Lascio poi pensare al
lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e
tenute per le zampe, a capo all'in giù, nella mano d'un uomo il quale, agitato
da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto
per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per
disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi,
dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le
quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo
sovente tra compagni di sventura.
(Da ”I promessi sposi” di Alessandro Manzoni)
E con questo cosa vorresti dire, che noi
siam come i capponi?
Capito mi hai.
E spiegarti meglio no?
Io penso che ci stiamo beccando tra di
noi mentre non dovremmo dividerci affatto ma restare uniti invece, perché i
nemici son altri. Noi siamo gli ultimi, o vicino agli ultimi…
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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