mercoledì 31 luglio 2024

Libri e città

E così ti parlerò di libri che ho letto e di altri che non ho mai letto, che forse leggerò, ma ancora questo non lo so. Ti racconterò di quelli che comprammo assieme, che comprai per te o che tu mi dicesti di comprare. E non scorderò quelli che fosti tu a comprare, tanti, che ora li confondo tra gli altri. Se avessimo divorziato consensualmente o in altro modo, come li avremmo divisi i libri? Su alcuni in particolare nessun dubbio, sono quelli legati ai nostri studi e interessi, ma per tutti gli altri cosa sarebbe successo? Non è stato un nostro problema, i problemi che abbiamo incontrati sono stati altri. Ma tornando ai libri, in particolare a quelli che non ho letto, che diritti ho di parlarne, di leggerne critiche e descrizioni senza in realtà averli mai letti? Gli stessi diritti, immagino, di chi sogna di andare in una città che non ha mai visitata e ne legge guide, o descrizioni, o racconti che la riguardano, ne ammira gli scorci che tutti ormai possono vedere in rete, e sa che quella città resterà sempre una delle mete improbabili, sempre più prossima all’impossibile man mano che il tempo scorre. Del resto il mondo è grande, pur se tanto piccolo visto dallo spazio, nessuno lo conoscerà mai tutto, né visiterà ogni città e villaggio, nuoterà mai in tutti i suoi mari. Volevo raccontarti cose che intanto ho scordato, pensavo una cosa che ora mi sfugge e si è nascosta non so dove. Quando si rifarà viva devo segnarmela, prendere un appunto, te la devo raccontare. Ciao, Viz.                                                                                         

                                                                                         Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 30 luglio 2024

Esiste un Disegno?

Questo fanno, riaggiustano le cose rotte, ricompongono i pezzi e se non bastano li creano, li adattano e li modificano. Dici: ma non è mica avvenuto così, è tutta una fantasia. Sbagli, prima di tutto magari ti ricordi male ed hai rimosso quello che non ti piaceva, e poi, principalmente, cosa ne sai del Grande Disegno? Del resto è evidente che nulla funzioni nel modo perfetto, niente è ideale se non nella mente di alcuni geni incompresi e derisi anche se formalmente ammirati. Non dirmi di non aver mai letto di quella bambina enorme, quasi mostruosa, dotata di una voce celestiale e di una mente capace di sondare l’inimmaginabile, eppure fragile, ferita da tutti per il suo aspetto, anche dalla madre.

Non so nulla di quella bambina, né di quello che chiami Grande Disegno, cosa vorrebbe rappresentare? Non so se ci sono fini da raggiungere, non so nulla e non credo a niente.

Eppure i sogni seguono le loro vie misteriose, cuciono abiti per ogni occasione, rivivono e riportano, non dimenticano nulla. Scorda il Grande Disegno, magari potresti pensare a chissà che. Semplicemente, credimi, c’è uno scopo, quello dovresti vederlo, e il sogno in questo arriva per aiutarti. 

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 29 luglio 2024

Fantasie, fatti e memorie. Sempre meglio di oggi.


Voglio te, una vita
Far l'amore nelle vigne
Cade l'acqua, ma non mi spegne
Voglio te

Mancò veramente poco a realizzare quella fantasia cantata da Battisti, pochissimo, ci andammo solo vicinissimi o magari ci riuscimmo? Ora ricordo poco e male, annaspo tra le nebbie rare di Riva del Garda, dove comunque fatti ne avvennero, e davvero memorabili per una piccola storia come la nostra. Ma le faccende di un certo tipo restino separate dalle altre, all’altri non deve importare nulla del nostro privato, anche se a volte si trattò di luoghi quasi pubblici. E come mai mi ritrovo adesso a questi pensieri? Non lo so, fatto è che ci sono capitato. E come posso distrarmi allora, quali pensieri mettere al posto di questi, quali memorie diverse evocare? Spostarmi sull’acqua che non cade, che manca, oppure che cade troppo e rovinosamente? No, non mi va. Il mondo è immenso e la varietà dei sogni che lo coprono potrebbero già ora bastare per molti millenni a venire, sopravvivere alla fine della specie umana, restare ancora e poi, in un ipotetico nuovo millennio futuro materializzarsi uno dopo l’altro, a rendere giustizia a chi ora ne ha bisogno. Il fatto è che di giustizia se ne ha bisogno ora però, non in un futuro ipotetico. Ho appena saputo che chiuderà una notissima pasticceria dove, molti anni fa, compravamo le migliori torte Sacher di Rovereto. Aveva già cambiato gestione un paio di volte, quelle torte non le faceva più, noi andavamo ormai altrove, ma era uno dei nostri luoghi della memoria. E ha chiuso pure una importante gioielleria, ricca, dove comprammo regali anche costosi per amici, piatti e cornici di argento. Ora non ce li potremmo più permettere, io non me li posso più permettere. Magari è per questo che ha chiuso, nessun negozio sopravvive se non ha clienti a sufficienza. Ecco, lo sapevo, sono passato dall’amore alla tristezza del presente. Riportami a quello che eravamo, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 28 luglio 2024

Lo conoscevo bene

Verso la fine, molto prima di morire, era morta prima lei anche se era più giovane di cinque anni, aveva iniziano a lasciarsi un po' andare. In realtà non avvenne esattamente così, mento un po', l’impressione potrebbe anche essere stata questa a chi osservasse superficialmente la cosa, e da lontano, ma io sapevo tutto bene e conoscevo la verità. La casa era meno curata, è vero. Alcune pulizie erano solo apparenti, le stoviglie sciacquate e non lavate sempre col detersivo, quindi un po' unte. Le piante erano annaffiate ma crescevano in modo disordinato. Le scale avevano angoli meno lucidi. I letti rifatti in modo veloce e i ricambi poco frequenti. La casa era meno curata perché di solito era lei che lo faceva, ed ora che lei non poteva più lui curava lei, e della casa si interessava meno. Molto meno che a lei. Quindi sembrava che si lasciasse andare mentre in realtà il suo impegno era aumentato e svolgeva contemporaneamente tre ruoli, il principale dei quali era fare in modo che lei si distraesse, e sorridesse, e non si preoccupasse. Gli altri due ruoli, ovviamente, erano il suo tradizionale e quello che sarebbe toccato a lei. Manteneva il suo carattere di sempre, rimaneva curioso e aperto con le persone, curava i rapporti come io mai, questo va riconosciuto. Evitava di chiedere favori, magari chiedeva consigli o scambiava due parole, ma veri favori no, raramente lo aveva fatto ma aveva saputo ricambiare e i suoi debiti erano sempre stati saldati. Era abituato a lavorare, a far sacrifici e a risparmiare, non doveva nulla a nessuno se non per amicizia. Verso la fine vera, quando ormai era da solo, quando aveva bisogno di cure per evitare che si mettesse in pericolo o anche solo per essere accudito e seguito, sempre meno autonomo, sentiva il bisogno di andare a trovare lei e di immaginare quando finalmente le sarebbe stato accanto, come solo i morti sanno stare accanto uno all’altra, per sempre, sinché a qualcuno non passa per la testa di spostare tutto. Questo era lui prima di morire, e tu Viz lo hai conosciuto.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 27 luglio 2024

