mercoledì 30 aprile 2025

Quanto costa?

Domanda difficile, a volte non si vorrebbe rispondere. Quanto costa un sorriso, più o meno di una giornata al mare? E quanto costa far sorridere gli altri invece? Del costo potrei tacere, ma il valore resta enorme. Certo che a volte sono stronzo a tenere sempre il muso tirato, a pensare solo ai fatti miei e a quello che mi gira storto. Tu non eri così, e io non sarò mai come te, me ne devo fare una ragione ma non ne devo approfittare per giustificarmi. Ripenso a quante volte mi hai salvato dai tuoi pensieri per non farmeli pesare, alcune di quelle volte le ho realizzate solo dopo, alcune probabilmente mai. Sai di cosa parlo. Col tempo ho imparato un po' a mentire nel modo giusto, non per mio vantaggio diretto cioè. E ho imparato che a volte posso regalare una moneta dimenticando che sono tirchio. Il costo è irrilevante, alla fine. Ciao, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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martedì 29 aprile 2025

Era il cane di tuo padre

Quando vidi Tommy la prima volta era giovane e, pur non amando particolarmente i cani, ricordo che mi divertivo a portarlo in giro, a Carpi. Così facemmo amicizia, e quando si tornava a casa dei tuoi la sua presenza ne era un completamento. Mi raccontaste che una volta, visto che a lui piaceva andare in giro con tuo padre e che lo accompagnava sempre quando usciva in auto, trovò la portiera aperta e lui ci si infilò, pensando di uscire presto. Invece la portiera venne chiusa, la porta del garage anche e nessuno per un paio di ore pensò a Tommy. Poi si iniziò a cercarlo, ma non si trovava. Si chiamò a lungo, si uscì in strada per vedere se era rimasto fuori dal cancello, nulla. Fu solo molto ma molto più tardi che, entrando in garage, ci si rese conto che era rimasto chiuso in auto. Appena aperta la portiera uscì di corsa e andò in giardino, l’aveva tenuta per tutto il tempo e non ce la faceva più. Ho una foto nella quale lo tengo in braccio, eravamo tutti molto più giovani. Forse io ero pure bello, non lo so. Negli ultimi tempi, quando Tommy cominciò ad invecchiare, anche tuo padre iniziò a dire che ormai, per lui, era ormai finita. E ricordo che tutti voi lo prendevate in giro. Non era finita, non ancora. Tommy venne accompagnato alla sua fine e tuo padre sopportò la cosa ma ne rimase colpito. Non disse più che per lui era finita, ma fu peggio, perché iniziò a pensarlo veramente e a non confessarlo. Come poi andarono le cose è noto, nulla è per sempre, neppure il dolore per chi è partito. Ciao, Viz. Nei miei progetti io dovevo andarmene prima di te, ma, anche in questo caso, nulla rispetta mai i progetti che si sono fatti.

                                                                    Silvano C.©

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lunedì 28 aprile 2025

Far senza

Servono limiti, esterni o interni. E occorre lasciar andare. La cosa che mi riesce difficile è staccarmi dalle cose, sulle quali mantengo la possibilità di scelta. Con le persone è diverso perché supera le mie possibilità. Le persone restano o se ne vanno, a volte si perdono e non c’è nulla da fare. Le cose che conservo ricordano solo a me, a nessun altro, alcuni fatti, alcune persone. Hanno cioè valore per me, un grande valore, mentre per gli altri sono poco più di nulla, e non posso neppure immaginare di venderle. Chi le comprerebbe? Neppure regalarle avrebbe senso. Qualcuno si offenderebbe. Sul far senza devo ancora lavorarci. Ciao, Viz.  

