Un attimo, una breve parentesi, un intervallo
iniziato e già finito, un lampo improvviso e destinato ad essere dimenticato.
Non dirlo, per favore, sono parole micidiali,
sono immagini che non mi piacciono.
Ma non sono parole mie, sono tue. Sei tu che
me le fai dire, che mi dai ancora voce. E non sei neppure certo che io le
direi.
Lo so, ma ugualmente non le devi dire. So che
oggi tornando e vedendo il lago le ho pensate, e che tu potevi essere lì al mio
fianco, al tuo posto solito o comunque vicina, a suggerirle. So tutto questo e
ne conosco l’assurdità. E non mi piace saperti simile ad un fulmine ormai
caduto.
Non sono stata un fulmine. Tante persone hanno
avuto molto meno di me, molto di meno. Io non dovrei lamentarmi… forse non mi
lamento neppure. Mi mancheranno i fiori. Mi mancheranno i libri. Mi mancheranno
i tanti pensieri. Mi mancheranno le verdure nascoste nelle polpette. Mi mancheranno
i musi lunghi e le risate. Mi mancheranno le delusioni e le vittorie. Mi mancheranno
le visite in ospedale. Mi mancheranno i compleanni, gli anniversari, le feste e
i ricordi. Mi mancheranno i film senza la fine. Mi mancheranno le agende ed i calendari pieni
di date ed impegni. Mi mancheranno troppe cose, praticamente tutto… Eppure io
non devo lamentarmi.
Lo so. Forse neppure io dovrei lamentarmi, e
le cose che mancheranno a te sono esattamente quelle che mancheranno a me. Non
so cosa fare per averle e sembra che sia impossibile.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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