Secondo quanto si impara sui testi scolastici o
si trova nelle definizioni enciclopediche la storia inizia con la scoperta e
l’utilizzo della scrittura, e, ovviamente, della lettura, cioè della
trasmissione del sapere mediante codici e rappresentazioni condivisi.
La cultura umana fa così un salto di qualità e
si inizia a parlare propriamente di storia, ma la questione è legata solo ad una
nostra definizione, visto che noi abbiamo bisogno di classificare, nominare,
separare ed individuare.
E allora i nomadi, che hanno una tradizione
essenzialmente orale e non scritta, appartengono alla storia?
Certo che la situazione è quantomeno buffa, a
vederla da un certo punto di vista. Persone che hanno capacità e conoscenze,
abilità superiori in certi campi a quelle di molti altri, si trovano esclusi da
un mondo di vincitori, di fruitori di biblioteche, di testi in rete e quant’altro.
La frase “la storia la fanno i vincitori”
credo si possa leggere anche in un’ottica diversa.
Chi non sa leggere e scrivere è un perdente che
non può trasmettere la sua cultura secondo i canoni che ci siamo dati, ed è un
emarginato, che appartenga ad una etnia particolare, ad un gruppo sociale più o
meno ampio, o che semplicemente non abbia avuto possibilità o volontà di
studiare la scrittura.
La scuola pubblica, quando funziona, e
quando permette a bambine e bambini di imparare, è un’arma formidabile di
emancipazione sociale.
Chi sa scrivere e leggere poi non sempre
ritiene che gli altri abbiano diritto alle stesse opportunità, o meglio, per
essere più esplicito, alcuni ritengono che sia conveniente che la cultura (da
millenni legata alla scrittura) non si diffonda troppo, e con essa i privilegi
che ne derivano.
Voglio fare due esempi per far capire il
concetto (senza far nomi, ma ognuno può benissimo intuire di chi parlo).
Esempio uno. La moglie di allora di uno degli italiani
più ricchi e proprietario di varie reti televisive non voleva che i figli
perdessero tempo guardando la televisione.
Esempio due. Uno degli uomini più ricchi del
mondo, fondatore di un impero legato al mondo dell’informatica, non voleva che
i figli trascorressero al computer più di un’ora al giorno.
Vedi Antonino quel bambino come è
maleducato e pure vestito male, brutto e grasso? Tu lascialo perdere, gioca con
Marcella, è una bambina carina ed intelligente, e poi è la figlia di un mio
carissimo amico, il notaio Venuti.
Tutto chiaro? Penso di sì. A noi piace dividere
la storia evolutiva umana in periodi, ed uno di questi lo abbiamo definito
preistoria (pre-storia), ma il cammino della specie umana verso il futuro che l’aspetta
non ha bisogno di separazioni nette da sillabario anni trenta, e la vera sfida
è tra chi vorrebbe frenare una parte di umanità e chi, invece, vorrebbe un
progresso libero e non imposto per tutti. Sembra solo una questione accademica,
ma è la vita nella quale stiamo tutti immersi ora.
Ti racconto una storia
E prima di questa storia?
C’era un’altra storia.
E prima di quella storia?
….
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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