                                                                    Silvano C.©

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domenica 27 aprile 2025

La fortuna di viaggiare

C’è stato il tempo per viaggiare e, nel viaggio, avere giorni nei quali perdere il senso della realtà e della contingenza. Essere stranieri e anonimi ci ha permesso di diventare quasi invisibili, senza avere il nostro viso associato a esperienze vissute da chi incontravamo. E le stesse persone incontrate venivano dimenticate poco dopo, in un gioco reciproco di cancellazioni. In questo genere di viaggiare si passa davanti a vetrine di ogni genere, si trovano piazze e vicoli, si entra in musei, si scattano foto, si assaggiano cibi particolari che a loro volta richiamano viaggi passati o si fissano per essere riferimenti nel futuro. Si trova il sole e si trova la pioggia, capitano smarrimenti, si riparano le cose rotte, a volte si deve anche riparare l’auto. La lingua madre conosciuta da bambini in parte rimane privata, gli altri si esprimono diversamente ma con loro ci si intende in mille altri modi, si ricorda senza rimpiangere. Noi sapevamo che era una bolla, che poi ne saremmo usciti, che gli impegni e i legami e i doveri sarebbero tornati, ma eravamo in missione per conto della vita, avevamo la licenza di essere altri, potevamo disporre diversamente anche se brevemente del nostro tempo. L’esistenza che procede secondo un suo disegno e che non possiamo sfogliare in avanti per vedere cosa succede dopo, anche solo poche ore dopo, sembrava sospesa. È stato così, quel tempo lo abbiamo avuto e non per tutti è avvenuto così. Siamo stati fortunati. Ciao, Viz.  

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sabato 26 aprile 2025

È stato un onore

Quella frase non posso esprimerla, anche se mi farebbe piacere. Non ne sono degno e lui non è mai stato un personaggio famoso per nessuno, eppure, nel nostro piccolo, vorrei dire qualcosa di simile. A me ha fatto piacere fargli vedere il Trentino, prima a Levico, in Valsugana, poi a Riva del Garda. Ha visto così ambienti che non conosceva. Prima aveva viaggiato pochissimo, e la prima volta, in Valsugana, si è stupito di come alcuni potessero vivere in paesi aggrappati alle montagne. Per un trentino è incredibile del resto che qualcuno possa vivere in un piccolo paese di pianura senza nulla attorno e senza montagne come punti di riferimento. La conoscenza del mondo è per sua natura imperfetta, mi viene da pensare. Quello stesso anno, a Levico, un amico che allora possedeva una cinepresa, lo ha anche ripreso. Qualche tempo dopo la sua morte ho voluto rivedere quei pochi minuti di filmato in bianco e nero, e mi ha fatto male. L’ultima volta che venne a Riva del Garda già non si sentiva bene e una volta uscì di casa, mentre ero al lavoro, e poi perse l’orientamento. Lo trovammo solo un po' di tempo dopo, tutti spaventati, pure lui. Credo di avergli restituito pochissimo di quello che lui mi aveva dato, il minimo, e se non avessi fatto neppure quello ora me ne pentirei. Almeno in questo ora non è tardi. Ciao, Viz.  

                                                                    Silvano C.©

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venerdì 25 aprile 2025

Su mia madre

È un piccolo crocifisso con acquasantiera. Piccolo, da appendere al muro, in metallo. Non credo sia particolarmente prezioso ma sicuramente è abbastanza antico. Ora mia madre non può più aggiungere particolari alla storia che mi raccontò su quel piccolo oggetto. A quanto posso ricordare lo ebbe in dono da un soldato tedesco isolato e in fuga verso la Germania, quando ormai la guerra stava per finire. Lei lo aiutò a salvarsi la vita, forse gli diede qualcosa da mangiare, non saprei dire di più. Forse quel piccolo oggetto era stato rubato dal soldato in fuga, difficile immaginare che un militare porti con sé una cosa simile. Poi cosa avvenne veramente non saprei dirlo, e pure la mia memoria non può andare oltre. Sono nato quattro anni dopo la fine della guerra e, in vita mia, non sono mai stato mandato al fronte. Da quando mia madre se ne è andata quel crocifisso è arrivato a casa mia, ci sono legato, l’ho sempre visto in casa dei miei anche se i miei non sono mai stati osservanti. La storia piccola sfiora quella grande, e i fatti veri che legano gli avvenimenti col tempo sono destinati ad essere scordati. Restano alcuni oggetti che, a chi vuole cercare, offrono qualche motivo di curiosità o di affetto. Mi sembra un motivo adatto per ricordare mia madre, con la quale non ho mai avuto un rapporto facile, lo ammetto, ma che è stata mia madre, mi ha amato e io, probabilmente, non l'ho amata abbastanza. Ed ora è tardi. Ciao, Viz.  