Sono stato fortunato

E così sono cominciate. Ti piaceva guardarle, vedere le gare, in particolare quelle di atletica. E poi le cerimonie di apertura e di chiusura. Anche a me piace vederle, non con le tue motivazioni e con un po' meno di interesse, lo ammetto. So che si tratta di grande sport, di grandissimi campioni, di un’occasione quasi unica per alcuni atleti di farsi vedere in attività, e so che mi manca non vederle con te. L’ultima volta fu nel 2016, ma per questioni di fuso orario molte gare non fu possibile averle in diretta. E per altre questioni tu non eri nella forma migliore, periodo tragico in attesa di notizie pessime, con la speranza ancora dura a morire. Sono passati otto anni. Sono capitate cose sconvolgenti e non immaginabili nel frattempo, come la pandemia e le guerre. Il clima sembra ormai impazzito, i prezzi sono cambiati e aumentati, tutti cercano di rinnovare ogni cosa, salvo la testa che rimane la stessa di sempre, la mia compresa. Ciao, Viz. Sono stato fortunato, solo questo.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 26 luglio 2024

Vai via

Vai via, che provi la tua assenza

Che avverta la mancanza

Che senta la lontananza

Oltre il mare e le montagne, dove andammo e sulle quali salimmo

Oltre le nebbie di alcune giornate in pianura, quando le nebbie c’erano

Vai via in modo che capisca cosa ho perduto, che lo rimpianga e lo ricordi

Vai, se devi andare, e se puoi pensa a me, da dove sei e da dove non sei

M’illudo che la tua lontananza possa far arrivare telefonate malgrado sim ormai inattive e spazi inimmaginabili, che io tuttavia immagino

Vai via e resta, non serve che tu decida subito, né che tu lo abbia fatto in passato o lo decida in futuro. Scegli entrambi.

Vai via, che mi resta la gelosia

Con la malinconia e il ricordo di grigliate di carne e di pesce, di vino fresco e di braci che si spengono lentamente, con te che le controlli sino alla fine

Sembra ieri, ed era inverno, ora è estate, e sei andata via

Vai via comunque, me lo merito, questo me lo merito, almeno una parte di dolore non ti compete, oltre a quello che hai dovuto subire

Vai via, che giustizia non c’è, o se esiste ancora non la vedo. La vedro?

Troppe parole, troppe, e quello che dovevo dire l’ho detto, che altro potrei aggiungere per rendere più esplicita la cosa restando nei limiti del dicibile?

Nulla, in effetti, sei andata via, è questa la realtà che ora vivo. E resti.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

giovedì 25 luglio 2024

Scelte

Prima di tutto occorre stabilire esattamente come considerare una certa decisione. Mi spiego meglio. Ogni giorno affronto non so quante scelte, e molte in automatico, senza neppure perderci troppo tempo e solitamente senza fare errori. Scendo a piedi o con l’ascensore, e poi per salire? In questo caso non sbaglio mai, ma è chiaro che ogni volta scelgo, senza farci caso. Poi una scelta alla quale decisamente dedico un’attenzione eccessiva è dove parcheggiare l’auto quando ci sono molti posti a disposizione. Quello no, troppo vicino alle altre auto che aprendo la portiera potrebbero sbatterla sulla mia. Quello no, che poi mi imbottigliano. Quello forse, ma è troppo al sole. Quello andrebbe bene se non fosse tanto lontano…

Ma torno al problema iniziale, separare le decisioni da prendere in due categorie fondamentali. Prima categoria, le decisioni importanti, definitive e che avranno sviluppi nel futuro modificandomi la vita. Seconda categoria, le scelte che apparentemente sembrano vitali ma che, alla lunga, non cambieranno nulla. Nella prima, ad esempio, la scelta di dove cercare casa, di dove e a chi fare domanda di lavoro. Nella seconda, tra le tante, la meta per le vacanze tra diverse località di mare o di montagna simili tra loro, la pizzeria dove andare a cena.

Poi però mi si insinua il dubbio perfido che praticamente ogni scelta sia solo apparente, che in alcuni casi sarebbe lo stesso non fare nulla a parte l’indispensabile, e rimandare a domani tutto quanto è procrastinabile. Chissà quanto influisce veramente quello che mi piace e decido con quello che poi mi capita o mi capiterà. L’amore non l’ho trovato dopo una scelta, è capitato dopo una sequenza di situazioni, è arrivato non aspettato. Evidentemente avevo aperto la mia finestra temporale perché potesse avvenire, forse inconsciamente, ma poco prima ne ero all’oscuro e dopo il mondo sembrava/era diverso.

Più che scegliere, di recente, ho l’impressione di seguire la corrente. Mi adeguo e trovo decisamente arduo identificare dal primo momento la scelta che si rivelerà fondamentale, e sono anche sicuro che di queste, nella vita, non me ne restano molte. Sicuramente meno di quelle del passato, giusto? Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 24 luglio 2024

Strade

Quella di Thessalonìki a più corsie è stata un vero divertimento. So che non ti sei divertita molto ma a me è piaciuto percorrerla, non mi era mai capitato prima una superstrada nella quale non era vietato il sorpasso a destra, anzi, sembrava che fosse un gioco comune a tanti cambiare continuamente corsia per cercare quella a scorrimento più veloce. Che poi veramente non fosse vietato non ci giurerei, ma moltissimi facevano come me.

