Credo
sia un lusso, un’occasione che si sfrutta quando capita, forse una scelta di
vita meditativa che privilegia la lentezza e sicuramente occorre dare al tempo
anche un po’ di distacco, di senso completo di far nulla.
Chiudere
gli occhi al buio, ad esempio, stesi sul letto o beati su un divano a inseguire
le immagini della musica attraverso le cuffie. Dormire, o pensare con la testa
vuota e senza orologio, sotto il sole, su una spiaggia lontana dalla massa, dai
giochi di ragazzi urlanti, dalla musica invadente, dai discorsi da ombrellone e
dall’odore del cibo veloce. Sedere, sotto l’arco di un chiostro, e vedere
persone lontane, sapere che la vita corre, ma che ne sei distaccato, per questi
attimi, e nessuno vicino a parlare distraendoti dalla non concentrazione.
Poi
però l’incantesimo breve finisce, lo fa sempre. Ed allora ecco che cerco una
nuova meta, una preoccupazione in più (è una mia specialità), mi vengono in
mente le tante cose che non ho mai fatto, quelle che so di dover fare, e pure
le invenzioni create ad arte, gli impegni che non esistevano prima, ma che ora
ci sono.
Ma
perché mai ci si dovrebbe annoiare, alla fine? Che diritto abbiamo di farlo, o
di dirlo. Non ne ho alcun diritto. Essendo nato debitore, per definizione, avendo
avuto ciò che non ho pagato, in qualche modo devo restituire. Vorrei poter
restituire alle persone che mi hanno dato, sarebbe più giusto, ma non è
possibile, non più almeno, e non con tutti, quindi devo dare ad altri, in qualche
modo, a modo mio, in una forma che possa ritenere accettabile e utile.
Gli
estensi, in una delle loro più famose delizie, quella di Schifanoia, dentro le mura
cittadine, la noia la schivavano, ma con la noia loro intendevano scordare più
che altro l’assillo degli impegni politici e degli obblighi di governo, quindi
davano un senso un po’ diverso a quello che intendo qui, e del resto loro il
governo non lo scordavano mai, e sapevano molto bene come si mantiene, e si
difende, il potere.
Quindi
non mi annoio, è piuttosto il tempo mi manca per fare tante cose, troppe, ed
inizio a pensare che molte di queste le faranno altri, come è giusto che sia.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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