                                                                    Silvano C.©

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giovedì 24 aprile 2025

La vita osservata da due finestre

Negli anni sono avvenute cose, molte cose. Dalle nostre finestre rivolte a ovest vedo il parcheggio quattro piani più sotto, un piazzale che secondo alcuni progetti mai realizzati avrebbe dovuto diventare verde privato, un giardino condominiale. Due fallimenti in successione hanno fatto naufragare tutto, e anche noi abbiamo rischiato di rimetterci l’appartamento limitandoci solo a perdere una quantità notevole di denaro guadagnandoci in compenso anni di paure, quando nostro figlio era piccolissimo. Le vicende giudiziarie e le occupazioni abusive hanno permesso ai giornali locali di scrivere articoli sulla vicenda e ora quelle pagine un po' ingiallite stanno in piccole valigette, con altra documentazione storica che dovrei decidermi a buttare, ma per ora rimando. Il piazzale sotto le nostre finestre, nel corso degli anni, ha visto passare di tutto. Il supermercato che ha avuto la proprietà del piazzale, da usare come suo parcheggio, col tempo è stato sostituito da un discount di una nota catena italiana. E diversi anni fa al suo posto è arrivato un grande emporio gestito da cinesi che praticamente, alimentari a parte, vende ogni altra cosa. Nel grande parcheggio ho visto gonfiare una specie di castello con scivolo, che è stato montato per alcuni anni di seguito, per brevi periodi. Ho visto piccoli incidenti, l’arrivo di un’autoscala dei vigili del fuoco per salvare un vicino altrimenti intrasportabile, vari gatti aspettare alla solita ora il gattaro con un piatto pieno, liti tra nomadi e anche qualche festa della birra e altre manifestazioni. Abbiamo subito furti alle auto, ci sono stati momenti di ressa nel parcheggio dovute a offerte imperdibili, e per vari anni, il sabato, arrivava un furgone-rosticceria dal quale avevamo iniziato a servirci, trovando così il pranzo pronto quando tornavamo a casa alla fine della settimana. E poi abbiamo guardato altre cose, tante, come qualcuno che dormiva in auto, chi faceva scoppiare petardi appena comprati dai cinesi, altri che si fermavano in auto imbottigliando qualche malcapitato. Un mondo diverso ogni giorno quasi senza uscire di casa, insomma. Ciao, Viz. Anche per te era così.

                                                                    Silvano C.©

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mercoledì 23 aprile 2025

Non ci vedremo più

Trattenere le immagini non serve allo scopo, al limite fa male. Le immagini delle persone amate o delle cose legate a quelle persone sono una zavorra inutile se si pensa possano riportare chi non c’è più. Le stesse cose diventano prive di senso, anche se tendo a conservare persino gli scontrini. E andare nei cimiteri dove non c’è nessuno ad aspettare è la somma dell’insieme del totale delle illusioni stupide, se queste visite partono da un assunto erroneo. Continuo a sbagliare, è evidente. Non ci vedremo mai più, e anche se avverrà non ci riconosceremo in queste nostre tre o quattro povere dimensioni. Ad esempio io sarò quello giovane o quello vecchio, l’allegro o il tristo, quello capace di generosità o piuttosto il meschino che si vergogna a confessare ogni cosa? E gli altri come potrebbero essere, in quale età della loro vita passata? Domande senza una possibile risposta logica, noi non ci vedremo più in questa vita, e su quello che avverrà dopo non ne ho la più pallida idea. Magari sarà nulla. Ciao, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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martedì 22 aprile 2025

