venerdì 28 marzo 2014

Una serata ai Lidi


Rientra a casa verso l’una dopo mezzanotte, ma ormai potrebbe svegliare solo la moglie e la suocera, la figlia non abita più con loro perché già da alcuni anni è andata a vivere in città, nell’appartamento che ha avuto in eredità dal padre, il nonno di lei.
La suocera, nell’abitazione a fianco, in quel momento non la sveglierebbero neppure i botti di capodanno . Tutte le luci delle sue finestre sono spente. I cani, da parte loro, hanno collaborato, e non hanno abbaiato quando è sceso dall’auto. Sono solo corsi da lui per farsi dare una carezza in testa, e poi sono tornati nella loro cuccia, dentro il grande magazzino di fianco alla villa. Già, la villa. Suo suocero, con manie di grandezza - ben prima del tragico fallimento - aveva comprato quella villa in stato di abbandono ma con un grande parco, e lo aveva fatto per dimostrare a tutti dov’era arrivato partendo quasi dal niente, dopo aver vissuto per tanti anni in una casa costruita stanza dopo stanza, quando ancora questo si poteva fare. Poi ogni cosa era precipitata, con creditori, curatori, banche ed avvocati. Lo suocero quasi ci era morto subito, e comunque non aveva resistito a lungo, aveva solo rimandato la cosa di pochissimi anni.
Ora finalmente tutto sembra girare nel modo giusto, ma per arrivare a questo punto hanno dovuto vendere parte della villa, e dividere a metà pure il grande parco, creando un ingresso indipendente per i nuovi vicini. Hanno accettato di restituire grosse somme ad una finanziaria rimenendo quasi senza risparmi e la moglie, che per alcuni anni dopo la nascita della figlia non aveva lavorato, ora ha ripreso presso una ditta di import-export dove svolge un lavoro sempre più apprezzato, e grazie a questo porta a casa uno stipendio prezioso.
Pensa a tutto questo, mentre apre la porta di casa cercando di non far troppo rumore e poi appoggiare la borsa da viaggio e la valigetta accanto al mobiletto del telefono.
-         Ennio, ti aspettavo – Fa la voce mezza addormentata della moglie dal piano di sopra.
-         Arrivo Serena, ma tu dormi…-
Sale veloce le scale, e bacia la moglie che gli dice, prima di cadere riaddormentata, che ha chiamato Bruno. Ha intenzione di fare una cena nella sua casa ai lidi, e non devono mancare. È per venerdì, tra soli due giorni.
Lui registra l’informazione, e poi torna al piano terra, a sistemare un po’ le sue cose dopo i 5 giorni trascorsi a Pasadena al convegno internazionale di oncologia infantile. Ha relazionato per il suo gruppo di lavoro del Sant’Anna, ed ha ricevuto vari riconoscimenti, anche da medici di fama mondiale. Con l’inglese se la cava, quando non deve sostenere un dialogo troppo veloce, e con i termini relativi alla sua materia non ha difficoltà. Quasi tutta la letteratura scientifica, sin dai tempi dei suoi studi di medicina e poi della specializzazione sono in inglese, quindi quelli non sono un grosso ostacolo. Gli manca invece la lingua parlata dalla gente comune, cioè i giochi di parole e le mille frasi che non si possono tradurre letteralmente. E poi è convinto di avere una pronuncia impossibile, aggravata dalla deformazione dialettale emiliana, in particolare per quanto riguarda la esse. Ma ora per fortuna è di nuovo a Ferrara, e per un po’ può permettersi di dimenticare il problema.

