poi non è pietà ma è amore, che non saprei definire ma mi sembra più completo, sei vicino al giusto

Quando non puoi evitarlo, sbaglia. Meglio così che non agire

Per cancellare qualcuno elimina ogni oggetto o immagine o regalo che lo ricordi. Alcuni non meritano spazio neppure in soffitta o in cantina

Una delle sole certezze è che non si è mai sicuri di nulla, né di cosa avverrà domani. Quindi, domani, spero che tu sia ancora qui con me. Ciao Viz.

                                                                                          Silvano C.©

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sabato 28 dicembre 2024

Una bella giornata

Ho commesso un errore, lo sapevo che non dovevo ma l’ho fatto ugualmente. Non si deve mai discutere di temi più o meno importanti, interessanti, più o meno divisivi e che in molti affrontano come rulli compressori. Solitamente non lo faccio ma, di tanto in tanto, ci ricasco. Mi riferisco ai social, ovviamente, ma anche a quando ci si incontra direttamente tra persone alcuni temi andrebbero evitati. Mai critiche dirette a qualcuno, mai apprezzamenti su azioni non condivise, mai pareri politici o economici, mai entrare nel merito di spese e fatture, di denaro e di pagamenti elettronici, di guerre e di chi ha attaccato chi, di chi ha iniziato per primo, di vaccinazioni e di opposizione a grandi lavori forse necessari forse no. Alla fine non dovrei parlare di nulla, non dovrei dire nulla, non dovrei né ridere né piangere, non rimpiangere chi è partito né pensare di poterlo trattenere, ché qualcuno a criticarmi arriverebbe all’istante. Quello che sono e penso resti solo mio, e tuo. Agli altri deve interessare nulla. Che gli altri sappiano nulla, quello che ho detto o fatto è pure troppo, per quasi tutti e con poche eccezioni. E, malgrado questo, oggi è stata una bella giornata. Ciao Viz.

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venerdì 27 dicembre 2024

Sano egoismo

Mento sapendo di mentire e so che non sempre mi si crede, sono solo compatito o, nella migliore delle ipotesi, perdonato. Fingo tuttavia di essere serio, tento di salvare la faccia, come si usa dire. Quanti lo fanno? Non ne ho idea, forse non molti, e magari tra questi ci sono gli inconsapevoli. Cercare aiuto nell’astrologia non è logico, ma se anche gli astrologi consigliano di affidarmi ad un bravo psicologo forse pure l’astrologia fa qualcosa di buono. Del resto è dall’astrologia che è nata la moderna astronomia, l’osservazione scientifica con strumenti sempre più potenti dell’immensità che ci circonda. Tra le cose comiche (non cosmiche), astrologicamente parlando, sembra che potrei innamorarmi ogni giorno di cinque nuove persone, esattamente cinque. Però così non siamo seri. Magari infatuarmi, magari guardare qualche donna che passa o che incontro, magari spiare un profilo social, ma innamorarmi? L’amore è cosa seria, e quando le cose si fanno serie i giochi e le illusioni devono lasciare il passo. Anche mentire serve a nulla nel caso specifico, perché in amore la menzogna genera solo edifici dalle fondamenta fragili mentre è vitale che abbiano tutte le migliori caratteristiche antisismiche. Mentire tuttavia ha una sua forza generatrice, una motivazione, una causa scatenante che parte dall’egoismo. Si tratta del sano e irrinunciabile egoismo che non esclude gli altri ma assegna solo una scala di priorità. Se sto bene sono in grado di aiutare gli altri, e a quel punto divento anche generoso. Altrimenti rimugino, covo sentimenti sbagliati o di rivalsa o d’invidia. Magari è così, magari no. Il fatto è che non sono sicuro di nulla, malgrado gli anni accumulati resto in parte l’ingenuo che ero e devo ammettere che posso modificare abbastanza poco di quello che mi circonda. Spero molto negli altri, malgrado tutto. Ciao Viz. Meglio tentare di essere sani.

