Leggendo di siffatto incidente, di un uomo che cadde in una
buca per guardare le stelle, come non pensare alla sua stupidità? È la prima
cosa che viene alla mente, anche perché da questo automatismo non esattamente
logico derivano a migliaia gli espedienti scenici per far sorridere senza
troppi sforzi un pubblico non incline a perdere tempo per pensare.
Sorridere di queste piccole cose può anche essere utile per
allentare la tensione, non lo nego, e se capita poi che sia io ad inciampare in
una buca non vista prima credo sia giusto che accetti di essere un po’ preso in
giro. Ma qui divago, e torno indietro nel tempo, ad un attimo prima del bivio
della scelta: ridere o non ridere?
Ora ripropongo la scena letta, ma la racconto in modo
diverso, ovviamente senza cambiare i fatti, ma solo il modo di raccontarli. Ed
ecco allora che un uomo, per guardare il cielo e scoprire un po’ il segreto
custodito dalle stelle, per riflettere sul suo stesso significato, non si
accorse della buca davanti a lui e vi cadde dentro.
A te ora scegliere come leggere il fatto di quell’uomo che
cadde, perché, devo dirtelo, dalla tua scelta, derivano poi alcune conseguenze.
Silvano
C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Bisognerebbe ridere di chi non sa alzare gli occhi al cielo.
RispondiEliminaottimo punto di vista... mi piace...:-)
Elimina