Il giorno dopo in reparto qualcuno ha portato un paio di bottiglie di bianco frizzante del Bosco Eliceo per festeggiarlo, e riceve i complimenti di tutti, colleghi e primario, più la caporeparto ed alcuni infermieri. Il primario lo ha guardato come se lo vedesse la prima volta, gli ha fatto complimenti formali, è rimasto poco col gruppo e poi se ne è andato nel suo studio, seguito da Stefania. Cosa ci faccia nel suo studio non è dato sapere, è chiaro solo quello che fa con Stefania. Dovrebbe andare in pensione a breve, ma pare poco intenzionato a farlo, tanto il lavoro non gli pesa per nulla, visto che lo fanno tutti gli altri al suo posto.
Non ci sono cose particolari o urgenti ad aspettarlo. Il reparto, malgrado il riconoscimento internazionale, sembra in stato di abbandono. Si prevede ormai quasi imminente il trasferimento nella nuova sede di Cona, in quella landa sperduta nel nulla, i “Prati di Palmirano”, che per un ferrarese doc sono quasi sinonimo di luogo isolato e dimenticato.
Si ritira nel suo studio, e telefona a Bruno. Lo conosce da un paio di anni, cioè da quando, una volta che era andato ai lidi senza motivi particolari, giusto per rivedere i luoghi della sua giovinezza e trascorrere un paio di ore in tranquillità e da solo con Serena, gli era capitato di salvare dall’annegamento un ragazzino che si era spinto troppo al largo ed aveva trovato una buca nella sabbia, come succede che se ne formino ogni tanto, nel gioco delle correnti. Annegare nel mare dei lidi, con quella discesa lenta e chilometrica verso il basso del fondale è quasi impossibile, visto che ancora ad un centinaio di metri dal bagnasciuga non si affonda nell’acqua più del polpaccio, ma ogni tanto arrivano le eccezioni a confermare la regola. Aveva agguantato il ragazzino che era sparito sott’acqua poco lontano da lui e Serena senza difficoltà, poi lo aveva tenuto alzato, aspettando che sputasse un po’ di quel liquido che aveva bevuto e ricominciasse a respirare in modo regolare, quindi lo aveva appoggiato di nuovo sulla sabbia, assicurandosi che non sparisse di nuovo. La moglie si era un po’ spaventata, ma poi aveva iniziato a sorridere al ragazzino per tranquillizzarlo. In quel momento arrivò Bruno, che evidentemente aveva assistito alla scena da lontano, e dopo aver dato una sonora sberla al ragazzino, iniziò a ringraziare invitandoli a seguirlo verso il suo ombrellone, da dove suo figlio si era allontanato in un momento di sua distrazione. Si presentò come un funzionario della questura di Ferrara, e sulle prime Ennio si fece una certa idea di lui che in seguito dovette rivedere. Bruno era tutto l’opposto di quanto la sua funzione avrebbe dovuto far supporre. Donnaiolo senza regole, sposato con Daria e con un unico figlio, Luca. Lei gli permetteva le sue avventure con molta signorilità solo perché a sua volta non si faceva scrupoli di seguire anch’essa le sue passioni passeggere. In altre parole una coppia moderna e, a suo modo, felice e ben assortita. Esattamente l’opposto insomma del modo di concepire la vita di Ennio e Serena. Bruno però, visto quanto era successo al figlio, aveva iniziato poco a poco ad invitare sempre più spesso il medico a casa sua o a farlo partecipe di alcune sue iniziative, rendendosi pure conto delle capacità professionali e della considerazione della quale Ennio godeva nel suo ambiente. Una volta, incontrandolo in centro per caso, non gli nasconse di aver preso informazioni su di lui. – Ma lo sai che non avrei mai creduto che quello stupido di mio figlio sarebbe stato salvato da uno dei medici più promettenti ed in gamba del nostro nosocomio?- 
Il fatto è che Bruno lo apprezza quasi incondizionatamente, anche se lo considera un po’ bacchettone e troppo moralista, mentre lui non se la sente di ricambiare lo stesso giudizio, ma accetta ogni tanto i suoi inviti, evitando con cura quelli che gli fanno sospettare situazioni rischiose o imbarazzanti.
Al telefono l’amico gli spiega che ha intenzione di aprire la sua villa alle Nazioni, anche se la stagione non è ancora cominciata, perché il caldo inizia a farsi sentire. Lui e Serena non possono mancare, poi ci saranno anche l’avvocato Zanti, il Sergio con un paio di femmine da sballo e alcuni altri. Alcuni li conosce di sicuro, gli altri li conoscerà. Li aspetta tra le sette e le otto di sera. Cena sotto le stelle, se la sera lo permette. Oppure nel salone. Non ci sono problemi. E conclude in modo da fargli capire che non può mancare: - Stan vieni brisa at’iè un cujon. At salut, luminari… -

Con Serena decidono di portare una cassetta di Pignoletto, dovrebbe essere adatto alla serata, e se non lo sarà fa lo stesso, Bruno se la berrà quando gli farà comodo, e sulla qualità del vino non ci sono dubbi: è di una delle migliori cantine dei colli bolognesi. Arrivano con la loro Marea poco prima delle otto e trovano la zona attorno alla villa piena di BMW, Mercedes, Audi e pure una Macerati. A riceverli sulla porta è Bruno in persona.
-         Pensavo non arrivaste più. Ma quando cambi quel catorcio e ti compri un’auto? E, a proposito, benvenuti. Ciao Serena. Quando lo pianti e ti metti con me?-
Le risposte sono di cortesia, e vengono fatti subito entrare nel salone dove una ventina di persone stanno parlando con un brusio tipico da riunioni mondane.
Ennio si avvicina ad alcuni che conosce, e, poco a poco, lui e Serena vengono presentati ai nuovi. Battute ed allegria sono già a livelli di guardia, come se alcuni avessero già bevuto molto o fatto altro. La moglie viene rapita da un paio di donne, mentre lui si trova intrappolato in un gruppo di uomini che parlano solo di culi e fiche, o, in alternativa, di auto e vacanze piene di scopate. Sa stare al gioco, e conosce Bruno abbastanza per riuscire a controllarlo senza farsi coinvolgere se non ne ha voglia. Ma su altri della compagnia non sa ancora che pensare, quindi ride e fa qualche battuta pure lui, oppure racconta qualche balla sul Texas, da dove è appena tornato. Non è nuovo a situazioni del genere, anche se non sono la sua massima ambizione, e se vuole sa tener testa in discussioni simili a molti che di tali incontri sociali ci fanno una motivazione di vita.