E poi due strade in Francia. Ricordo una salita lunghissima non lontana dalla costa, ripida in modo tale da surriscaldare il motore e farlo persino fumare. Ci accostammo in una piazzola e ci preoccupammo perché vedevamo l’olio del motore gocciolare sotto. Come ci raccontarono al ritorno era del tutto normale; sembra che sino a quel momento la Panda rossa non avesse mai percorso un simile tratto in salita col caldo estivo e che il motore fosse stato ricoperto di un olio particolare destinato a consumarsi e lasciare uno strato protettivo sulle parti meccaniche. Avvenne esattamente questo, perché poi non avemmo mai alcun problema. L’altra strada, che non ricordo più dove fosse ma comunque nella zona centrale del paese, era assolutamente rettilinea per moltissimi chilometri ma non in piano, anzi, con continue salite e discese. Uno spettacolo quando capitava di essere in uno dei tratti più alti e si spaziava con lo sguardo in avanti. Peccato che non facemmo foto, mi piacerebbe rivederne una adesso.

In Puglia per anni raggiungemmo un campeggio tra Peschici e Vieste percorrendo gli stessi tornanti, e trovammo sempre un vecchio televisore a tubo catodico abbandonato nello stesso punto dove ci fermavamo. L’ultima volta che ci passammo presi una grossa pietra e fracassai lo schermo. Mi riuscì solo al terzo tentativo.

Un’altra strada la conservo nei progetti futuri e non ne so molto. Non so se sarà l’ultima, non so neppure quando la percorrerò né dove mi porterà. È bene tenere sempre da parte qualcosa da concludere o un progetto. Giusto? Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 23 luglio 2024

Non ci mancava quasi nulla

Le enormi borse preparate prima di partire e poi, durante il viaggio, non è mai avvenuto che si usasse tutto. Lo so che ci sono motivi per portare abiti leggeri e abiti pesanti, ciabatte da doccia e scarpe, ombrelli e impermeabili, e forbici, e attrezzi di ogni genere. Lo so che le persone eleganti si muovono con pochissimo, scelto con cura, e sono sempre a posto in ogni occasione. So che altri poi chiedono magari quello che non si sono portati, e un po' fa rabbia averli sentiti prima criticare e poi, come se nulla fosse, dire che quella cosa in effetti farebbe comodo anche a loro. So molte cose. Ricordo quando cercai, vicino a Napoli, un piccolo tagliaunghie senza il quale mi sentivo perduto, e so perché adesso ne ho sempre uno con me. E so anche che tutto quel grasso per meccanico apparentemente inutile mi venne comodo quando intervenni sul differenziale in una piazzola dell’autostrada in Germania perché sembrava dovesse andare in pezzi. Non si può aver tutto né portarsi tutto in ogni viaggio, eppure assieme ci abbiamo provato. Avevamo dal cappotto spinato al costume da bagno, e alimenti utili in caso di brevi carestie. Questo avvenne, come potrei scordarlo adesso che mi mancano tante cose, tu per prima. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 22 luglio 2024

… e non ci puoi fare nulla

Compaiono specialmente in estate, e sono buste o di carta o di plastica trasparente che contengono fumetti invenduti e improbabili o, per i più grandi, riviste di giochi e parole crociate, con penna acclusa. Sono uno dei segni dell’arrivo delle vacanze anche dei cervelli, del periodo nel quale sembra giusto fare il meno possibile e senza troppo impegno. Da ragazzino pure io compravo queste buste per me, o più tardi per mio figlio, quando nelle edicole ci passavo più tempo a curiosare e comprare. Quei tempi sono finiti, ma non li rimpiango, mi mancano piuttosto le persone di quegli anni, il resto non particolarmente. Ricordo tutte le auto che ho guidato, tutte, anche il camper, ma non sono questi mezzi a quattro ruote che mi mancano, sono alcune persone con le quali ho viaggiato. Il resto conta nulla, o quasi nulla. Ho comprato molti modellini in miniatura delle auto che ho avuto, e anche di quelle che per qualche motivo ho amato, ma quella è un’altra storia, è una forma di collezionismo delle emozioni, non ha altro fine. Mi capita di ripensare alle trascorse vacanze in giro per l’Italia o per l’Europa, come potrei non farlo, però è anche un modo per apprezzare il non viaggio, la scelta di non andare più chissà dove per vedere ciò che non ho mai visto. I mezzi per muovermi li avrei ancora, è la spinta che è assente. Ho letto di recente che tra la persona di una certa età ma perfettamente in gamba e il povero anziano pieno di acciacchi e problemi è un attimo, e dopo non si torna indietro. Quindi accetto i mutamenti, ricordo auto e buste con fumetti rimasti invenduti che, anni fa, pure io comprai. È estate, bellezza, e non ci puoi fare nulla, nulla.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 21 luglio 2024

Vivere mille vite

Non illudiamoci, la vita è una sola, prove che dimostrino il contrario non sono mai state prodotte e chi lo crede lo fa per un atto di fede o per un motivo simile. Io per primo continuo ad illudermi in tal senso ma so di essere in un vicolo cieco che non porta da nessuna parte. Secondo Umberto Eco leggendo si possono vivere altre vite, si può andare in luoghi mai visti e conoscere chi è vissuto in altre epoche. Anche il cinema ha questo potere evocativo ed immersivo, specialmente nella grande sala. Per la durata della proiezione si prova la paura di chi sta per incontrare l’assassino, la gioia del successo tanto atteso, l’amore per la persona ideale o idealizzata. Si tratta sempre di illusioni però, nulla di reale, nulla di spendibile come relazione umana, nulla insomma. Tu chiamala cultura, storia, arte o come preferisci, ma sai benissimo che arricchisce la vita, non ne crea di nuova. E allora pure il sogno ha pari dignità, il sogno è immersivo, mescola vero e fantasia, ripropone dolore e piacere, soddisfazione e terrore. Nelle sue sabbie mobili che rallentano ogni azione l’intenzione evidente è fartela capire per bene che la vita scorre e a volte è ripetitiva. Chi è morto ritorna e ti parla, addirittura discute con te di come organizzare il suo funerale, ne sai qualcosa, vero? Ti fa andare nudo in volo o ti offre piaceri che in vita non hai mai avuto. Svela e sommerge, capovolge e reinterpreta. Altre vite, mentre si pensa di non viverle, ci sono, le viviamo. Ciao Viz. Così vanno le cose. Per ora.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 20 luglio 2024