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giovedì 26 dicembre 2024

Una lettera, tante lettere

Una tra le tante idee prive di senso comune è quella di pensare di comunicare con chi è partito e non è più possibile trovarlo tra i vivi. Magari qualche pazzo immagina di parlare con Giuseppe Garibaldi o con un proprio bisnonno morto oltre mezzo secolo prima e che non ha mai conosciuto, magari altri mantengono vivo un dialogo con chi invece hanno conosciuto. In questa seconda tipologia di pazzi è più facile ritrovare diverse persone, e ritrovarsi (come il sottoscritto). Ma arrivare sino al punto di scrivere una lettera, o magari solo una semplice cartolina? Ecco, qui si rischia una situazione assurda ai limiti del patologico, anche se inoffensiva per gli altri. Si potrebbe essere derisi e compatiti da chi se ne accorgesse, ed è consigliabile non dirlo o confessarlo a nessuno. Io immagino un postino che si ritrova a recapitare una busta con il nome scritto chiaramente e l’indirizzo preciso, completo di codice di avviamento postale e correttamente affrancata. All’indirizzo segnato però non risulta abitare nessuno con quel nome, o quantomeno nessuno ci abita più. Forse resta una famiglia che porta quel cognome, ma al citofono rispondono che non conoscono quella persona. Al postino potrebbe capitare pure di dover recapitare questa lettera a un ufficio pubblico, a un’azienda, a un istituto scolastico o a un grande museo. In quel caso il nome del detinatario sulla busta potrebbe essere quello di un ex dipendente, e sicuramente la lettera verrebbe recapitata ma ovviamente senza poi poter essere consegnata alla persona indicata. Quante saranno le lettere che così non saranno mai aperte, che siano consegnate o meno? Penso poche, ma se qualcosa si può pensare e immaginare credo che, pur se in percentuale minima, abbia la probabilità di essere realizzata. Ciao Viz. Meglio non pensare di essere pazzi e illudersi di essere sani.

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mercoledì 25 dicembre 2024

Calendari, lunari, agende

Nel mese di dicembre tradizionalmente cerco i calendari per l’anno nuovo

Alcuni li compro, altri li trovo in omaggio

Per quasi tutti loro ho uno spazio preparato

Ognuno poi ha un compito assegnato

Su un paio segno certi impegni, o i compleanni, e devono avere spazi bianchi, non solo i nomi dei santi

Uno mi ricorda Ferrara com’era una volta, e ci leggo alcuni proverbi e vecchie ricette

Un altro ha foto di gatti del gattile, e comprarlo è un modo per dare una mano a quei volontari

Qualcuno mi capita di non usarlo, di non appenderlo. Magari fosse possibile mettere da parte quei giorni come il calendario non utilizzato

I calendarietti profumati del barbiere non li ho più trovati dopo che sono venuto via da Porotto. E nel mese di dicembre chissà perché avevo sempre i capelli da aggiustare

I tuoi calendari li ho conservati, ma non so se li terrò ancora. Ci segnavi cose serie, dolorose, vorrei scordarle

Non te vorrei scordare, non mi sarebbe possibile, solo certi giorni che quelle pagine di calendario mi ricordano

Calendari, lunari, agende e giorni futuri. Quando sono passati andrebbero buttati.

Ciao Viz. Non so cosa darei per invitarti ad uscire in un posto che tu non hai mai visto. Lo vorrei segnare sul calendario

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martedì 24 dicembre 2024

Profumo di festa

Quando si tornava a casa dei miei, nel periodo natalizio, nelle stanze c’era odore di cucina, c’erano attese e promesse. Sembrava che in quei pochi giorni fosse necessario preparare tutti i piatti della tradizione di Ferrara e di famiglia, e io brontolavo, dicevo che era troppo. In quelle giornate ero anche nervoso, lo ammetto. Quanto cucinato era troppo ma pure troppo poco, perché di quei piatti ora non è rimasto che il ricordo. Inutile farla lunga però, quello che è stato non ritorna. Malgrado questo tento di recuperare un po' di quei profumi, mi limito ma in questi giorni cucino più del solito, e le stanze si riempiono dell’odore del brodo vero, non di quello preparato col dado. Questo, lo so, mi farà aprire le finestre per arieggiare altrimenti si impregneranno anche gli abiti e poi, uscendo, non si farà una bella impressione con chi ci si avvicinerà. È necessario, è giusto, lo faccio perché mi fa piacere, e intanto telefono a persone lontane. Con alcune di queste non posso più farlo anche se rammento ancora il loro numero telefonico, e sai come mai non posso più telefonare a loro. Giorni di nostalgia, anche, e di riconoscenza che non deve finire. Quella è necessaria, e avrei dovuto essere più esplicito quando era il momento giusto. Vabbè, è così. In brodo cosa posso preparare? Tortellini, passatelli, pastina o riso? Magari tutti, in giorni diversi. Ciao Viz.

