Rientra a casa verso l’una dopo mezzanotte, ma ormai
potrebbe svegliare solo la moglie e la suocera, la figlia non abita più con loro perché già da alcuni anni è
andata a vivere in città, nell’appartamento che ha avuto in eredità dal padre,
il nonno di lei.
La suocera, nell’abitazione a fianco, in quel momento non la
sveglierebbero neppure i botti di capodanno . Tutte le luci delle sue finestre sono spente. I cani, da parte loro, hanno
collaborato, e non hanno abbaiato quando è sceso dall’auto. Sono solo corsi da
lui per farsi dare una carezza in testa, e poi sono tornati nella loro cuccia,
dentro il grande magazzino di fianco alla villa. Già, la villa. Suo suocero,
con manie di grandezza - ben prima del tragico fallimento - aveva comprato quella
villa in stato di abbandono ma con un
grande parco, e lo aveva fatto per dimostrare a tutti dov’era arrivato partendo
quasi dal niente, dopo aver vissuto per tanti anni in una casa costruita stanza
dopo stanza, quando ancora questo si poteva fare. Poi ogni cosa era
precipitata, con creditori, curatori, banche ed avvocati. Lo suocero quasi ci
era morto subito, e comunque non aveva resistito a lungo, aveva solo rimandato
la cosa di pochissimi anni.
Ora finalmente tutto sembra girare nel modo giusto, ma per arrivare a questo punto hanno dovuto
vendere parte della villa, e dividere a metà pure il grande parco, creando un
ingresso indipendente per i nuovi vicini. Hanno accettato di restituire grosse somme ad una finanziaria rimenendo quasi senza risparmi e la moglie, che per alcuni anni dopo
la nascita della figlia non aveva lavorato, ora ha ripreso presso una ditta di
import-export dove svolge un lavoro sempre più apprezzato, e grazie a questo
porta a casa uno stipendio prezioso.
Pensa a tutto questo, mentre apre la porta di casa cercando
di non far troppo rumore e poi appoggiare la borsa da viaggio e la valigetta
accanto al mobiletto del telefono.
-
Ennio, ti aspettavo – Fa la voce mezza addormentata della
moglie dal piano di sopra.
-
Arrivo Serena, ma tu dormi…-
Sale veloce le scale, e bacia la moglie che gli dice,
prima di cadere riaddormentata, che ha chiamato Bruno. Ha intenzione di fare
una cena nella sua casa ai lidi, e non devono mancare. È per venerdì, tra soli
due giorni.
Lui registra l’informazione, e poi torna al piano terra, a
sistemare un po’ le sue cose dopo i 5 giorni trascorsi a Pasadena al convegno internazionale
di oncologia infantile. Ha relazionato per il suo gruppo di lavoro del
Sant’Anna, ed ha ricevuto vari riconoscimenti, anche da medici di fama mondiale. Con l’inglese se la cava, quando non deve sostenere un dialogo troppo veloce, e
con i termini relativi alla sua materia non ha difficoltà. Quasi tutta la
letteratura scientifica, sin dai tempi dei suoi studi di medicina e poi della
specializzazione sono in inglese, quindi quelli non sono un grosso ostacolo.
Gli manca invece la lingua parlata dalla gente comune, cioè i giochi di parole e le
mille frasi che non si possono tradurre letteralmente. E poi è convinto di
avere una pronuncia impossibile, aggravata dalla deformazione dialettale
emiliana, in particolare per quanto riguarda la esse. Ma ora per fortuna è di
nuovo a Ferrara, e per un po’ può permettersi di dimenticare il problema.
Il giorno dopo in reparto qualcuno ha portato un paio di
bottiglie di bianco frizzante del Bosco Eliceo per festeggiarlo, e riceve i
complimenti di tutti, colleghi e primario, più la caporeparto ed alcuni
infermieri. Il primario lo ha guardato come se lo vedesse la prima volta, gli
ha fatto complimenti formali, è rimasto poco col gruppo e poi se ne è andato
nel suo studio, seguito da Stefania. Cosa ci faccia nel suo studio non è dato sapere, è chiaro solo quello che fa con Stefania. Dovrebbe andare in pensione a
breve, ma pare poco intenzionato a farlo, tanto il lavoro non gli pesa per
nulla, visto che lo fanno tutti gli altri al suo posto.
Non ci sono cose particolari o urgenti ad aspettarlo. Il
reparto, malgrado il riconoscimento internazionale, sembra in stato di
abbandono. Si prevede ormai quasi imminente il trasferimento nella nuova sede
di Cona, in quella landa sperduta nel nulla, i “Prati di Palmirano”, che per un
ferrarese doc sono quasi sinonimo di luogo isolato e dimenticato.