combattere

Cadere non è il problema, magari ci si può far male ma non è quello che conta di più. L’importante è avere la forza, l’opportunità, il desiderio e l’aiuto per rialzarsi. Sono giorni, mesi addirittura, e anche più, nei quali sento con regolarità nostre amiche con enormi problemi, e in un caso è il compagno che mi racconta, di recente, neppure lei. Con gli anni che trascorrono i malanni prima o poi arrivano, e hanno nomi importanti che fanno paura. Li conosciamo entrambi ma ora non li diciamo, non è necessario farlo. Sino a quando si potrà lottare per essere vivi il giorno dopo, sino a quando si potrà godere di una relativa salute, sino a quando il culo farà il suo lavoro e terrà a bada le incapacità e le disabilità in agguato allora andrà relativamente bene. Non benissimo, quello rimane un sogno, ma bene accettabilmente, bene in confronto a situazioni peggiori. Di questo in parte riempio le mie giornate, e non sempre sono capito. Si cambia, il tempo se ne assume l’incarico e non accetta rifiuti. Quello che ero lo sono ancora, non posso annullare i pochi pregi e i molti difetti con in più alcuni vizi e debolezze, ma le mie priorità sono cambiate. Ora penso alle cadute e alla voglia di rialzarsi, alla fortuna di averla questa voglia, alla Signora che controlla ogni nostro gesto e osserva senza fretta. No, non conservo rancore più di tanto con chi mi ha detto alcune cose, mi serva di lezione però. Del resto si possono ferire gli altri anche semplicemente cambiando idee e interessi, e gli altri non sempre lo accettano. Ciao Viz. Così vanno le cose.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 19 luglio 2024

Un altro giorno

Seguire, accudire, aiutare, fare il possibile senza mai dimenticare me stesso, non l’ho mai fatto. Una sana dose di egoismo mi crea una sorta di involucro protettivo che cerco di mantenere intatto, permettendo il passaggio controllato di emozioni come avviene con le membrane cellulari, che sono molto selettive con ciò che può entrare e uscire, difendendo l’ambiente interno da quello esterno, differenziandosi e mantenendo così la vita, sinché dura, sinché possibile, sinché permesso. Il lutto lo elaboro con lentezza, ed è un lavoro incompiuto, necessariamente e personalmente tale. Le persone le perdo poco alla volta, me ne allontano io e se ne allontanano loro. Non attribuisco colpe a chi non mi cerca, io stesso a volte per tempi lunghissimi non cerco, ed è un errore, anzi, peggio. Eppure l’avere qualcuno da aiutare aiuta pure me, trovarmi qualche piastrella da risistemare mi crea fastidi ma mi restituisce uno scopo. Poi qualcuno dirà che si può fare diversamente, c’è sempre chi lo pensa e a volte lo dice. Ciao, Viz. Sai che mi manchi da troppo tempo, che molte cose sono cambiate da quando sei andata via, un po' mi sento strano a continuare così, ma non ho scelta. In certi momenti di scelte avrei bisogno di una parola, di un consiglio, anche di una critica senza pietà. Vabbè, è una giornata di mezza estate, il caldo è soffocante e non so se è normale o se veramente il cambiamento climatico corre a ritmi mai visti prima. Per ora resto a vedere, preoccupandomi il giusto.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

giovedì 18 luglio 2024

ci siamo stati, o forse no

In parte racconto cose vere, in parte invento, in parte mi lascio portare dalla fantasia e da testi cartacei o in rete e mi ritrovo a visitare o rivisitare castelli, vicini a casa o in altri paesi dove non sono mai stato da solo né ci siamo mai andati assieme. Così mi torno tra le mura di quel castello in rovina nel quale la sorte ha deciso di farci tornare la vita. Quando venne edificato la sua funzione principale fu quella della difesa della famiglia potente che lo fece costruire, poi divenne un baluardo per l’intero territorio. Tra le sue torri e le sue stanze fortificate vi si consumarono delitti, avvennero intrighi. Nel suo cortile venne regalata la morte per impiccagione e anche col rogo a chi quasi sempre non meritava tale sorte, come alle donne accusate di essere streghe. Che le streghe non siano mai esistite è una conquista costata sangue, non ancora completamente condivisa. Eppure anche noi siamo andati in quel castello, lo abbiamo visitato quando tu potevi esserci personalmente, ci siamo poi passati accanto un numero di volte incredibile nel tragitto tra casa e il capoluogo. E ci sono transitato sotto in certe tristi serate guidando da solo, al ritorno dall’ospedale. A vederlo da lontano sembra quasi un cioccolatino, o almeno a me da quest’impressione: un cremino con lo sfondo dei monti. Dopo anni di abbandono è divenuto meta turistica. Pagando si può entrare a visitarlo senza necessità di assedi o combattimenti. Che idiozia la guerra, che strano andare in pace a visitare un luogo nato per resistere agli eserciti. Ogni cosa costruita dall’uomo dovrebbe prima ottenere l’autorizzazione e il conseguente vincolo al suo utilizzo a fin di bene. In tutto questo però si va a cozzare col libero arbitrio, ammesso che tale si possa definire. Ciao, Viz. Intanto viaggio anche virtualmente, è possibile.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 17 luglio 2024

Coppie

Per un tempo indefinito li ho visto camminare assieme per le vie di Rovereto. Tu c’eri ancora, non come oggi, molto di più. Lui minuto, gracile. Lei una donna grande, più alta e più robusta, non grassa, solo più grande fisicamente di lui. Camminavano vicini, quasi appiccicati, e parlavano, non ricordo più le espressioni dei loro visi, ma adesso a ripensarci li vedevo felici. Ad un certo punto iniziai a vedere lei da sola. Le prime volte non capii, dopo sì. Lui se ne era andato, come hai fatto tu, e lei camminava nei soliti posti da sola. Mi sembrava meno curata, a volte decisamente in disordine. Una volta la vidi che brontolava per conto suo mentre le passavo accanto. Un’altra volta urlò parolacce contro qualche ragazzo che le aveva fatto qualche dispetto, o così immagino avesse capito, e magari lei aveva solo frainteso. Poco dopo non la vidi più. Sono anni che non li vedo assieme e un po' meno anni che non vedo lei da sola.