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lunedì 23 dicembre 2024

In inverno coi chiodi

Con i mezzi adatti nessuna impresa è impossibile, tranne immagino tornare dalla morte. Forse però neppure quella sarebbe impossibile se il mezzo adatto ci fosse messo a disposizione. Meglio però allontanare pensieri neri in giorni che dovrebbero essere di festa e di regali, di auguri e di progetti. Da sempre amante della guida, a volte sono stato temerario ai limiti dell’incoscienza, ora posso ammetterlo. Nei momenti di difficoltà alla guida quasi mai mi sono lasciato abbattere da quello che mi capitava. E ho trovato spesso chi mi ha aiutato a togliermi dalle situazioni nelle quali mi ero cacciato, come una volta a Sorrento e, molti anni dopo, sulla costa dalmata. Poiché posso ancora raccontare quei momenti evidentemente li ho superati. 

Prima di conoscerti, a Levico venne una nevicata epocale. Praticamente la circolazione era quasi bloccata ma io decisi che, se montavo le catene alla 850 Fiat che avevo in quel momento, potevo avventurarmi sulle strade. E così salii lungo la provinciale verso Panarotta completamente bianca sia sul fondo sia ai lati, e anche sugli alberi attorno. Feci sbandate e ripresi ad andare diritto, e dopo la salita ridiscesi verso casa. Non ricordo per quanto guidai, ma mi divertii. Molti anni dopo tu avevi bisogno di andare ogni giorno da Rovereto a Mezzolombardo. Avevamo una sola auto, una Panda rossa, e per sicurezza montammo per il periodo invernale pneumatici chiodati. Con quelle gomme la velocità massima era di 90 km/h ma l’auto restava inchiodata letteralmente alla strada, anche in situazioni estreme. Quando pure io potevo guidare mi divertivo a cercare le strade ghiacciate. Con due amici che erano venuti a trovarci da Rovereto salimmo a Folgaria e da lì prendemmo una stradina secondaria tra gli abeti innevati. L’asfalto era gelato ma con l’auto di allora potei fare cose che ora, con le gomme termiche, mi sogno. Si tratta, come dicevo, di avere i mezzi adatti, e delle necessità che spingono ognuno di noi a dotarsi di ciò che più conta. Ora ho altre priorità, che tu capisci meglio di me. Ciao Viz.

                                                                                          Silvano C.©

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domenica 22 dicembre 2024

Ottimista per caso

Quanti viaggi a vuoto alla ricerca di quello che non avrei trovato quella volta, e neppure la successiva. Quante illusioni sprecate e montate poi come la panna diventando rabbia. Quante derisioni subite e inflitte senza un vero motivo, ingiuste quasi sempre, semplicemente per sperimentare quanto sia stupido dare il dolore. Non si tratta di giustizia, l’amore che ho avuto non me lo sono meritato, e probabilmente non l’ho mai ricambiato come avrei dovuto, quello me lo porterò sempre tra gli errori che non dovevo commettere. E chissà quante volte, davanti ad un bivio, neppure ho capito che era una scelta che avrebbe portato conseguenze, semplicemente credevo di vivere giornate come le altre, ripetibili magari in caso di ripensamenti. E sbagliavo. C’era un tempo nel quale per i treni notturni compravo i biglietti in biglietteria, e viaggiavo di notte a cercare qualcuno o solo un’emozione. Cosa mi ha spinto? Di alcune scelte sono stato pienamente consapevole, su altre meglio stendere il silenzio e coprirle con le lunghe notti di questo periodo dell’anno.