Partenze, certezze e incertezze

Mi piacerebbe tornare al Cangrande, a Verona. E perché non ci vai? Perché quello che dico io è stato chiuso molti anni fa, non esiste più. Molti dei miei luoghi di Verona, negli anni, sono spariti. Eppure quando ci andavo, o ci andavamo assieme, non pensavo che questo sarebbe avvenuto. Quegli spazi ora ospitano altre attività, nulla resta mai per sempre in una città che vive, lo so, l’ho capito. Anche a Ferrara mi piacerebbe andare con te in quel ristorante dove andai molto prima di conoscerti, prima di lasciare la città. Vi entrai solo un paio di volte e ricordo che servivano un risotto che mi è rimasto impresso. Lì vicino abitava anche mia zia, che pochi anni prima era stata investita da un’auto pirata e così se n’era andata prima del tempo. Si chiamava Giorgia, e sorrideva sempre. Mi aveva anche regalato un piccolo braccialetto in argento per la mia comunione, e lo conservo. Lo zio Martino invece non mi interessa, non è mio zio malgrado il nome e non so di chi sia parente. Magari quel piccolo lido al quale ha dato il suo nome esiste ancora, non lo so, ma non voglio tornare dove ho legato bei ricordi sapendo con certezza che tutto è stato cambiato. E non andrò più in viaggio con Licia, perché lei è partita ormai quasi un anno fa. Anche Sandro è partito, e non potrà più parlare di puzzette con nostro figlio facendolo ridere, ma nostro figlio, che lo ricorda con affetto, è cresciuto. Anche tu sei partita, lo so, e fingo di scordarlo. Magari lo scorderò, prima o poi, chi lo sa. È la vita, ed è imprevedibile. Ciao, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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lunedì 21 aprile 2025

Montagne russe

Mi sono alzato e, alla prima luce del giorno dopo aver aperto la finestra, i pensieri della notte hanno iniziato ad allontanarsi. Ho anche pensato se non fosse il caso di inventarci una storia, che di inventato non avrebbe avuto molto essendo solo frutto della quasi puntuale trascrizione di un sogno. In realtà poi ho rinunciato e ora è tardi, ho quasi scordato tutto. La realtà del resto non ha bisogno di inventare, semplicemente è. In certi momenti sono di umore accettabile, in altri è meglio lasciarmi perdere e tento di controllare le mie reazioni. Col tempo che passa ci riesco di più, so che se mi lascio andare posso solo far danni. E nel corso degli anni ho attraversato periodi belli e altri meno belli. Nulla di diverso da quanto immagino vissuto da tutti, anche se con altre esperienze. Pochissime volte sono stato sulle montagne russe, e ho smesso quando ho capito che quel tipo di attrazione da luna park non fa per me, mi scombussola inutilmente. Sulle montagne russe della vita tuttavia sono salito, ancora salgo poi scendo, curvo bruscamente e poi di nuovo precipito. Quel tipo di giostra non lo manovro io, semplicemente sono su uno dei suoi vagoncini, seguo quelli che mi precedono e precedo quelli che mi seguono. È la vita. Ciao, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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domenica 20 aprile 2025