Stavano per entrare nel supermercato, poi ci hanno ripensato, e hanno continuato la passeggiata. Una bella coppia, entrambi biancovestiti, eleganti, anche i capelli bianchi. Magri, alti, a loro modo belli e, da giovani, sicuramente molto belli lo erano stati. Lui mi è sembrato elegante malgrado i pantaloni corti, cosa rara. Lei pure, anche senza pantaloni corti ma con un abito leggero al polpaccio. Altro non so di loro. Mai più visti. Tu da tempo non c’eri più.

Lui lo vedevo spesso passare sotto casa, anziano, capelli brizzolati e barba ugualmente brizzolata. Camminava lentamente e lei solitamente lo seguiva dietro. Immagino fosse femmina, ma non saprei dire, magari era un bel cagnolone maschio e con i suoi anni, tutti visibili. Si assomigliavano. Stessa espressione del viso/muso. Stesso colore dei capelli/barba/pelo. Una bella coppia, destinati a stare assieme, visibilmente e incontrovertibilmente. Io lo pensavo, tu lo pensavi, lo pensavamo e ce lo siamo detti quando c’eri molto di più. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 16 luglio 2024

Vivere in un posto impossibile

Per una volta non penso a luoghi inesistenti nel reale o a mitici aldilà nei quali avverrà il nostro ipotetico incontro, dove ci ritroveremo. So che in questo probabilmente m’illudo.

Penso invece ad una casa che ho visto, costruita su una scogliera sporgente sul mare, un luogo fantastico e da cartolina nel quale non so come sia possibile restare e dormirci la notte. Io non credo che ce la farei.

A Riva del Garda molti anni fa, con altri amici, fantasticammo di comprare una casa posta esattamente sotto una parete di roccia a strapiombo e col primo sole che la illumina solo dopo mezzogiorno. Basta che si stacchi un piccolo sassolino dalla parete perché, sotto, possa succedere una tragedia, e quella casa c’è ancora, anzi, ce ne stanno più di una.

Altre immagini mi mostrano luoghi dove qualcuno ha edificato case nei quali probabilmente avrei paura anche solo ad avvicinarmi. Eppure c’è chi li ha scelti e ci vive.

Non si tratta di mondi immaginari né di fantascienza, forse neppure di vera necessità o perché non ci sono altri spazi utilizzabili, solo un fatto di libera scelta. Un po' come certi rifugi alpini posti ad enormi altezze o come alcune basi artiche. Siamo animali strani, per certi aspetti, ma io per primo, sapendo di me, sono l’ultimo che dovrebbe stupirsi. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 15 luglio 2024

Cieli o ristoranti?

Se torni ci andiamo. Mi faccio violenza e prendiamo un aereo e poi entriamo, una sola volta nella vita credo si possa fare, in un ristorante stellato di una capitale europea a tua scelta ma dove non siamo mai andati e nella quale, da solo e senza te, non andrò mai. Potrebbe essere Praga, o Parigi, o Londra, o vedremo al momento. Sarà una spesa folle, sia per il viaggio e il soggiorno minimo, sia per il ristorante. E le follie per i matti vanno benissimo, sia in vita che oltre la vita. La pazzia non distingue nitidamente il vero dal non verosimile o dall’impossibile, e io conto esattamente su questo. Mi dichiaro pazzo e ottengo la licenza necessaria. Per non buttare completamente il sogno però, se proprio non andremo nel ristorante stellato, mi accontenterò del cielo stellato, hai visto mai che sia il luogo più adatto per un nostro incontro? Del resto alcuni fanno un elenco di cose da fare prima di morire, nel nostro elenco ideale aggiungi questo. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 14 luglio 2024

Trattenere la vita per i capelli

Talvolta si perdono i capelli prima di perdere la vita. E in alcuni casi non si sa cosa dire a qualcuno che in qualche modo si ama, poiché l’amore ha mille modi di essere, che alcune parole si sono già sentite, alcune situazioni si sono già viste, che si prevede come potrebbe andare. E dico andare e non finire perché lo trovo ingiusto e non mi piace. Riapre ferite mai chiuse completamente. Tu sai già che penso al tumore, quell’animale cattivo che si presenta, non si lascia vincere ma solo combattere per un po', non cedendo quanto o quando potrebbe. È quello il solo animale cattivo, gli altri non lo sono mai, neppure quelli che uccidono perché è nella loro natura. Non credo sia piacevole essere sbranati da un carnivoro, ma il carnivoro è nato per nutrirsi in quel modo, non lo ha scelto, è la natura che ha scelto per lui. Che il tumore allora sia solo natura e non sia cattivo? Non lo so, se ragiono così non lo so più. La cattiveria dovrebbe implicare non solo la volontà ma anche la non necessità. Chi deve fare non è colpevole per quanto fa. Non so cosa pensarne sul piano giuridico, a me basta vedere la cosa dal punto di vista medico e, per essere più preciso, alla sorta di condanna, senza appello o quasi, che comporta una diagnosi di tumore. La vita continuerà o si fermerà perché è arrivata alla fine? E l’amore che si confonde con l’amicizia come farà a decidere chi vorrà essere da grande? Entrambi è la risposta. Tutto, sempre, senza escludere la bellezza, la gratitudine, il ricordo e un po' il rimpianto, sì, anche quello. Ma le cose vanno avanti, e cosa avverrà domani non lo so.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 13 luglio 2024

Pomeriggi estivi

Pedalare sotto il sole micidiale estivo del primo pomeriggio nelle vie cittadine non è tra le esperienze più piacevoli ma ci può essere un motivo, un premio finale che giustifica tale piccola pazzia. Del resto è peggio camminare a piedi perché i tratti in pieno sole diventano più lunghi mentre in bicicletta, infrangendo il codice, si può andare velocemente contromano sul lato in ombra evitando con cura di infastidire i pochi pedoni in giro a quell’ora. Nulla di particolare in queste considerazioni dettate dalla pigrizia e dalle poche novità. Fuggire dall’afa e dal caldo eccessivo un tempo avveniva in modo diverso. Con te si andava a visitare luoghi, si cercava spesso il mare o un posto in alto, in montagna. Da quando sei andata via ho mantenuto alcune mie abitudini solite, non mi sono ancora abituato alla tua assenza ma questa mi ha aperto le porte ad altre assenze. Di alcune persone ho perso il bisogno, sparito quasi nel nulla. Avevo priorità che si sono sciolte al sole. Qualcuno ha scritto che, dopo anni trascorsi con una persona, quando questa manca è semplicemente il caso di ritornare alla vita precedente, prima che quella persona arrivasse. Che frase stupida. La mia vita non è più stata quella di prima perché io non sono stato più quello. Se fingessi di ritornare ad esserlo dopo di te sarebbe illusorio e ridicolo. Sembravo un’anima in pena, quello non m’interessa più. E non ho alcuna voglia di chiedere nulla a nessuno. La differenza è questa. Tu resti. Stop. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 12 luglio 2024

Nessuna pietà

Imputato si alzi, daremo lettura della sentenza.

