Che razza di domanda, vero? È sbagliata per
almeno due motivi. Il primo è che mette me al centro del mondo, ed io non sono né
sarò mai il centro del mondo. Il secondo è che mi preoccupo per il futuro, ed
il futuro è imprevedibile, anche se le assicurazioni e gli istituti di
statistica si azzardano in tentativi di previsione, ma per loro sono solo
affari, e quello è un lavoro.
Sarebbe giusto vivere alla giornata, perché alla
fine si viene in ogni caso sconfitti, ed un avvenimento imprevisto ci
sorprenderà, rovinando piani e festa. Si fa ciò per il quale si è programmati,
ci si muove seguendo la nostra impronta genetica ed ereditaria, l’educazione,
le imposizioni ambientali, e quindi le possibilità di scelta reale sono
relativamente limitate. Se fossimo liberi di fare veramente quanto vorremmo
quanti credi che sceglierebbero di vivere ai margini, di morire di fame magari,
o di lavorare sottopagati quasi schiavi? Ed ho fatto solo tre esempi, per
spiegare che non siamo liberi per nulla e che, in definitiva, possiamo decidere
ben poco di quello che ci aspetterà, malgrado alcuni dicano che ognuno è
artefice del proprio destino.
Ed io mi preoccupo del domani, lo confesso. L’ho
sempre fatto. È grazie a questo modo di impostare le mie azioni che a volte
porto con me, nei viaggi, tonnellate di cose, che cerco un po’ di risparmiare,
che penso a mio figlio ed a mia moglie, che rifletto su quanto hanno fatto i
miei e su come hanno impostato la loro vita. E per questo motivo che cerco di evitare alcune
trappole, cadendo puntualmente in molte altre. E così si spiega come invariabilmente venga deluso e poi
deluda a mia volta. In definitiva non sono mai completamente tranquillo,
neppure quando tutto sembra procedere come deve. Figurarsi poi quando mi prende una grossa
paura per quanto potrebbe succedere, e poi se ne aggiunge una
seconda, e poi una terza… poi smetto di aggiungerne, perché sfiorerei il
vittimismo.
Odio il vittimismo, del resto, e disapprovo
pure chi vive alla giornata, sprecando quello che si potrebbe conservare. Ma ammetto che non so quanto ( e se) sbagli chi si comporta così. A volte costui mi fa
rabbia perché ho l’impressione che viva meglio di me, ma allo stesso tempo io
faccio rabbia a me stesso perché non riesco a vivere in quel modo, per molti versi
molto più saggio e filosofico del mio.
Ma che razza di destino.
E se trovassi la giusta via di mezzo, il
sottile passaggio tra un pericolo ed il suo opposto, come quando in un luna
park, tanti anni fa, il mio percorso mi faceva sfiorare mostri e fiamme
ma all’ultimo momento potevo spostarmi, e mi salvavo? Che ne sarà di me
domani, che ne sarà delle persone che amo, anche se non le amo abbastanza? Io non
lo so, e neppure vorrei veramente saperlo. Sono disposto ad accettare il sapere
solo a condizione di avere anche il potere di modifica. Senza il secondo, il
primo mi interessa poco. Quindi vivo, visto che non posso fare altro, e
continuo a preoccuparmi, chiedendomi cosa succederà domani.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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