Libri mai troppo complessi

Quando leggo un romanzo, qualsiasi romanzo, non conta se m'interrompo nella lettura né quanto tempo impiego a finirlo. Magari è diverso se per qualche motivo non arrivo alla fine, ma se arrivo sino in fondo le vicende che vi sono descritte non vengono influenzate dai miei tempi. Quel libro è autoreferenziale, non ha bisogno del mio apporto, e quelle vicende sono così e basta, ciò che ne penso io non vale nulla. Immagino che in una vita ideale anche il comportamento mio e degli altri potrebbe avere questa caratteristica e disinteressarsi del giudizio esterno ma essere vincolato solo da una sua coerenza interna. Tuttavia gli altri contano, siamo animali sociali che, tra le altre cose, si giudicano e fanno scelte in base a giudizi e pregiudizi. Alla fine non è neppure chiaro, per alcuni, se sia preferibile aver ragione o sapere che gli altri lo pensano. Il libro, una volta scritto e pubblicato, resta quello che è, soggetto solo a future revisioni o versioni, che restano tuttavia abbastanza rare nel panorama editoriale. La vita che si vive forse è simile al libro che non si è ancora finito e che viene giudicato in modo diverso dai lettori, ma mentre la vicenda del libro stampato è ormai chiara malgrado ogni giudizio, la nostra vita è in via di definizione e gli altri la influenzano. In realtà non siamo libri, e nessun libro potrà mai raccontarci pienamente, nessun racconto, nessun testo. Siamo complessi e, come nel mio caso, pure contraddittori. Ciao, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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sabato 19 aprile 2025

Rosso vien prima di nero

Se non lo capisci, prima di finire ti spiegherò perché. Se devo scegliere, e posso farlo in libertà, cerco di andare verso la cosa migliore, quella che mi conviene di più e che è maggiormente vantaggiosa per chi amo. Non so dirti se istintivamente mi metto sempre al primo posto e magari fingo di non farlo, in questo sono bravo a mentire anche a me stesso. Confondo egoismo con altruismo e bontà, e so che sono legati in qualche modo, anche solo per il fatto che l’uno esclude l’altro. Quindi se prima viene il dovere, il piacere che ne segue risulta meno problematico, genera meno sensi di colpa. Bastone batte carta è un gioco inventato ora e che ha una sua logica evidente. Caldo vince su freddo, e nello spazio forse infinito sono le stelle che illuminano il cammino di chi si è perduto. Sulla gallina e sull’uovo non so dire, ma poiché il tempo oggi è più adatto a uova e colombe non ho preferenze, e prevale l’uovo solo se sono curioso di scoprire la sorpresa. Quindi sono convinto che nessuna bilancia possa dirsi onesta se, misurando cosa ho messo sui suoi due piatti, mi indica che il peso è uguale, come minimo non è abbastanza sensibile. Nel caso peggiore mente sapendo di farlo. Se ti dico che vorrei riavere quanto ho perduto sono sicuro di non essere originale, l'ho detto troppe volte. Quindi, se non hai ancora capito, amore vien prima di morte. Ciao, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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venerdì 18 aprile 2025

Prima

Avrei dovuto parlarti prima, prima avevo pensieri meno cupi. E invece mi sono distratto, ho fatto altro, ho anche letto, e intanto l’umore ha virato verso il pessimismo. Prima era diverso, mi sembrava, e in effetti era così, che il cielo fosse sereno e il sole vincesse le nuvole con la pioggia dei giorni prima. Adesso non piove, ma il cielo è diventato più scuro, e non solo per la sera che scende. Dovevo raccontarti prima di mille cose belle, e di progetti, e di speranze, ma ho perso tempo. Scusami, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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giovedì 17 aprile 2025

La scelta di Alfredo

La sera si rivolge a me e chiede se può scendere. Certo, se è ora deve scendere, non potrei avere obiezioni. Del resto mi piace quando scende la sera, mi è rimasta la convinzione che alla fine del giorno sia stato fatto tutto quanto andava fatto e che la sera porti anche tranquillità e riposo. Un momento di pace prima di andare a letto e iniziare la vita parallela dei sogni. Poi ci sono le eccezioni, ci sono sempre, devono esserci, rimettono in equilibrio e smussano gli angoli, accettano le contraddizioni e le fanno sistema. A me piace pensare che la persona sana di mente debba essere un po' matta, altrimenti sai la noia. Quindi quando arriva quest’ora non mi spiacerebbe stare con te a fissare il mare verso ovest e scattare fotografie al tramonto, su uno scoglio, nel mese di luglio o di agosto, magari in Grecia. E sulla scelta di Alfredo che vuoi che ti dica? Non mi è piaciuta. Ciao, Viz.