Nelle notti stellate e serene le stelle ormai morte ci mandano ancora la loro luce, e quelle che sono nate adesso non le vediamo tutte. Così come le stelle siamo anche noi, restiamo dopo essercene andati per chi può vederci se alza gli occhi ed è sereno. E in molti non ci hanno ancora visto ma saremo nel loro futuro perché le scelte, alcune scelte, avranno effetti anche sugli altri. Quindi Viz? La mia idea è che ancora mi resta da capire almeno il 99% di quello che ho vissuto, e magari sono pure ottimista.

                                                                                          Silvano C.©

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sabato 21 dicembre 2024

Mai sprecare invidie

Quando meno ti aspetti qualcosa, qualcosa avviene. Non è una regola generale dimostrata, ancor meno significa che le ipotetiche novità saranno positive, semplicemente è la constatazione che col tempo tutto muta. Magari aspetti che si risolva una situazione finanziaria difficile, e perdi altri soldi. Speri che una cura dopo anni abbia successo, e finisci con l’accettare che a breve dovrai morire, anche se non lo dirai mai. Compri la casa dei tuoi sogni e pensi di poterci vivere con chi ami, ma non capiterà come avevi sperato, tutto andrà diversamente, e di quella casa comincerai a dubitare. Ovviamente non tutto è destinato ad andare male o peggio di come va ora, perché poi si riceve una telefonata, succede di incontrare qualcuno, si legge qualcosa che cambia la prospettiva. Nulla è come appare in superficie, l’invidia è sprecata e indossare gli abiti altrui aiuterebbe a capire che il dolore è generalizzato. Il dolore è generoso e va a visitare giusti e stronzi, non fa differenze, non scorda nessuno. Pure una piccola felicità poi ama essere condivisa e, potendo, si offre a tanti, anche a chi non sembrerebbe meritarla. Che aggiungere oltre al fatto evidente che il Natale si avvicina, direi nulla. Ciao, Viz.

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venerdì 20 dicembre 2024

Con grande attenzione

Sotto il pero sarò sincero, ci andrò quando sarò sicuro che potrò dire ogni cosa senza ferire nessuno, senza procurare dolore, quando verrà il tempo giusto.

Sotto la vite dovrò stare basso, quasi in ginocchio. Magari mi si potrà scambiare per qualcuno che prega, o forse per chi ha perduto qualcosa, o qualcuno, chi può dirlo? Ma quando mai chi ha perduto qualcuno lo cerca sotto una vite?

Sotto il fico resterò semplicemente all’ombra. Se ci arriverò facilmente prenderò qualche frutto, oppure mi accontenterò di guardarlo dal basso. Da bambino salii molte volte su un fico, a Porotto, ed ogni volta mi urticai con le sue foglie.

Sotto i piccoli aranci non ci potrò stare, troppo bassi. Se ricordi, in Grecia, la nostra tenda in quel campeggio spuntava sopra quegli alberelli. Che nostalgia, e poi quel cagnetto che ci rubava le ciabatte? Cose passate.

Ed ora sotto quale albero potremmo andare? Un’idea sarebbe il tasso del tasso del Tasso. Ecco l’albero del tasso, quello mi piacerebbe, stando attento alle sue bacche non propriamente salutari, in particolare il loro seme. Con grande attenzione quindi, sempre, e con amore. Ciao, Viz.

