Annetta e Gustina, sorelle di 17 e 19 anni, partono ogni
mattina a piedi dalla loro casa di Mori per andare a Sacco, dove lavorano già
dal 1864 nella nuova fabbrica, la Manifattura Tabacchi, aperta nel 1854,
che l’Austria ha concesso di costruire in quella zona già nota da secoli come
punto di commercio importante per i traffici lungo l’Adige, e sede di varie
associazioni di zattieri, ma in lento declino negli ultimi anni. Sacco infatti,
dal 1584, gode del diritto esclusivo delle spedizioni con zattere sull'intera
tratta Bronzolo-Verona, ma l'ultima autorizzazione ufficiale è concessa da
Maria Teresa nel 1744 e col 1806 non è più in vigore.
La nuova fabbrica impiega specialmente donne che vengono da
Sacco, da Rovereto e dai paesi vicini, e questo porta un po’ di benessere in
molte famiglie, che altrimenti avrebbero grosse difficoltà economiche.
Con la stagione favorevole le due sorelle attraversano il
torrente Leno a guado, ma non è raro che siano costrette ad allungare non di
poco il percorso arrivando sino al ponte di Santa Maria per poi ridiscendere di
nuovo verso l’edificio della Manifattura. Il Leno non è sempre tranquillo, e la
sua corrente è insidiosa. È una fatica supplementare alla quale sono costrette
con tutte le altre donne che vengono dalla zona a sud di Sacco, da aggiungere
alle dieci ore di lavoro in fabbrica ed al non breve percorso a piedi. La
maggiore delle due sorelle, una mattina, rischia di essere travolta dall’acqua
del torrente e si salva per miracolo, ma perde il figlio. Era incinta al sesto
mese, e dopo l’incidente non potrà più avere altri figli.
Le donne lavoratrici e i Comuni interessati cercano una
soluzione, perché gli incidenti sono abbastanza frequenti e il tragitto si
allunga di alcuni chilometri se non si può attraversare il Leno a guado.
Nel 1874 la soluzione possibile è quella di costruire un
ponte in ferro, ma le autorità non hanno disponibilità per tale impresa, e si
raggiunge un accordo con le operaie, le zigherane, che accettano di tassarsi
per venti anni se i Comuni interessati sono disposti ad anticipare loro i
soldi. Così trecento donne ogni mese iniziano a versare parte della loro paga
per la costruzione di un ponte, che in tre anni viene ultimato, ed inaugurato
nel 1877.
Annetta e Gustina, che intanto hanno raggiunto l’età di 24 e
26 anni, da quel momento possono andare al lavoro e poi tornare a casa, col
bello ed il brutto tempo, senza dover allungare inutilmente il loro viaggio.
Diversi anni dopo, è passata la furia della prima guerra
mondiale, Rovereto e tutto il Trentino sono divenuti territorio italiano, ma la
Manifattura è ancora in funzione, ed ora fa parte dei Monopoli di Stato. Le
zigherane non sono contente di essere costrette ad abbandonare i loro figli
senza sicurezza, e iniziano una lotta per ottenere un diritto secondo loro
fondamentale.
Sono donne dure, le zigherane, e sanno farsi valere. Nel
1924 viene inaugurato, a pochi passi dalla Manifattura, il primo asilo nido aziendale del Trentino.
La nipote di Annetta,
Maria, può quindi arrivare da Mori attraverso strade un po’ più sicure di
quelle che aveva dovuto percorrere la nonna, e quando arriva al lavoro può
lasciate Tonino nell’asilo, dove nelle pause può andare a vederlo.
Il 13 maggio 2012 viene inaugurato,
a Borgo Sacco, il monumento alla Zigherana, ma quattro anni prima, nel 2008, la
Manifattura è stata definitivamente chiusa.
(Alcuni fatti citati sono reali, la storia che racconto è tuttavia solo verosimile)
Zigherane, un mestiere scomparso
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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