                                                                    Silvano C.©

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mercoledì 16 aprile 2025

Aspettarsi il dolce e trovare il salato

L’attesa può decidere l’effetto finale, è un pregiudizio, occorrerebbe avere in precedenza le giuste informazioni in grado di preparare a quello che dovrà succedere. Ma non sempre si possono avere, non sempre si ha la curiosità giusta per chiedere le informazioni del caso, capita di fidarsi delle apparenze. E allora succede che, in un viaggio di pochi giorni nel periodo pasquale, si visitino zone etrusche, si scenda dall’auto e si cammini quasi sempre con l’ombrello aperto, che si vada a vedere un bel film ma che si sia costretti, per stanchezza, ad uscire dalla sala prima della conclusione. Possono capitare, e sono capitate tutte queste cose, ormai più di quarant’anni fa. Ricordarle mi fa bene o mi fa male? Non lo so, avviene perché sono capitato sull’immagine di una torta al formaggio. Ricordi quella torta al formaggio? Quell’unica torta al formaggio che comprammo e che scambiai per un dolce pasquale simile alla colomba e tipico dell’Umbria? Ci rimanemmo malissimo quando scoprimmo che era salata e non dolce. Solitamente non buttavo mai nulla, ma quella torta finì nella spazzatura. Ora forse, conoscendola, l’apprezzerei, ma allora mi fece innervosire. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©

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martedì 15 aprile 2025

tutto e niente, solo memoria

Ti lascerò una piccola tromba di quando lavoravo e dovevo farmi sentire; è poco, ma ti ricorderà di me.

Di me conserverai un piccolo portamonete con qualche scontrino, spiccioli e alcune pillole scadute da anni.

Di noi due conservi alcune foto, e mille ricordi. Con questi anche il dispiacere che lui non ci abbia conosciuti, ma è stato meglio così, perché gli ultimi anni non sono stati belli.

Io ti lascio un mondo intero, che ancora tremi se devi metterci mano, che pensi ti possa dire che non approvo.

Conserva quello che vuoi di me, sicuramente non sarà quello che adesso mi sembra così importante.

Ma più di ogni altra cosa, conserva te stesso, cerca di volerti bene e dimentica tutto quello che è giusto dimenticare. E perdona.

                                                                          Silvano C.©

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lunedì 14 aprile 2025

Avanti veloce

Negli anni del VHS il tasto Avanti Veloce, assieme a quello di Indietro Veloce, mi serviva per ritrovare un punto preciso che volevo raggiungere nel filmato, spesso un film. Per anni ho comprato videocassette originali, ne ho affittato e copiate altre, e ho registrato di tutto mentre quello che m’interessava veniva trasmesso. Quegli anni li abbiamo vissuti assieme, e quelle videocassette, purtroppo, ho iniziato a smaltirle nella raccolta differenziata o direttamente nei centri per i rifiuti casalinghi. Ora sembra che tutto questo sia avvenuto secoli fa, i supporti sono cambiati e ho poco desiderio di accumulare VHS o DVD, non ne vedo più il motivo, ci sono altri modi ormai per vedere film o per conservare ricordi. Però l’Avanti Veloce a volte lo rimpiango, nella vita reale intendo, per superare più velocemente alcuni momenti della vita. Non nego che mi interesserebbe pure l’Indietro Veloce, per gli ovvi motivi che ormai sono noti a chi mi conosce. Probabilmente però è sbagliato. Ogni momento va vissuto, e ci pensa la notte a far dimenticare, un po', alcune cose, oppure ci si distrae come meglio si riesce. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©