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giovedì 19 dicembre 2024

Chiamiamola Gianna

Hai capito? Chiamiamola Gianna, e non Intelligenza Artificiale. Non ti piace Gianna, allora va bene Luisa, Ermenegilda, Deosolinda, oppure anche Franco, perché non Franco? Il fatto è che questa Intelligenza Artificiale non esiste come viene raccontata, è semplicemente (semplicemente?) un programma in continua evoluzione e miglioramento, un algoritmo per dirla con altre parole, una successione di istruzioni per eseguire un certo compito. Ha una potenza inimmaginabile alcuni anni fa, sa fare cose tra le più diverse, e molte di queste non sono di dominio comune, ma è pur sempre un prodotto dell’intelligenza umana. Sa migliorarsi da sola, sa imparare dai propri errori, si adatta, magari diventerà ancora più evoluta, anzi, certamente lo diventerà, ma resterà sempre un algoritmo. Dobbiamo temere l’algoritmo? Certo, ma dipende da chi lo usa e perché. Del resto queste scelte che decidono della nostra vita o della nostra morte sono già affidate ad alcuni programmi, come pure la possibilità di trovare lavoro o di avere il giusto prezzo per un titolo di viaggio. Allora, Viz, io la chiamo Gianna (anche se sono più di una), e che gli altri la chiamino come desiderano. So già che la Gianna di oggi però non sa ancora fare cose che la Gianna domani avrà imparato a fare.

                                                                                          Silvano C.©

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mercoledì 18 dicembre 2024

vacanze

Ora mi piace ritornare a nostre antiche avventure. Antiche perché io sono antico. Appartengo al secolo scorso, alla fine della prima metà del secolo scorso per essere preciso. Tu sei stata meno antica, appartenendo alla seconda metà del secolo scorso, ma questa relativa giovinezza non ti ha impedito di partire prima di me. E questo non era preventivato. Adesso però vengo al tema. Durante le vacanze estive molti anni fa ci recammo in una grande città europea che non voglio citare, parcheggiammo l’auto poi ci allontanammo di poco per vedere cosa succedeva attorno. Alcune persone cominciarono a muoversi in modo sospetto vicino alla nostra auto e a quelle accanto. Ritornammo sui nostri passi e ci spostammo in un altro quartiere, poi rimanemmo ancora di guardia ad una certa distanza, guardammo quello che succedeva poi ritornammo indietro e ci spostammo nuovamente. Lasciammo l’auto parcheggiata solo quando, finalmente, ci sembrò che il posto fosse tranquillo. Prima di partire ci avevano avvisato che i furti sulle auto erano frequentissimi in quella città, e a noi non andava di farci danneggiare l’auto e farci rubare i bagagli mettendoci in difficoltà lontani da casa. Fummo fortunati perché quando tornammo dopo quel viaggio non registrammo nessun problema particolare mentre ad una coppia di nostri amici, lo stesso anno, andò peggio. E indirettamente anche noi ne fummo danneggiati. Loro avevano alloggiato in un albergo e l’auto l’avevano messa nel parcheggio riservato dell’albergo; la direzione tuttavia escludeva la sua responsabilità per eventuali furti e danneggiamenti, segno che la cosa non era tranquilla. Fatto sta che l’auto fu aperta e a loro rubarono alcune borse, in particolare quelle con abiti sporchi e con i regali per gli amici. Quindi, quell’anno, non avemmo i loro regali di viaggio. Non sempre però fummo tanto attenti e fortunati. Un giorno, in quel periodo e in Italia, parcheggiammo su un lungomare prima di andare in spiaggia per trascorrervi la giornata. Al ritorno ci avevano rotto un finestrino e rubato poche cose. Il danno maggiore fu il finestrino rotto, non il furto. Poi per ripulire dai vetri all’interno dell’abitacolo mi tagliai pure un dito. Ecco, non sempre le vacanze sono state tranquille e spensierate, ma questa sembra sia la vita. Ciao Viz, il Natale continua ad avvicinarsi.

                                                                                          Silvano C.©

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martedì 17 dicembre 2024

Ma io ti parlo di una gatta

Lo so che in alcuni giorni i pensieri vanno in zone dove il dolore staziona e non si vuole spostare, lo so. Però adesso ti voglio parlare di una gatta, perché mi sembra giusto, e perché penso che ti avrebbe fatto piacere conoscerla. Nelle sue vite precedenti magari l’hai pure conosciuta, chi può dirlo, io certamente no. Lei è elegante, nera con la pancia e le zampette bianche, i lunghi baffi e un po' cicciotta. Da alcuni anni vive con noi, richiede attenzione, ha i suoi gusti non da gatta perché preferisce alcuni cibi che mangiamo noi umani e non le scatolette per gatti. Ama il pollo e il tonno. E pure sui suoi croccantini ha le idee chiare, alcuni tipi non le piacciono. Ha occupato i suoi posti, in parte tuoi, in parte nostri, e non gradisce essere spostata quando ha trovato una sistemazione che le va a genio. Non ama stare sulle ginocchia, si spaventa quando sente rumore di sacchetti di plastica o si accende un’aspirapolvere, mentre le piace stare sulla lavatrice in funzione, magari anche quando fa la centrifuga. Mi avrebbe fatto piacere che ti avesse fatto compagnia in alcuni giorni, lei lo avrebbe fatto certamente. Ciao Viz, il Natale si avvicina.