Si ritira nel suo studio, e telefona a Bruno. Lo conosce da
un paio di anni, cioè da quando, una volta che era andato ai lidi senza motivi
particolari, giusto per rivedere i luoghi della sua giovinezza e trascorrere un
paio di ore in tranquillità e da solo con Serena, gli era capitato di salvare dall’annegamento
un ragazzino che si era spinto troppo al largo ed aveva trovato una buca nella
sabbia, come succede che se ne formino ogni tanto, nel gioco delle correnti. Annegare
nel mare dei lidi, con quella discesa lenta e chilometrica verso il basso del
fondale è quasi impossibile, visto che ancora ad un centinaio di metri dal
bagnasciuga non si affonda nell’acqua più del polpaccio, ma ogni tanto arrivano
le eccezioni a confermare la regola. Aveva agguantato il ragazzino che era
sparito sott’acqua poco lontano da lui e Serena senza difficoltà, poi lo aveva
tenuto alzato, aspettando che sputasse un po’ di quel liquido che aveva bevuto
e ricominciasse a respirare in modo regolare, quindi lo aveva appoggiato di
nuovo sulla sabbia, assicurandosi che non sparisse di nuovo. La moglie si era un
po’ spaventata, ma poi aveva iniziato a sorridere al ragazzino per
tranquillizzarlo. In quel momento arrivò Bruno, che evidentemente aveva
assistito alla scena da lontano, e dopo aver dato una sonora sberla al
ragazzino, iniziò a ringraziare invitandoli a seguirlo verso il suo ombrellone,
da dove suo figlio si era allontanato in un momento di sua distrazione. Si presentò
come un funzionario della questura di Ferrara, e sulle prime Ennio si fece una
certa idea di lui che in seguito dovette rivedere. Bruno era tutto l’opposto di
quanto la sua funzione avrebbe dovuto far supporre. Donnaiolo senza regole,
sposato con Daria e con un unico figlio, Luca. Lei gli permetteva le sue avventure
con molta signorilità solo perché a sua volta non si faceva scrupoli di seguire
anch’essa le sue passioni passeggere. In altre parole una coppia moderna e, a
suo modo, felice e ben assortita. Esattamente l’opposto insomma del modo di
concepire la vita di Ennio e Serena. Bruno però, visto quanto era successo al
figlio, aveva iniziato poco a poco ad invitare sempre più spesso il medico a casa sua o
a farlo partecipe di alcune sue iniziative, rendendosi pure conto delle
capacità professionali e della considerazione della quale Ennio godeva nel suo
ambiente. Una volta, incontrandolo in centro per caso, non gli nasconse di aver
preso informazioni su di lui. – Ma lo sai che non avrei mai creduto che quello
stupido di mio figlio sarebbe stato salvato da uno dei medici più promettenti ed
in gamba del nostro nosocomio?-
Il fatto è che Bruno lo apprezza quasi incondizionatamente,
anche se lo considera un po’ bacchettone e troppo moralista, mentre lui non se
la sente di ricambiare lo stesso giudizio, ma accetta ogni tanto i suoi inviti,
evitando con cura quelli che gli fanno sospettare situazioni rischiose o imbarazzanti.
Al telefono l’amico gli spiega che ha intenzione di aprire
la sua villa alle Nazioni, anche se la stagione non è ancora cominciata, perché
il caldo inizia a farsi sentire. Lui e Serena non possono mancare, poi ci
saranno anche l’avvocato Zanti, il Sergio con un paio di femmine da sballo e
alcuni altri. Alcuni li conosce di sicuro, gli altri li conoscerà. Li aspetta
tra le sette e le otto di sera. Cena sotto le stelle, se la sera lo permette.
Oppure nel salone. Non ci sono problemi. E conclude in modo da fargli capire
che non può mancare: - Stan vieni brisa at’iè un cujon. At salut, luminari… -
Con Serena decidono di portare una cassetta di Pignoletto,
dovrebbe essere adatto alla serata, e se non lo sarà fa lo stesso, Bruno se la
berrà quando gli farà comodo, e sulla qualità del vino non ci sono dubbi: è di una
delle migliori cantine dei colli bolognesi. Arrivano con la loro Marea poco
prima delle otto e trovano la zona attorno alla villa piena di BMW, Mercedes,
Audi e pure una Macerati. A riceverli sulla porta è Bruno in persona.
-
Pensavo non arrivaste più. Ma quando cambi quel catorcio e
ti compri un’auto? E, a proposito, benvenuti. Ciao Serena. Quando lo pianti e
ti metti con me?-
Le risposte sono di cortesia, e vengono fatti subito entrare
nel salone dove una ventina di persone stanno parlando con un brusio tipico da
riunioni mondane.