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domenica 13 aprile 2025

Qualcosa in più

Sembra difficile ma non lo è, tutto sta a capire cosa ne vale la pena e cosa non è degno di interesse. Si può essere il più grande, inteso in senso relativo immagino, ma se si è il più grande stronzo credo ci sia poco da vantarsene. Meglio capire il problema e porvi rimedio, in quel caso, perché se neppure ci si rende conto della cosa difficilmente si cambierà volontariamente. Ma qualcuno ha certamente qualcosa in più, da valorizzare, ignorando magari i suoi limiti che vengono distribuiti a tutti e che ci differenziano dagli esseri perfetti. Sono le piccole crepe che rendono interessante un antico vaso etrusco, lo fanno unico. Le piccole pieghe del volto che si accumulano dopo gli anni sono i particolari che lo personalizzano. La pazzia latente, nascosta ma non troppo dentro di me, dimostra che ho qualcosa in più. E negli altri cosa cerco? Non la perfezione, che mi intimidisce, ma neppure il suo opposto che non voglio neppure definire. Solo il divino ha il diritto di arrivare dove non arriva nessuno mentre il mio povero qualcosa in più è decisamente molto più comune, anche se diverso da persona a persona. La cosa certa è che dal dicembre del 2016 ho qualcosa in meno, sai cosa. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©

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sabato 12 aprile 2025

in città

Quale città più di lei potrà mai realizzare tutti i tuoi desideri, soddisfare le tue curiosità, rintuzzare la nostalgia e disarmare ogni memoria dolorosa? Sai perfettamente qual è il suo nome, dove si trova e come puoi raggiungerla. Non è una delle città invisibili di Calvino solo perché ha avuto l’opportunità di essere veramente invisibile, quindi sconosciuta, anche a lui. In città ci sono quei cinema, quelle pizzerie, quegli angoli, quelle case. Ci trovi gli amici di sempre e ci puoi anche restare in solitudine, se ti va, però senza sentire la solitudine. Mi chiedi se c’è il mare? Ma che domande, so che ti piace il mare, e non è molto lontano. Ma poi si possono fare passeggiate in montagna, visitare musei, curiosare nelle tante librerie che non chiudono come altrove. Se vuoi spedire una cartolina a qualcuno hai solo l’imbarazzo della scelta del soggetto, e il francobollo lo trovi dal tabaccaio che ti vende la cartolina, il giornale, le sigarette, la rivista di viaggi e le mentine, oppure una piantina della città. Quando sei in pensione e ormai alcuni impegni, per fortuna, li lasci agli altri, lei ti accoglie nel tuo far niente, nel tuo vagare senza meta e, malgrado questo, ti fa arrivare sempre dove neppure avevi il coraggio di sperare. Accanto, mentre passeggi, può capitare che ti segua per un breve tratto qualche gatto, o qualche gatta. Se ti capita di dire qualche parola ad uno sconosciuto la cosa non stupisce nessuno. Io so perfettamente dove si trova. Ci andiamo? Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©

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Domani

Capisco che occorre saper fingere, ma non per mentire

Vedo che alcuni problemi non esistono

Mi sembra di dover aspettare inutilmente, ma credo anche questa sia vita

Mi rendo conto che, prima o poi, avviene

Mi perdo nel nulla e m’illudo di essere eterno

Cosa succederà, quando e come, non lo so

Altro da dire non ho

Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©

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giovedì 10 aprile 2025

La posta come una volta

Non si scrivono più quelle belle lettere di un tempo, non vanno più di moda, si usano altre vie. Non si spediscono più quelle cartoline illustrate come nel secolo scorso, che quando si andava in vacanza sembrava bello condividere un po' di quello che si vedeva con i genitori, i parenti e gli amici. Anche gli uffici postali sono cambiati, sempre che nel frattempo non siano stati chiusi. Sono diventati banche e fornitori di utenze, sedi di consulenza non sempre nel nostro interesse. Eppure ho spedito alcuni biglietti e una cartolina. Qualcuno, che non se lo aspetta, riceverà posta. Questo volevo anticipartelo, ma lo sai già. Ciao, Viz