                                                                                          Silvano C.©

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lunedì 16 dicembre 2024

Mia è la sentenza

Ho ricevuto l’invito indiretto ad ascoltare una canzone. L’autore e cantante l’ho amato a lungo ma, lo ammetto, quella canzone non la conoscevo e se l’avevo già ascoltata non la ricordavo più. Non mi ha trasmesso molte emozioni però malgrado il testo mi richiamasse immagini già conosciute attraverso altre sue canzoni. In sintesi una bella canzone alla quale non ho la possibilità di associare nulla, non un viaggio in Liguria di moltissimi anni fa né una serata con te o con altre persone. Una canzone sprecata, isolata, dimenticata dalle mie esperienze perché nessun amico l’ha legata a qualcosa che ci ha unito brevemente o lungamente. 

È semplice. Nulla, nessun oggetto che insisto a trattenere accanto a me, assurdamente per alcuni, avrebbe valore se non mi ricordasse te, nostro figlio, i nostri genitori, i nostri amici comuni o qualcuno in qualche momento della mia vita. Una foto, un quadro, un soprammobile, una semplice presina da cucina servono solo a riportarmi le persone, a costringerle a restare e a non dar loro la possibilità di andarsene senza la mia approvazione. E infatti è con un sottile e perfido piacere personale che a volte ho buttato e continuo a buttare oggetti che mi riportano chi non m’interessa più. Sono io il sommo giudice che decreta l’oblio o la perpetua memoria associata alla riconoscenza. Io e nessun altro, ed è quello il motivo che mi rende prezioso uno strofinaccio e odioso un grande vassoio. A proposito, quello devo decisamente riciclarlo, proverò a disfarmene. Ciao Viz, tra poco è Natale e con calma mi sto preparando.

                                                                                          Silvano C.©

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domenica 15 dicembre 2024

Mi contraddico

Una cosa penso sia evidente, che uso il blog invece di andare da uno bravo, e gli effetti di questo immagino siano visibili anche ad un lettore distratto. Tuttavia continuo, e mi lascio andare a pensieri che potrebbero apparire come parziali confessioni, o anche solo ammissioni, o ricordi.  Ad esempio le parole che non ho mai detto: a volte ho fatto bene a non dirle, è stato meglio, altre volte invece le davo purtroppo come sottintese, ed ho fatto male a non pronunciarle. Alcuni non li cercavo ma poi, se non c’erano, dovevo andare da loro, e mi riferisco in particolare ai miei. Come si fa a parlar male della famiglia, come talvolta mi capitava, e poi a sentirne la mancanza? E come potevamo noi due pensare di trascorrere assieme le feste di Natale se le nostre famiglie vivevano lontane tra loro e non avevamo una casa, come avevano alcuni nostri amici, con stanze in grado di ospitare tutti? Ricordi come stabilivamo i turni di permanenza a Ferrara e a Carpi, come misuravamo il peso dei singoli giorni e come a volte, per stare con i nostri, eravamo noi due che rinunciavamo a stare assieme? Ogni periodo di festività che arriva non posso fare a meno di pensare a quei tempi ormai lontani. E che mi mancano. Ma se mi facevano stare male come posso dire che ora mi mancano? È semplice, so che spesso mi contraddico. Ciao, Viz, sorridi, tra poco è Natale.