Noi Magnifici e Non Fallibili, dopo aver preso visione, senza riuscire a trattenere il riso, della sua intera meschina vita e dei fatti che l’hanno resa quel capolavoro di stupidità appalesato ad ogni ancorché superficiale lettura, ci siamo riuniti come da tempo in tal modo non avveniva. Abbiamo innaffiato la discussione con bianchi italiani, rossi francesi e bionde tedesche. Non era la sobrietà che ci serviva, neppure la serietà dei tomi ricchi di citazioni colte e di casi giuridici che hanno fatto la storia del diritto. Tutte le pareti del Gabinetto del Consiglio ne sono piene con le loro enormi librerie in mogano lucido e antico, ma non ne abbiamo avuto alcun bisogno. L’ignavia delle sue risposte a chi le chiedeva aiuto è unica. Il profitto ottenuto dal suo comportamento si è rivelato controproducente sin dai primi anni, e ancora ammettiamo di esserci sbellicati alle risposte ottenute da tutte le ragazze alle quali ha fatto proposte. A suo unico merito dobbiamo ascrivere che non è stato violento mai, se non a parole, ed è l’unico punto a suo favore. Purdunque sappia che usammo clemenza non dovuta nello stilare la breve sentenza che tra poco le comunicheremo. Le parole non sono sufficienti a condannarla nel modo che sarebbe giusto. Serve altro, serve tempo, serve che capisca finalmente anche se alcuni di noi hanno ragionevoli dubbi che in lei possa accedersi il lume. Ecco allora ciò che decidemmo e scrivemmo, consegnando poi questa Decisione in duplice copia agli Archivi. A lei non daremo né un originale né una copia apocrifa, solo questa lettura:

Ricomincerai a vivere dall’inizio e saprai in anticipo quello che avverrà, proverai vergogna e imbarazzo per quello che già conosci e che si ripeterà identico, scenderai nel buio della tua mente e nessuno avrà pietà di te perché tu non l’hai mai avuta. Non avrai l’amore ché non ha mai provato o dato. Sei un rifiuto umano e ti condanniamo a riviverti in consapevolezza. Che ti sia di aiuto e lezione. Ora puoi uscire, sei libero di tornare ai tuoi diciott’anni.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

giovedì 11 luglio 2024

Il grande fiume

In una stagione finita da anni gli argini del grande fiume per me sono stati importanti, quasi mitici. Li ho percorsi per lunghi tratti, mi sono immaginato un navigatore, le sue golene piene di pioppi e salici e altri alberi erano foreste vergini da esplorare. Con gli amici, pochi anni più tardi, mi piaceva percorrere in auto, la sera, le strade sulle sue rive e ascoltare in sottofondo Ray Charles che cantava Ol’ Man River. Quell’audio cassetta mi è stata rubata in una vita successiva, con altri oggetti, ma quel brano l’ho recuperato su un altro supporto, fa parte della mia storia prima di incontrarti. Un altro pezzo della mia storia è stata la pazzia di mettermi in canoa sul grande fiume in un momento di piena. Appena allontanato dalla riva la corrente mi ha spostato di qualche centinaio di metri ed ho dovuto pagaiare molto per ritornare al punto di partenza, restando vicinissimo alla sponda dove potevo contrastare ancora la forza del fiume con le mie sole braccia. Se avessi avuto un incidente mi avrebbero forse ritrovato al mare, o magari sarei sparito per sempre. lo ammetto. Se sono vivo ancora è solo culo, non merito della mia intelligenza o della mia prudenza, solo una fortuna sfacciata e cieca, perché non so se mi merito di essere aiutato durante le mie pazzie. Per anni mi dicevo che probabilmente sarei morto annegato finendo nel fiume in auto. E non è successo. So nuotare ma il grande fiume merita rispetto e con chi rischia troppo non è sempre buono o comprensivo. Ciao, Viz. Con te ormai sugli argini del fiume ci passavamo solo durante i nostri spostamenti, non come facevo in precedenza. Mi sarebbe piaciuto averti incontrata prima e, la sera, portarti in auto sulle strade che stanno sulle sue sponde e ascoltare in sottofondo Ray Charles che canta Ol’ Man River. Se rinasciamo vediamo di farlo.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 10 luglio 2024

Strade che si perdono e pazzi ovunque

C’è un posto che non c’è sul quale ci dovrebbe essere pochissimo da dire, e tuttavia molti ne hanno parlato o l’hanno citato, e in tanti continuano a farlo. Per qualcuno è una casa, ma può essere un monte, un’isola, un luogo che si raggiunge solo attraversando un fiume e senza più poter tornare indietro. Quindi anch’io ho il mio posto che non c’è, dove si entra solo se esplicitamente invitati e sul quale poi c’è l’obbligo di riservatezza. Obbligo pleonastico, perché è mia cura far scordare ogni cosa a chiunque appena ne è uscito. Quello è nel mio potere e diritto, è un posto solo mio. Tu ci sei e ci puoi restare a tuo piacere, non ho intenzione di farti andar via, ma sappi che questo posto non c’è. So di una strada che si confonde e si perde da sola. Sogni che sembrano veri e pazzi, veri pazzi, che sanno ogni cosa e non raccontano nulla a nessuno. Questi pazzi li caccerei volentieri per il solo fatto che non dicono nulla neppure a me. Uno solo tra questi una volta mi ha spiegato che anch’io sono uno di loro, e che pure io non dico mai nulla a nessuno. Quando sono particolarmente stanco mi sembra di potermici riposare, ma non ne sono veramente sicuro. Ho fatto la tessera per poterci entrate, molti anni fa, so di averla ma non la trovo mai. In ogni caso la tessera non è richiesta per l’ingresso, quindi anche se non la trovassi più non sarebbe grave. Quando la feci mi fu spiegato che la mia foto sarà sempre attuale, in ogni momento rappresenterà il mio viso esattamente com’è in quel momento, sorridente o triste, magari anche con quel fastidioso foruncolo sulla guancia destinato a sparire alcuni giorni dopo. I luoghi reali che conosco oppure ho visitato, che abbiamo visto assieme, a volte sono raggiungibili dal posto che non c’è, e questo mi fa sospettare che in parte, pure nella realtà che esiste, questi luoghi siano spariti o talmente cambiati da essere irriconoscibili. Beato chi muore prima di vedere lo scempio prodotto dai mutamenti sbagliati, che parte senza le immagini della distruzione della memoria e del mito, che non sa del destino tragico di chi ha amato. Io ho un rifugio che non c’è, e me lo tengo stretto perché ti ci trovo quando ti cerco nel modo giusto. Non chiedermi altro, so che è così. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 9 luglio 2024

