Compaiono specialmente in estate, e sono buste o di carta o di plastica trasparente che contengono fumetti invenduti e improbabili o, per i più grandi, riviste di giochi e parole crociate, con penna acclusa. Sono uno dei segni dell’arrivo delle vacanze anche dei cervelli, del periodo nel quale sembra giusto fare il meno possibile e senza troppo impegno. Da ragazzino pure io compravo queste buste per me, o più tardi per mio figlio, quando nelle edicole ci passavo più tempo a curiosare e comprare. Quei tempi sono finiti, ma non li rimpiango, mi mancano piuttosto le persone di quegli anni, il resto non particolarmente. Ricordo tutte le auto che ho guidato, tutte, anche il camper, ma non sono questi mezzi a quattro ruote che mi mancano, sono alcune persone con le quali ho viaggiato. Il resto conta nulla, o quasi nulla. Ho comprato molti modellini in miniatura delle auto che ho avuto, e anche di quelle che per qualche motivo ho amato, ma quella è un’altra storia, è una forma di collezionismo delle emozioni, non ha altro fine. Mi capita di ripensare alle trascorse vacanze in giro per l’Italia o per l’Europa, come potrei non farlo, però è anche un modo per apprezzare il non viaggio, la scelta di non andare più chissà dove per vedere ciò che non ho mai visto. I mezzi per muovermi li avrei ancora, è la spinta che è assente. Ho letto di recente che tra la persona di una certa età ma perfettamente in gamba e il povero anziano pieno di acciacchi e problemi è un attimo, e dopo non si torna indietro. Quindi accetto i mutamenti, ricordo auto e buste con fumetti rimasti invenduti che, anni fa, pure io comprai. È estate, bellezza, e non ci puoi fare nulla, nulla.
Silvano C.©
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