lunedì 10 marzo 2014

Un filo unisce le cose


Il 7 marzo, attorno a mezzogiorno, lei torna a casa dal negozio dove lavora per la pausa pranzo. Non arriva mai a casa, un autocarro la travolge e l’uccide mentre pedala, in centro, sulla sua bicicletta. Una bicicletta come tante, ma con un sellino posteriore dove evidentemente ogni tanto portava uno dei suoi nipotini.
Lui l’aveva vista non più di un mese prima, sempre sorridente ed efficiente alla cassa, una donna sportiva, abituata a camminare in montagna, vedova da alcuni anni perché anche il marito era morto a causa di un incidente. Ma la vita evidentemente le aveva riservato anche gioie, perché poi ha saputo che aveva avuto figli e nipoti, tanti nipoti.

I' 8 marzo un passante si ferma ad un incrocio in centro a Rovereto.
Nel punto dove il giorno prima una donna è stata travolta ed uccisa ora c’è un mazzolino di mimosa ed una piantina di primule. Impossibile per lui fermare la commozione, ma prosegue, e poco dopo passa davanti al negozio dove lei lavorava. Tutti i manichini hanno il viso coperto, in segno di lutto. Alla cassa, è quasi l’ora di chiusura, tutti i dipendenti stanno parlando tra loro, e lui prosegue, dopo un attimo di indecisione. Odia la curiosità morbosa ed invadente, anche se indubbiamente è curioso di molte cose. Fa pochi passi, e dietro un angolo, al buio, una voce gli chiede trenta centesimi. Si gira, vede un anziano, inoffensivo, solo, malfermo sulle gambe. Si cerca in tasca il portamonete, cerca un euro e lo mette in mano al vecchio. Prosegue, ma fa meno di 20 metri, si ferma e volge di nuovo lo sguardo verso il mendicante. Adesso cerca in tasca una banconota, e ne sceglie una da dieci euro. Ritorna sui suoi passi e all’uomo un po’ stupito mette in mano i soldi, che lui accetta e comincia a mettere nel portafogli. Gli chiede spiegazioni sullo strano discorso che prima gli ha fatto per ottenere l’elemosina, e scopre che forse è originario di Udine, ma che non ragiona più tanto bene con la testa. Avverte anche il tipico odore di alcol che il fiato del vecchio gli fa arrivare, anche se non è molto forte. Non sa più che dirgli, lo saluta o lo consiglia di mangiare qualcosa, di non bere soltanto. L’altro gli risponde: un panino, un toast, vanno bene?. Si vanno bene, vanno bene. E lo lascia con un sorriso.   
Poi il passante prosegue, diretto verso casa, e nel buio della sera non sa fermare quelle lacrime liberatorie, che dedica a lei.

Il 10 marzo lei ha il suo funerale. Il passante non è andato a quell’ultimo saluto, non la conosceva, non aveva con lei alcun legame. 
Ugualmente lui percepisce chiarissimo il filo sottile che unisce ogni cosa.

                                                                Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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