La granita e il sole che spacca le pietre o scioglie l’asfalto

Una granita sotto il pioppo, col caldo afoso necessario a farti apprezzare ancora di più il freddo della granita. Non esistono regole assolute per una granita ma io resto legato a quella sempre più rara da trovare, ottenuta dal ghiaccio macinato con l’aggiunta dello sciroppo. Col bicchiere gelato e lo sciroppo solo sopra poi ero io che col cucchiaino lungo mescolavo ghiaccio e sciroppo. E lo sciroppo a che gusto potrebbe essere? Ne ho provati tanti di gusti, troppi. Quelli che preferisco sono l’amarena e il limone, ma mi piacciono anche la granatina e alcuni altri. Non amo per nulla la menta. In tempi recenti ho meno occasioni di consumare granite come facevo una volta, e quando mi capita mi devo quasi sempre accontentare di quelle preparate con i distributori automatici che continuano a girare e mescolare il liquido colorato in parte ghiacciato, e poi utilizzare la cannuccia d’ordinanza. Ma non è quella la mia granita, è un’altra cosa. Poi ci sono certamente la granita siciliana, o quella al caffè con la panna, su quelle non mi pronuncio, non fanno parte della mia storia. Io rivoglio una granita di ghiaccio tritato seduto all’ombra sotto una tenda o sotto un pioppo, e attorno l’aria tremolante della pianura ferrarese, col sole che spacca le pietre o scioglie l’asfalto. Ciao, Viz, tu le granite che mi piacevano le hai assaggiate, e sai che ho ragione.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 8 luglio 2024

Mi parli ancora

In quest’estate strana con giornate di pioggia e temporali più frequenti del solito sento meno l’assenza del mare. Per lunghissimi anni il mare è stata prima una delle mie mete d’elezione, e poi la nostra. Senza alcuni giorni al mare sembrava quasi che non fosse estate, le vacanze balneari erano sottintese. Da molti anni non è più così. Alcuni luoghi mi mancano, ma non troppo. Soffrirei a vederli cambiati, solitamente in peggio. Meno spiaggia libera, maggior presenza di attività organizzate e invasive, sempre minor capacità personale di adattamento alla confusione tipica dei luoghi troppo affollati. Divento insofferente ogni anno che passa. Seleziono gli interessi, rinuncio a molte mete perché da solo sarei ridicolo e mi sentirei fuori posto, ricorderei quello che eravamo e mi calerebbe la rabbia per non poter far nulla per modificare i fatti. Dovrei evitare di lamentarmi, la mia è una condizione condivisa, naturale per tantissime persone. Tre giorni fa con tua cugina se ne parlava e mi confessava che lei spera le venga risparmiato il dolore della perdita delle sorelle, vorrebbe essere lei la prima delle tre ad andarsene. Nulla di nuovo insomma, e io non so cosa augurarle. Per fortuna non è in mio potere prendere una decisione simile, la lascio alla Signora, e del resto non ci sono alternative. Tu mi parli ancora, potrei dire, parafrasando un film che ho visto non troppo tempo fa. Non lo fai con parole che arrivano alle orecchie ma parli. O magari è solo un mio sogno consolatorio. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 7 luglio 2024

accanimento

Le opinioni differiscono in proposito, e le mie differiscono tra loro da un giorno all’altro. Non si tratta di essere o meno coerenti, non so neppure dire di che si tratta, non so nulla. Sono venuto dove non sei per anni due volte al giorno. Ho esagerato? Magari ammetto che è possibile, una forma di accanimento senza vere giustificazioni, con risultato ottenuto pari a zero perché tu non sei tornata. La realtà, leggendola in modo diverso, è che non sei mai andata via e semplicemente hai mutato modalità di presenza. Presente nei pensieri lo sei eccome, e ne ho le prove ripetute senza necessità di spiegarle. Chi ne ha qualche idea capisce cosa intendo, e chi non ne ha esperienze mi reputa semplicemente un dissociato leggermente stupido e illuso. Forse neppure leggermente. E gli altri che ne pensano? Lo sento quando ne parlano, lo leggo in quanto scrivono, lo intuisco dai pensieri che non esprimono a parole. La pensiamo diversamente. Io continuo a venire una volta al giorno. Magari smetterò e verrò ogni tanto, sentendomi in colpa, poi magari riprenderò da domani stesso a tornare due volte al giorno. Non conosco in alcun modo quello che deciderò domani. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 6 luglio 2024

Elenco da spuntare - Ordine casuale

Cercare consolazione.

Meditare di buttarmi in imprese necessarie e da troppo rimandate.

Leggere l’oroscopo tentando di capire le previsioni del tempo personale.

Ritornare dove andammo assieme. E cercarti.

Perdere decisamente tempo e non avere alcuna scusa da accampare a mia giustificazione.

Dare la colpa all’età per alcuni errori commessi.

Fingere interesse e non averne alcuno.

Dire cose personali ma senza esagerare troppo.

Pagare al ristorante perché mi fa piacere, lo trovo giusto e perché mi sento in vacanza. Questo non ha prezzo.

Visitare un magnifico palazzo sempre ammirato solo da fuori.

Rischiare un incidente ma non per colpa mia.

Aspettare e rimandare l’occasione.

Supponendo che i momenti essenziali della vita, quelli che le danno un senso, siano pochissimi, tutto il resto come cucinare, lavare, pulire, imbiancare, riparare e via continuando è un riempitivo che serve all’attesa e poi per metabolizzare. Non sono certo tuttavia della supposta premessa. Alcune opinioni meritano maggiore attenzione, in particolare quelle che non fanno riferimento alla propria autocommiserazione. Sorridere è vitale e necessario, maggiormente restando sulle cose serie. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 5 luglio 2024

Ritornare

Ritornare, occorre dirlo in modo chiaro, non è possibile. Partire invece è molto più facile, si parte continuamente magari senza neppure muoversi.

