È un problema mostruosamente grande ed
apparentemente secondario. Grande perché riguarda direttamente e personalmente oltre
la metà della popolazione mondiale. Apparentemente secondario invece perché l’altra
metà del mondo, che detiene la maggior parte del potere nelle proprie mani, e
nelle istituzioni create a sua misura, lo ritiene tale.
Se appena ci si ferma a riflettere su ogni aspetto
della vita che ci circonda nel mondo attuale il divario maschile – femminile diventa
evidente. Nel lavoro le donne sono le meno pagate e quelle che fanno carriera
con maggior difficoltà. Nella cultura, se si va indietro di qualche decennio,
la predominanza del maschio sulla femmina è enorme, e più si scava nel passato
meno diventano la autrici e sempre di più diventano gli autori. Nelle principali
religioni le donne non possono pensare di arrivare ai ruoli che sono saldamente
in mani maschili.
Nel potere economico e politico si realizza lo
stesso copione, ed ovunque, anche solo girando in una qualsiasi città, si vede
che i nomi delle strade per lo più sono dedicate a uomini. Nel linguaggio il
maschile è la forma dominante, e le cariche istituzionali sono declinati al
maschile quasi ovunque, non solo in Italia. In alcune culture se si deve
decidere chi può guidare l’auto, uscire in modo autonomo da casa, affrontare
gli studi liberamente, decidere o meno di sposarsi e molto altro, a farlo non
può mai essere la donna.
Su Wikipedia, per ammissione del suo stesso fondatore,
un uomo, le donne che collaborano all’enciclopedia sono solo il 10%. Sempre per
restare su Wikipedia, che tiene in massima considerazione le fonti, se si trova
una voce storica è certo che le fonti sono quasi tutte maschili. Fare una
prova. Cercate Ipazia e andate a vedere la bibliografia. Tra le fonti antiche
13 testi (nessuna autrice). Tra le fonti moderne 27 testi (8 scritti da donne).
Come è iniziato tutto questo, e come si può
tentare di correggere la situazione?
Sull’origine non so dire, ma mi verrebbe l’idea
di mettere la specie umana sul piano delle altre, e vedere che ad esempio l’etologia
osserva il comportamento dei vari animali. Potrei pensare che tale
comportamento sia il più naturale per ogni singolo caso, e quindi il più utile
a mantenere la specie. Tra gli elefanti domina la matriarca. Tra alcune scimmie
il maschio più forte. Tra i lupi la coppia alfa. Tra i ragni talvolta la
femmina si mangia il maschio, dopo aver consumato le nozze, come torta.
Quindi non c’è una regola precisa per gli animali.
E la regola per noi come è nata? È risultata la
miglior soluzione possibile a livello evolutivo o è stato un fenomeno, da un
certo momento in poi almeno, esclusivamente culturale, cioè pilotato e
artificiale? Io propendo per la seconda ipotesi.
E come correggere una situazione a dir poco
drammatica? Questa seconda domanda è anche la più interessante, e la risposta
non è facile.
Per il mutamento occorre il concorso di insieme
di fattori, e ovviamente l’azione costante di un numero crescente di persone. Donne
e uomini insomma. E probabilmente, in questa fase, è necessario dare tutta la
forza possibile alle esigenze di giustizia e di trattamento equo delle donne,
in ogni società, a partire dalla nostra. Non bisogna lasciare intentata nessuna
via, in nessun ambiente, ma allo stesso tempo non infilarsi in vicoli ciechi che
distraggono soltanto. Il femminismo ha fatto il suo tempo, forse, si è
frammentato in mille movimenti diversi, ed è nato in un periodo di grandi
illusioni, che non viviamo più. Sono le donne che dovrebbero dire cosa è giusto
fare ora, e molte lo dicono. Il compito degli uomini, in questo momento, è
cercare di capire, e molti lo fanno.
Certo che non si può essere ottimisti se si
pensa a quanto è successo dopo le primavere
arabe per arrivare ai recenti fatti in Turchia. Eppure abbiamo un solo modo
per andare avanti: farlo assieme, senza escludere nessuno. Tutte le altre
soluzioni sono il ritorno al novecento, al medioevo, al periodo degli schiavi romani
o dei filosofi greci, che sono stati, questi ultimi, alla base della nostra
civiltà occidentale, ma erano uomini, erano solo uomini.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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