                                                                                             Silvano C.©

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sabato 14 dicembre 2024

Hai ragione

Inutile farmi male. Me lo hai detto la prima volta, credo, quando morì mio nonno al quale ero molto affezionato ed iniziai a recuperare le foto che gli avevo fatto e poi dai negativi ne stampai alcune di nuove. Sapevi che la cosa mi faceva star male e tu non avresti mai fatto una cosa del genere. Il tuo amore lo dimostravi in altri modi, sicuramente più funzionali dei miei, più utili, più realistici. E oggi quell'osservazione mi ritorna alla mente mentre pensavo di elencare tutti i traslochi della mia vita. A quale scopo? Tu la risposta la sai, e se ci penso bene pure io. Non ha senso scavare nel passato per trovare non antichi resti storici di valore anche artistico ma solo dolore. Lasciare una casa dove si è vissuto comporta sentimenti non sempre piacevoli, anche se lo si fa per andare a vivere in una situazione migliore. Ovunque resta un po' di giovinezza che non tornerà più, neppure in una splendida villa con parco e piscina, ammesso ci si possa andare a vivere. Quindi sospendo questa cosa, non so se l’annullo, ma per oggi ti devo dar ragione e ti ascolto. Ciao, Viz, sorridi.

                                                                                          Silvano C.©

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venerdì 13 dicembre 2024

Il sommelier astemio

Entro in edicola per comprare il giornale. È il mio rito una volta alla settimana perché solitamente non compro più quotidiani salvo il giorno nel quale col giornale c’è l’inserto che per me diventa il settimanale che mi accompagnerà per i sette giorni che verranno. Il quotidiano lo scorro velocemente, a volte ammetto di non sfogliarlo neppure. Le notizie di cronaca recente sono in parte già superate da quelle che arrivano da altre fonti, e per gli approfondimenti mi basta il settimanale. So di essere una concausa della crisi della stampa, ma poi parlo con l’edicolante, una ragazza. Lei mi confessa che non legge mai i giornali, e io le faccio notare che li vende, poi poche battute e la saluto uscendo. Fuori, dirigendomi altrove, penso che è ben strano che lei, avendo a disposizione e gratuitamente le maggiori testate locali e nazionali, non abbia mai letto un articolo, come mi ha detto. Lei vende un prodotto che per prima giudica inutile. A dirla tutta vende anche prodotti che fanno male alla salute, come le sigarette, oppure altri che possono creare dipendenza da gioco e problemi economici a chi non sa controllarsi, come i gratta e vinci e simili. Non le attribuisco colpe tuttavia, lei lavora per vivere. Piuttosto mi viene più facile pensare a certi casi reali o potenzialmente possibili di attività professionali un po' contraddittorie. Ho conosciuto un barbiere calvo e ho conosciuto anche colleghi insegnanti di matematica che non sapevano fare i conti. Io stesso non so destreggiarmi in alcune tipologie di conteggi, ad esempio quelle che hanno a che fare con la dichiarazione dei redditi e altre più o meno simili. Esistono grandi pasticceri magrissimi, e mi chiedo se consumino i dolci che preparano. E vi sono costruttori di armi, cioè operai che lavorano nelle fabbriche che le producono, che non hanno mai sparato un solo colpo con un’arma da fuoco. E arrivo all’assurdo, cioè al sommelier astemio. Assurdo ma non tanto quanto il Compositore sordo che nessuno può ignorare per la sua grandezza. Ciao, Viz, sorridi.

