Sono
troppi i motivi che mi portano alle considerazioni che scriverò sotto, e sono
quasi tutti relativamente recenti, perché non pensavo queste cose, non avevo
queste idee, diversi anni fa. Involuzione, cinismo, scontro con la realtà, fine
di illusioni o ideali, adattamento evolutivo, invidia, senso di inferiorità,
disinteresse? Non so dire se uno o più degli aspetti appena citati sia una
spiegazione, ma non mi dilungo, lascio ad altri la sentenza e passo oltre.
Se
una pubblicità martellante mi dice che in un certo modo, usando un certo
servizio, posso avere quella stanza di albergo al minimo prezzo possibile io
inizio dubitare del buon senso comune. Ma come? Un luogo esclusivo offerto a
prezzi stracciati che cosa avrà mai di esclusivo, e, inoltre, per quanto tempo
potrà permettersi di essere esclusivo se guadagnerà sempre meno?
Non
c’è logica previdente in questa sorta di catena di sant’Antonio per gonzi/furbi.
I primi che sfrutteranno il mezzo ne avranno certo un vantaggio, poi il sistema
entrerà in corto circuito e tutti ci perderanno. I clienti avranno meno
servizi. L’albergo scenderà di categoria. Alcuni perderanno il posto di lavoro
o diventeranno precari. Il creativo che ha avuto l’idea geniale, rotto il suo
giochetto, dovrà inventarne un altro, e cercare qualche altra cosa da
distruggere.
Si
parla di chiudere alcuni passi alpini, oppure di imporre un pedaggio, e si
creano fronti contrapposti. L’economia dei luoghi interessati è ovviamente
coinvolta, e ci si divide essenzialmente tra il bisogno di proteggere il nostro
ambiente e la necessità di mantenere viva l’economia di montagna. Ora certi
luoghi sono ricchi, ma nel secolo scorso da questi stessi luoghi si emigrava
per trovare altrove la possibilità di vivere. Serve equilibrio, senza prese di
posizioni integraliste molto facili e già in alcuni casi evidenti. Il problema
è anche decidere se desideriamo che certi luoghi diventino esclusivi per chi ha
i mezzi economici o fisici per raggiungerli (cioè sia in salute e possa
camminare per ore in montagna), oppure se li vogliamo mantenere aperti alla
maggior parte dei turisti disposti, per raggiungerli, ad accettare code e
disagi.
Un
camper a Perugia negli anni ’70 creava curiosità, e veniva accettato in pieno
centro senza alcuna limitazione. Allora erano pochi che se lo potevano
permettere, era una situazione esclusiva. Oggi i camper sono malvisti quasi
ovunque, sono apparsi da tempo sbarre e divieti. I camperisti hanno esagerato,
ne hanno approfittato, ma ora sono tanti, non appartengono più ad un gruppo
elitario, e vengono percetiti come barbari invasori, non certo come pionieri (pur se dotati di
mezzi che sono negati a molti).
L’opera
d’arte che ammiro al museo è stata prodotta da un artista spesso aiutato da un
mecenate, e l’artista raramente apparteneva all’immensa platea dell’umanità
costretta a misurarsi ogni giorno con i suoi bisogni elementari: mangiare e
dormire sotto un tetto. Molti artisti non erano ricchi in gioventù, e
neppure in tarda età, ma anche tra le classi meno abbienti sono apparsi geni che
hanno saputo imporsi. L’impressione di fondo che ne ricavo è di
una élite un po’ affrancata dalla miseria vera.
Che dire di chi vorrebbe emergere oggi? Nulla, non dico nulla.
Ritornando al generale penso che l’ozio (che deriva dal benessere) non generi solo vizi ma renda creativi, se si è predisposti ad esserlo, perché, tanto, di ignoranza sparsa a piene mani in ogni livello sociale non ne manca mai.
Che dire di chi vorrebbe emergere oggi? Nulla, non dico nulla.
Ritornando al generale penso che l’ozio (che deriva dal benessere) non generi solo vizi ma renda creativi, se si è predisposti ad esserlo, perché, tanto, di ignoranza sparsa a piene mani in ogni livello sociale non ne manca mai.
E
i rapporti oggi tra amici ricchi e meno ricchi, ed il senso di inadeguatezza
che alcuni possono provare (quasi atmosfera da Grande freddo), e la possibilità di includere e non escludere, e la
suddivisione tra chi compra le imitazioni e chi si permette gli originali, e l’errore
di voler quantificare in termini di cosa si possiede invece di qualificare in cosa
si è? Problemi aperti, ammesso che possano essere problemi.
Mi
sento un escluso a questo punto, forse ti chiedi? Mi avvalgo della facoltà di
non rispondere.
Oggi vedo le nuvole e sopra di loro le cime delle montagne che
le superano, e non si fanno certo spaventare per questo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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