Oblio

Vivo la chiusura di una parentesi della quale ho fatto parte, sono stato uno dei termini legato agli altri dagli opportuni segni di operazione e con relazioni di maggiore o minore o di uguaglianza. I rapporti umani sono difficilmente incasellabili in equazioni pur se complesse e le variabili sono talmente tante che non vale la pena approfondirle troppo se non per motivi di studio che dovrebbero essere generalizzati oppure se in possesso della genialità di un grande scrittore. Non rientro nella casistica. Altri hanno già scritto di case di famiglia vendute, perdute per sempre perché così deve andare. E adesso mi chiedo perché semplici servizi di piatti siano stati risparmiati tanto a lungo se ora sono destinati allo smaltimento, perché parti di corredo siano state conservate con amore per poi finire come finiranno. Perché si investe tanto nelle cose, perché pure io lo faccio, perché scordo le persone e credo ancora che una cartolina mantenga un contatto che dovrebbe restare comunque e sempre, per tutto il mio limitato sempre? Il dolore di una vicenda che deve concludersi in questo modo, che ho spinto perché possa arrivare a questo punto, si presenta anche se pensavo di averlo superato. Vorrei prendere tutto e metterlo da parte, ma non so dove. Nessuno me lo impedirebbe, neppure chi ha più diritti di me e che vive con maggior dolore questa imminente perdita. Basta. Spero di dimenticate quello che va rimosso in fretta. E spero di poterti rivedere, magari in modi imprevisti, forse nel pomeriggio di oggi scambiandoti per qualcuna che passa. Arrivederci, Viz.

                                                                                                     Silvano C.©   
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