Vai via, che provi la tua assenza
Che avverta la mancanza
Che senta la lontananza
Oltre il mare e le montagne, dove andammo e sulle quali salimmo
Oltre le nebbie di alcune giornate in pianura, quando le nebbie c’erano
Vai via in modo che capisca cosa ho perduto, che lo rimpianga e lo ricordi
Vai, se devi andare, e se puoi pensa a me, da dove sei e da dove non sei
M’illudo che la tua lontananza possa far arrivare telefonate malgrado sim ormai inattive e spazi inimmaginabili, che io tuttavia immagino
Vai via e resta, non serve che tu decida subito, né che tu lo abbia fatto in passato o lo decida in futuro. Scegli entrambi.
Vai via, che mi resta la gelosia
Con la malinconia e il ricordo di grigliate di carne e di pesce, di vino fresco e di braci che si spengono lentamente, con te che le controlli sino alla fine
Sembra ieri, ed era inverno, ora è estate, e sei andata via
Vai via comunque, me lo merito, questo me lo merito, almeno una parte di dolore non ti compete, oltre a quello che hai dovuto subire
Vai via, che giustizia non c’è, o se esiste ancora non la vedo. La vedro?
Troppe parole, troppe, e quello che dovevo dire l’ho detto, che altro potrei aggiungere per rendere più esplicita la cosa restando nei limiti del dicibile?
Nulla, in effetti, sei andata via, è questa la realtà che ora vivo. E resti.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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