Ed è naufragare, spezzare, superare, dimenticare, ripulire, riorganizzare… i verbi si sprecano perché il mutamento è mutevole pure nelle sue forme, diverse per ognuno anche se simili, perché nessuno è veramente originale in tutto e ugualmente neppure completamente replicabile. 

Se qualcuno ci loda per la nostra unicità dice il vero e mente, allo stesso modo. Occorre capire per quale motivo dice queste parole, e poi ritenersi soddisfatti e non indagare oltre. Se invece ci ritiene dei cretini unici è meglio lasciar pendere e sapere che sicuramente sbaglia, magari cretini lo siamo, unici mai. 

Per tornare al ritornare mi spiego meglio. Anche se si intende farlo, non si torna mai, assolutamente, dalle persone che conoscevamo, nel luogo noto, tra le strade già percorse. Il tempo ha cambiato quello che era. Il solo modo che ci rimane per ritornare è rivedere le fotografie di quel momento, solo quelle hanno fissato esattamente la meta del viaggio reale o della memoria. Anche particolari che ci erano sfuggiti. 

Ogni volta che siamo tornati ai lidi lasciati un anno prima non li abbiamo mai trovati identici. Stessa spiaggia stesso mare è stato solo un motivetto estivo che sempre meno ricordano. Ciao, Viz

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

giovedì 4 luglio 2024

Strade vecchie e nuove

Ho ridimensionato le mie mire espansionistiche territoriali. Un tempo contavo in quanti luoghi avevo messo radici, radici che giudicavo molto forti, perenni per rubare un termine ad alcune specie vegetali. Non è stato così. In alcuni posti le radici si sono seccate con tutta la pianta perché da tempo non le innaffio più. E le piante di un minimo di cura hanno bisogno, se non sono infestanti o endemiche o adattate naturalmente. Di naturale però nelle mie abitudini c’è poco, il mio comportamento è legato al passato, alle bizze che mi passano in testa, alle infatuazioni e, in una parola, sono comportamenti culturali indotti. Quindi mi ritrovo a percorrere vecchie strade, perché ancora mi restituiscono emozioni e ne avverto il richiamo, altre le perdo col tempo che avanza, mi interessano meno. Sai che novità, sai che originalità. Mi capita sempre più di frequente riflettere e poi dire ad altri che un tempo si pensava alle vacanze, ci si impermalosiva perché non si era stati invitati ad una festa o ad una gita mentre adesso ci si raccontano i guai legati alla salute, all’ospedale e alla vecchiaia che, se avanza, semplicemente significa che siamo ancora in vita. Quindi molte strade vecchie, alcune ormai infestate da vegetazione spontanea e quasi irriconoscibili, e non molte strade nuove o ancora attuali. È così, bellezza, e non puoi farci niente, niente.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 3 luglio 2024

Il regalo più gradito

Ci si reca al lavoro, si esce per fare la spesa oppure si cura l’orto. Si vedono e si sentono persone, o magari no, capita pure quello. A volte le parole non si mettono in ordine prima di uscire. L’idea è precisa ma la sua organizzazione per comunicarla ad altri non sa partire nel modo giusto, sembra incepparsi. Demenza senile? Si spera di no, ovviamente, anche se alcuni problemi so di averli a livello cognitivo, lo ammetto, mentre so per certo che altri non lo faranno mai. E poi l’età non aiuta, anche questo è previsto e rientra nel quadro generale. Più probabilmente, per ora, si tratta solo di stanchezza e pensieri che vagano e distraggono. Intanto ricordo i regali ricevuti, alcuni almeno. E mi torna alla mente la mia reazione non sempre corretta quando alcuni regali non li capivo malgrado le buone intenzioni di chi me li aveva fatti. A volte mi è stato esplicitamente chiesto che regalo avrei gradito, pure quello è avvenuto. Capitò che a farmi questa domanda fossero alcuni ragazzini, ed erano i giorni nei quali ero in pensiero per mio nonno, ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Dissi loro che non si preoccupassero per il regalo, non era necessario e che la cosa che mi sarebbe piaciuta di più ricevere in quel momento non dipendeva da loro. Avevo chiaro il miglior regalo che mi sarebbe piaciuto ricevere, ma mio nonno morì pochissimo tempo dopo.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 2 luglio 2024

Un particolare sguardo

So di farmi male e tu, se puoi, evitalo. Nessuno ti costringe a leggere. Pure io dovrei evitare di pensare a queste cose, ma ugualmente lo faccio, ci penso invariabilmente e le affronto ogni giorno da punti di osservazione leggermente diversi sapendo che non portano a nulla se non al dolore, senza soluzione possibile. Sono autolesionista, lo ammetto. Il fatto è che ciò che è stato non si può mutare. Si può dimenticare, minimizzare, superare e metabolizzare, si può affrontare con mille diversi atteggiamenti, ma rimane quello che è stato. E arrivo al dunque, se ancora mi leggi. Lo sguardo di un piccolo cane ferito a morte mi rimanda ad oltre cinquant’anni fa, e sono costretto ancora adesso a rivederlo perché su quella strada di Mori dove lo vidi allora ci passo abbastanza spesso. Lui ritorna, come allora, ancora vivo mentre aspetta la fine. E mi rimane un’altra testimonianza che conosci bene, che tendo a rimuovere ma conservo gelosamente e non mostro a nessuno. Magari la cito ma non la faccio vedere. Uno sguardo triste che sente il peso dell’inarrestabile e che per un attimo smette la maschera dell’allegria e del sorriso per pensare a quello che arriverà, troppo presto e non voluto. È diverso finire quando la vecchiaia ha prosciugato molti degli impegni presi, dei progetti, delle forze residue, quando la vita si è vissuta sfruttandola sino all’ultimo. È come alzarsi da tavola a metà del secondo piatto senza poter assaggiare nulla di quello che sarebbe stato servito dopo, senza neppure sapere cosa aveva preparato il cuoco. Quel particolare tipo di sguardo nessuno merita di essere costretto a farlo, nessuno, assolutamente nessuno. Ciao, Viz.

                                                                                                 Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana