Arriva sempre, il giorno dopo. A volte è il
vuoto, altre la soddisfazione incredula, per dirne solo un poco. Il mio giorno
dopo è questo, oggi, ora, adesso.
Il giorno dopo aver sfogliato un album di fotografie
di quasi 20 anni fa mi ha fatto capire quanto io abbia avuto, quanto sia stato
fortunato. Ero più magro, più bello (?) anche, ma era bellissima lei, bella da far
ingelosire, e poi lui, ancora bambino, e gli altri, sorridenti, in un momento
di felicità.
Ma poi anche l’immersione in un’atmosfera che
da un po’ non vivevo, oppure la città, con poca gente in giro, e l’aria
particolare, tipica del Natale. Le chiese ancora terremotate, il presepe, la
coda in quella pasticceria, il piccolo scambio di doni, le assenze, presenti. Ed
il presente, ancora qui.
Non si poteva non viverlo, ieri, ed ora non
capisco più nulla. Da qualche tempo già ho perso alcuni punti di riferimento,
dentro, e mi sento meno sicuro nelle mie affermazioni. Il giorno dopo non fa
che confermarmi l’impressione di enorme fragilità del mondo che mi circonda,
del mio sistema, che si regge su regole non condivise, spesso superate, non più
di moda.
Però se penso a stati d’animo simili, di
tantissimo tempo fa, mi rendo conto che tutto questo è solo una costruzione
mentale, che poi, in passato, ho superato, e quindi pure questo momento è
destinato ad essere superato, ed il giorno dopo è solo un necessario momento di
riflessione, ma nulla di più. La vita prosegue, a suo modo, come ha sempre
fatto.
Buon giorno dopo, quindi, a tutti.
Buon giorno dopo, quindi, a tutti.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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