La cena prosegue sullo stesso tono delle premesse, allentando ancora di più, se possibile, alcuni freni inibitori. Le battute si fanno pesanti, con allusioni sessuali che tutte le donne, mogli o compagne o amanti, sembrano gradire.
Ogni tanto lui lancia qualche occhiata a Serena, che per fortuna non sembra farsi impressionare più di tanto, ed anzi ha l’aria di divertirsi abbastanza, stando al gioco meglio di lui.
La cena si svolge nel salone, con tutte le vetrate rivolte alla spiaggia aperte, e sembra di mangiare sotto le stelle. Si sente la risacca del mare, e arriva l’odore di salmastro e di alghe seccate a riva. Anche lui ha bevuto, ma non troppo. Vuole fare il viaggio di rientro senza rischiare inutilmente e ci sono circa 60 chilometri per il ritorno.


La serata però non è ancora conclusa. Qualcuno passa fumo, altri si ritirano e tornano dopo qualche minuto con una nuova energia chimica nello sguardo. Un genio, poco prima di mezzanotte, decide che bisogna fare un falò sulla spiaggia. Ci sono diversi tronchi e molto legname portato dalle mareggiate invernali e primaverili, basta solo trovare quelli giusti ed appiccare il fuoco. Tutti escono, urlando e ridendo come ragazzini.
La musica dell’impianto della sala è al massimo, il fuoco che all'inizio non voleva saperne di accendersi inizia a diventare alto, e qualcuno balla illuminato dal riverbero delle fiamme e dalle luci della villa.
Un paio di ragazze ridendo e lanciando gridolini si spogliano, restano nude e ballano tra di loro. Non cercano neppure la scusa del bagno notturno, l’acqua è ancora fredda. Hanno solo desiderio di esibirsi, di godere dell’eccitazione che sanno di generare, ed infatti vengono ammirate da quasi tutti gli uomini, e presto sono separate una dall’altra e coinvolte dai più intraprendenti in balli che sono semplicemente un pretesto per toccare i loro corpi scattanti. Il semplice gioco della provocazione si è trasformato in qualcosa di diverso. Altre donne iniziano a pensare di imitarle, lasciando cadere parte dei loro abiti, ma una sirena ed una luce blu intermittente in avvicinamento sul vialetto della villa fanno rivestire in fretta le due ragazze, bloccando sul nascere le intenzioni di quelle che stavano per seguirle.
Bruno si allontana dal centro del gruppo per andare verso la villa e poi in direzione del parcheggio. Rimane via per meno di 10 minuti, e nel frattempo le luci blu smettono di lampeggiare e la sirena finalmente tace. Quando torna è sorridente, spiega che si è trattato di un falso allarme, e non dà altre spiegazioni.
-         Forza, la notte è appena iniziata. Non vi sarete mica preoccupati per questo contrattempo… -
Poi si avvicina a Ennio, come se si sentisse in dovere di dare solo a lui alcune spiegazioni, perché alla sua amicizia ci tiene sul serio. Spiega che qualche idiota nelle vicinanze ha chiamato la polizia, lui ha fatto vedere il suo tesserino alla pattuglia, ha ringraziato i poliziotti e li ha lasciati andare altrove a mantenere l’ordine pubblico. La mattina dopo ha già chi farà sparire dalla spiaggia le tracce del falò.
Ennio sorride, ma ne approfitta per accomiatarsi dall’amico e dalla compagnia, che nel frattempo ha ricominciato a urlare ed a ballare. Spiega che il giorno dopo ha impegni importanti, e saluta con un cenno tutti gli altri, mentre prende sottobraccio Serena che nel frattempo si è avvicinata a loro due.
-         Sei sempre il solito, Ennio -  gli dice Bruno ridendo…- e tu, Serena, ricordati che se vuoi divertirti sai dove trovarmi… -
-         Ciao, Bruno, grazie della bella serata – gli fanno loro due quasi con una sola voce mentre piano piano, un po’ sorridendo e molto assonnati, iniziano a tornare verso la loro Marea.

                                                                                Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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