domenica 10 luglio 2016

I sentieri




 
Cerco l’infinito, in un attimo, una fotografia, un’antica stampa, un oggetto qualsiasi che mi riporti il presente di ieri. E confondo i tempi, le stagioni e anche ciò che è avvenuto.

Credo possa essere naturale questo, ma i filari di robinie ancora non li accetto, fanno parte di un’età nella quale non mi piacevano, ed ora ancora non mi vanno. Quell’albero è sbagliato, anche se non è colpa sua, ma è sbagliato. 

Credo che anche alcune persone possano essere sbagliate, per altre persone, e che il giudizio sia sempre e comunque diverso, mai uniforme e condiviso. 

Un infinito comprende gli odi e gli amori, un infinito, e gli altri? Non è che magari l’infinito è talmente grande che non solo ci è impossibile comprenderlo, ma addirittura non è l’unico?

Un segno che vedo è quello dei ragni, quello che lasciano tra gli angoli dei mobili o in alto, sulle pareti. Loro mi fanno capire che un giorno è passato, loro vivono nel presente, un presente che ne segue sempre un altro. Io a volte le tolgo, le ragnatele, ma solo a volte. Ora ne guardo una, che è lì da giorni, e la lascio.


                                                                                                                            Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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