                                                                                          Silvano C.©

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giovedì 12 dicembre 2024

Gioco d’azzardo

Armadi per scheletri e mobili dotati di sottofondo. L’arredamento potrebbe iniziare da queste tipologie fondamentali. Prima dovrebbe venire la scelta della casa però, essenziale, perché influenzerà ogni cosa a venire. E anche le condizioni per abitarci: in affitto o di proprietà? Ecco perché mi faccio distrarre da alcuni momenti vissuti, ritornando al momento di alcune scelte che facemmo assieme. Tu hai capito perfettamente cosa intendo, gli altri non so, amo alludere e non dire, far intuire ed evitare chiarezze. Ma qualcuno mi conosce meglio di come possa pensare, o ha di me immagini precise e non campate in aria che in parte ignoro io stesso. Tu mi intuivi, accettavi, spiegavi. Mi lasciavi sfogare e poi mi rimettevi sul percorso che avevo perduto. E sapevi che per natura raccontavo storie, e sapendolo raccontavi a me storie diverse, così che ci credevo. Non è stato inutile, nulla, anche gli errori mi hanno tenuto legato a te, quelli che hai saputo me li hai perdonati. Ma io cosa ti potrei mai perdonare? Troppo facile per te vincere a punteggio pieno, e lo dico a quasi otto anni da quando sei partita, e così non ho alcuna possibilità di rivincita. I giochi sono stati fatti, le scommesse sul tavolo ormai accettate e i dadi hanno dato le loro risposte, quasi tutte. Restano ancora alcuni dubbi e l’anno nuovo che verrà porterà qualche risposta. Strana l’idea di pensare alla vita come ad un gioco d’azzardo, anche se certamente contiene una parte di vero. Ciao, Viz.

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mercoledì 11 dicembre 2024

Una candelina

Ci sono giornate destinate a restare, quando il calendario arriva alla data quella giornata ritorna. È così per tutti, io non faccio eccezione. Quella giornata prima non aveva valore, non si differenziava dalle altre, poi è diventata un punto di riferimento, l’occasione per un regalo e una festa. Regali potenzialmente ne avrei pronti molti, uno in effetti è impacchettato già da anni, e nel frattempo ho persino scordato esattamente il titolo del libro che nasconde. Quando il tempo passa alcuni particolari spariscono, assieme alle persone. Resta al loro posto qualche ombra, restano sorrisi a volte tirati, resta vera allegria depositata sotto strati di altro, sempre più in basso. E fare geologia dei sentimenti non sembra possa produrre effetti positivi. Non si recupera nulla di concreto, solo memoria, un patrimonio immateriale personale provvisorio. Quindi, ad essere onesti, io faccio un’operazione senza fini pratici, destinata a rinnovare nostalgia e dolore, che non mi arricchisce di denaro del quale non ho immediato bisogno ma che non mi basta mai, temendo di averne bisogno in futuro. Ma smetto, piuttosto apro una bottiglia di bollicine, una piccola, e faccio un brindisi con lui dedicato a te. Ciao, Viz.

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martedì 10 dicembre 2024

Il tempo della gatta

Tra le ingiustizie peggiori che debbo subire penso ci sia la scala dei tempi che non coincide perfettamente per tutti. Per qualcuno iniziano prima, molto prima, per qualcun altro iniziano dopo, e anche per la fine siamo allo sfasamento totale. Come se non bastasse poi anche la velocità con la quale il tempo scorre è diversa. Se la vita è una sola, ipotesi molto probabile, la mia vita non coincide con la tua, non è coincisa, tu sei partita prima. Pazienza per il fatto che gli inizi sono avvenuti non nello stesso anno, ancora non ci conoscevamo, ma la fine perché farla diversa? Non so se mi viene più rabbia o tristezza se ci penso. E la gatta, poi, perché deve vivere così velocemente, crescendo e superandomi? Le assenze pesano in modo enorme, si possono solo scordare un poco senza poterle mai rimuovere. E se finalmente mi permettono di dimenticarle, perché la mente fa un po' di pulizia ogni tanto, poi rischio di trovarmi più solo. Rischio di pensare che una parte della vita non l’abbia avuta. E che qualcuno non ci sia mai stato. Conservo l’album della mia famiglia, l’ho preso a casa dei miei quando la casa è stata venduta. Lo guardo sempre meno. Nostro figlio non lo guarderà più, e se lo farà non saprà chi erano alcune persone ritratte in alcune foto, di alcuni pure io non so più ora chi sono stati. Le fotografie sono una maledizione, in questo senso. Eppure non so farne senza. Ma cosa continuo a far foto, perché? I tempi sfasati diventano evidenti guardando quelle foto. Una gatta a casa dei miei in braccio a nostro figlio non c’è più da anni. E le tue di foto? Già. Dimmi cosa devo pensarne, Viz. So di vaneggiare, lo so.

                                                                                          Silvano C.©

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