domenica 12 marzo 2023

Io sono, tu sei, egli è …

Noi siamo ciò che ricordiamo di noi ma questo vale solo per noi. Per gli altri siamo altro. Qualcuno è il professore, la zigherana, lo storpio o la Matilda. Un grande scrittore che ha iniziato a dimenticare chi era ad un certo punto della sua vita, quando la malattia era ormai evidente a lui e agli altri, sembra abbia detto che stava perdendo la memoria ma per fortuna non ricordava quello che stava perdendo. Quindi io non sono più il bambino che ero ma non sono del tutto mutato, e non sono neppure quello che in realtà sono rimasto per tutti. Lasciando in varie occasioni i luoghi dove avevo vissuto ho dovuto e potuto ricominciare quasi una vita vergine, mai scritta né conosciuta, ho avuto la possibilità di mentire o raccontarmi come mi faceva comodo portando tuttavia un bagaglio ingombrante che, chi voleva e sapeva, poteva in qualche modo riconoscere colpevolizzandomi o rivalutandomi. Tra gli obblighi ai quali non voglio rinunciare c’è la tua memoria, quella per me è importante perché tu mi condizioni, mi hai descritto nel modo più oggettivo e tenero possibile, e quella descrizione, quelle parole, quelle critiche e quei riconoscimenti sono irrinunciabili. Io sono, tu sei… ciao, Viz.

                                                                                                     Silvano C.©  
            (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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