Il mese che tradizionalmente raccoglie giornate per me importanti le ha viste tutte passare la mano, non è rimasto nulla né di quei giorni né in qualche caso delle persone che venivano ricordate. Quegli anniversari destinati ad essere scordati. Leggo in un libro i pensieri di una donna che si mette in viaggio alla ricerca delle sue origini, della sua famiglia e dei suoi possibili parenti sparsi in vari paesi dell’Europa che durante il secolo scorso sono emigrati o sono stati uccisi durante le tragedie prima, durante e dopo il secondo conflitto mondiale. Le città sono cambiate, rase al suolo e ricostruite, a volte le case dove i nonni sono vissuti sono rimaste solo in qualche rara fotografia perché al loro posto si trovano centri commerciali o palazzi con grandi facciate in vetro. Chi è vissuto è scomparso. In qualche caso, come per migliaia e migliaia di ebrei, è come se non fosse mai vissuto, non se ne conosce neppure il nome perché i registri o i documenti sono stati bruciati o perduti per sempre. Solo i più fortunati sono stati uccisi nei campi di sterminio ma hanno lasciato una traccia del loro nome, altri neppure questo. Le feste per loro sono tutte passate, se hanno avuto momenti di festa, e sarebbero finite comunque. Perché allora dispiacermi per quello che ho vissuto e non ho più se ancora lo possiedo dove nessuno potrà rubarmelo o bruciarlo? Cosa ha senso? Anche le mie feste sono passate e se capiteranno di nuovo non lo so. Intanto fingo che ritorneranno tutti gli anniversari importanti, magari anche con i festeggiati che non sono mai partiti del tutto. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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