mercoledì 21 febbraio 2018

Cose da non fare mai


Affrontare una discussione con chi non vuol ragionare ma solo imporre il suo parere, che chiaramente non intende cambiare idea per nessun motivo e che si spende per portare acqua al suo mulino pensando di poter convincere gli altri a far quello che lui non è disposto a fare.
Cerca di essere più sintetico. E poi la prendi molto dalla lontana.
Buttarsi in iniziative rischiose per il solo gusto di provare l’esperienza e non per il desiderio di raggiungere una meta, di fare una cosa utile, di darne o averne qualche beneficio.
Perdere tempo inutilmente, dedicarsi ad attività solo ricreative, ripetitive e scaccianoia.
Puntare troppo sulle persone sbagliate invece di scegliere con cura chi merita la nostra attenzione.
Ubriacarsi.
Vabbè, ogni tanto però. Sembra che tu abbia scordato Sirolo.
Drogarsi.
Fumare.
Mangiare troppo e male.
Leggere (o scrivere) invece di vivere.
Hai finito ora?
No, non ho finito. La cosa più importante è non far cose che possono far star male, come riordinare e trovare il tuo biglietto per il nostro anniversario, l’ultimo di quasi due anni fa. Quindi non bisogna mettere in ordine e neppure buttare nulla, pensare ad altro, distrarsi, andare via come se fuggire fosse possibile, fosse la soluzione. Non restare ma trasferirsi altrove, in un mondo diverso. Non usare la testa ma diventare acefali. Tentare di scordare invece di andare sulle stesse strade, sempre le stesse.

…………………….

Ecco, avrei voluto dire questo, solo questo. E poi ho rimandato, non mi sono deciso a metterlo sul blog, mi sono detto che non era il caso, che mi ripetevo ancora una volta.
Eppure, come non si deve mai smettere di testimoniare di non accettare il fascismo, come è giusto ripetere all’infinito che la violenza sui deboli è inaccettabile e come è necessario lottare in modo da dare a tutti la dignità del lavoro, e quindi come siano giuste molte altre cause e per ognuna di queste non si debba smettere di provarci solo perché si continua a farlo da molto tempo, ecco, per questi motivi mi ripeto, ed è giusto che io continui.
Da molto tempo la mia mente è occupata da un pensiero dominante, e da molti altri che fanno da contorno e supporto.
La tua assenza mi riempie la vita, assurdamente. Non ci sei e ti penso quasi di più ora che non ci sei. Ti ho mai amata veramente? Non lo so dire, ora non lo so più dire. Ti amo più adesso, inutilmente, di quanto avrei dovuto far prima? Anche su questa domanda avrei risposte dubbie e contraddittorie, e nessuno credo sia in grado di dire l’ultima parola. Tu sola possiedi la risposta, ma io non la so leggere, non la so sentire, non la so vedere. Ora tento di vivere, avverto nuove paure, cerco nuove sicurezze, mi adatto sin dove posso ma non intendo ancora piegarmi a quello che fui. Quella parte di me con te l’avevo quasi superata. Ora vorrei che sparisse per sempre.
E mi chiedo dov’è mia madre, che poco a poco si perde nel tempo. E dove sono mio padre e i miei nonni. Eppure sono vissuti, ed ora? Anche noi andremo con loro? Tu sei partita prima di me bruciandomi sul tempo (avrei preferito il contrario), ed io che sono rimasto ancora mi illudo di lasciare un segno, e intanto mi pongo alcuni obiettivi a breve e medio termine.
Colmare un po’ della mia ignoranza mi piacerebbe, ma qualche secchiello d’acqua tolta al mare non ne abbassa il livello, e di questo stiamo parlando. Ho appena avvertito un movimento alle spalle, ed ho pensato a te. Ma in casa sono solo, e nessuno si è mosso, malgrado io mi sia girato. Anche questo è inutile.
Le cose da non fare mai sono quelle che si pensa di fare o che incuriosiscono, in fondo, altrimenti come si potrebbero anche solo immaginare?


                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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