Una granita sotto il pioppo, col caldo afoso necessario a farti apprezzare ancora di più il freddo della granita. Non esistono regole assolute per una granita ma io resto legato a quella sempre più rara da trovare, ottenuta dal ghiaccio macinato con l’aggiunta dello sciroppo. Col bicchiere gelato e lo sciroppo solo sopra poi ero io che col cucchiaino lungo mescolavo ghiaccio e sciroppo. E lo sciroppo a che gusto potrebbe essere? Ne ho provati tanti di gusti, troppi. Quelli che preferisco sono l’amarena e il limone, ma mi piacciono anche la granatina e alcuni altri. Non amo per nulla la menta. In tempi recenti ho meno occasioni di consumare granite come facevo una volta, e quando mi capita mi devo quasi sempre accontentare di quelle preparate con i distributori automatici che continuano a girare e mescolare il liquido colorato in parte ghiacciato, e poi utilizzare la cannuccia d’ordinanza. Ma non è quella la mia granita, è un’altra cosa. Poi ci sono certamente la granita siciliana, o quella al caffè con la panna, su quelle non mi pronuncio, non fanno parte della mia storia. Io rivoglio una granita di ghiaccio tritato seduto all’ombra sotto una tenda o sotto un pioppo, e attorno l’aria tremolante della pianura ferrarese, col sole che spacca le pietre o scioglie l’asfalto. Ciao, Viz, tu le granite che mi piacevano le hai assaggiate, e sai che ho ragione.
Silvano C.©
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