Ennio si avvicina ad alcuni che conosce, e, poco a poco, lui
e Serena vengono presentati ai nuovi. Battute ed allegria sono già a livelli di
guardia, come se alcuni avessero già bevuto molto o fatto altro. La moglie
viene rapita da un paio di donne, mentre lui si trova intrappolato in un gruppo
di uomini che parlano solo di culi e fiche, o, in alternativa, di auto e
vacanze piene di scopate. Sa stare al gioco, e conosce Bruno abbastanza per
riuscire a controllarlo senza farsi coinvolgere se non ne ha voglia. Ma su
altri della compagnia non sa ancora che pensare, quindi ride e fa qualche
battuta pure lui, oppure racconta qualche balla sul Texas, da dove è appena
tornato. Non è nuovo a situazioni del genere, anche se non sono la sua massima
ambizione, e se vuole sa tener testa in discussioni simili a molti che di tali
incontri sociali ci fanno una motivazione di vita.
La cena prosegue sullo stesso tono delle premesse,
allentando ancora di più, se possibile, alcuni freni inibitori. Le battute si
fanno pesanti, con allusioni sessuali che tutte le donne, mogli o compagne o
amanti, sembrano gradire.
Ogni tanto lui lancia qualche occhiata a Serena, che per
fortuna non sembra farsi impressionare più di tanto, ed anzi ha l’aria di
divertirsi abbastanza, stando al gioco meglio di lui.
La cena si svolge nel salone, con tutte le vetrate rivolte
alla spiaggia aperte, e sembra di mangiare sotto le stelle. Si sente la risacca del
mare, e arriva l’odore di salmastro e di alghe seccate a riva. Anche lui ha
bevuto, ma non troppo. Vuole fare il viaggio di rientro senza rischiare
inutilmente e ci sono circa 60 chilometri per il ritorno.
La serata però non è ancora conclusa. Qualcuno passa fumo, altri si
ritirano e tornano dopo qualche minuto con una nuova energia chimica nello
sguardo. Un genio, poco prima di mezzanotte, decide che bisogna fare un falò
sulla spiaggia. Ci sono diversi tronchi e molto legname portato dalle mareggiate invernali e
primaverili, basta solo trovare quelli giusti ed appiccare il fuoco. Tutti escono,
urlando e ridendo come ragazzini.
La musica dell’impianto della sala è al massimo, il fuoco che all'inizio non voleva saperne di accendersi inizia
a diventare alto, e qualcuno balla illuminato dal riverbero delle fiamme e dalle luci della
villa.
Un paio di ragazze ridendo e lanciando gridolini si spogliano, restano nude e
ballano tra di loro. Non cercano neppure la scusa del bagno notturno, l’acqua è ancora
fredda. Hanno solo desiderio di esibirsi, di godere dell’eccitazione che sanno di
generare, ed infatti vengono ammirate da quasi tutti gli uomini, e presto
sono separate una dall’altra e coinvolte dai più intraprendenti in balli che sono semplicemente un pretesto per toccare i loro corpi scattanti. Il semplice gioco della
provocazione si è trasformato in qualcosa di diverso. Altre donne iniziano a pensare di imitarle, lasciando cadere parte dei loro
abiti, ma una sirena ed una luce blu intermittente in avvicinamento sul vialetto
della villa fanno rivestire in fretta le due ragazze, bloccando sul nascere le intenzioni di quelle che stavano per seguirle.
Bruno si allontana dal centro del gruppo per andare verso la
villa e poi in direzione del parcheggio. Rimane via per meno di 10 minuti, e nel frattempo le luci blu smettono
di lampeggiare e la sirena finalmente tace. Quando torna è sorridente, spiega
che si è trattato di un falso allarme, e non dà altre spiegazioni.
-
Forza, la notte è appena iniziata. Non vi sarete mica
preoccupati per questo contrattempo… -
Poi si avvicina a Ennio, come se si sentisse in dovere di
dare solo a lui alcune spiegazioni, perché alla sua amicizia ci tiene sul
serio. Spiega che qualche idiota nelle vicinanze ha chiamato la polizia, lui ha
fatto vedere il suo tesserino alla pattuglia, ha ringraziato i poliziotti e li
ha lasciati andare altrove a mantenere l’ordine pubblico. La mattina dopo ha
già chi farà sparire dalla spiaggia le tracce del falò.
Ennio sorride, ma ne approfitta per accomiatarsi dall’amico
e dalla compagnia, che nel frattempo ha ricominciato a urlare ed a ballare. Spiega
che il giorno dopo ha impegni importanti, e saluta con un cenno tutti gli
altri, mentre prende sottobraccio Serena che nel frattempo si è avvicinata a
loro due.
-
Sei sempre il solito, Ennio - gli dice Bruno ridendo…- e tu, Serena, ricordati che se vuoi
divertirti sai dove trovarmi… -
-
Ciao, Bruno, grazie della bella serata – gli fanno loro due quasi
con una sola voce mentre piano piano, un po’ sorridendo e molto assonnati,
iniziano a tornare verso la loro Marea.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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