                                                                          Silvano C.©

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lunedì 7 aprile 2025

Meno male

Credo esistano migliaia di modi diversi per farsi del male, fisicamente o emotivamente o come più fa comodo. A me piace seguire illusioni, creazioni mentali in parte chiaramente false e in parte dettate dalla fantasia consolatoria. Sono bravissimo a crearmi mondi paralleli che nessun altro vede, non semplicemente scrivendo come faccio ora, ma immedesimandomi in ciò che leggo, in situazioni che vedo, in spettacoli ai quali assisto. E mi faccio male perché allontanarsi dalla realtà in modo consapevole è sempre sbagliato. Con la realtà occorre venire a patti, anche se questa è diversa per tutti perché la leggiamo con strumenti diversi. Ma anche se la realtà oggettiva è difficile, è sempre meglio dell’illusione o della finzione dichiarata. Uno dei modi di avvicinarsi alla realtà è confrontarsi con gli altri, che anche se non hanno sempre ragione aiutano ad aggiustare il tiro. Quindi lo so, e fingo di non saperlo. Ciao, Viz. Pure tu mi dicevi come stavano le cose e mi sembrava di essere migliore, magari lo ero pure, e mi facevo meno male.

                                                                          Silvano C.©

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domenica 6 aprile 2025

Per il meglio

Nessun dolore, pace completa, echi lontani e sensazione di piena comprensione del mondo. Poi, lentamente, si alza una lieve brezza, viene dal mare, come sempre avviene in quest’ora del giorno. Il sole è già alto, l’alba ha cancellato la notte, la vita reale riprende a pieno ritmo. La realtà però vuole il suo compenso, non si accontenta di esserci nelle sue molte forme, pretende e ottiene. Non ci si può opporre, e non sarebbe neppure utile. Il dolore fa parte della realtà e del mondo. È ingiusto nel suo colpire ma c’è. La brezza deve adesso decidere se aumentare di forza e diventare un vento di temporale oppure se smettere di soffiare e attendere il giorno che verrà, domani. La pace resiste e non cede su ogni fronte. Anche se non è piena mantiene dignità. I dubbi arrivano a frotte, come gli uccelli che si radunano sugli alberi e poi si alzano in volo per andare chissà dove. E in tutto questo non so cosa fare, se andare o restare, e magari dovrei decidere dove andare. Per ora rimando le decisioni, qualcuno forse le prenderà per me. Mi fingo che possa avvenire, o sia magari già avvenuto, per il meglio. Ciao, Viz, anche oggi è stata una giornata piacevole.

                                                                          Silvano C.©

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sabato 5 aprile 2025

Una giornata piacevole

Finalmente le finestre possono restare aperte, non entra né troppo caldo né troppo freddo, né pioggia né vento. È una stagione effimera, di passaggio da una condizione all’altra, come ognuno di noi è di passaggio nella vita, da una condizione all’altra. Sulla nostra condizione passata e futura tuttavia esistono troppe congetture e nessuna provata da fatti espliciti e verificabili. Quindi posso dire di essere certo della mia condizione presente ma del tutto privo di rassicurazioni sul futuro, e sul passato ancora meno. Esiste solo il presente, è ora, il resto è ricordo o fantasia o illusione o speranza, ma non esiste. Esistono le foto, ma non esiste più quel momento. Un’amica mi dice che la vita è una sola, e aggiunge che va difesa e che nessuno deve rovinarla agli altri. Bastano sfortuna, incidenti e malattie a darci dolore a sufficienza, il resto sarebbe da evitare. E sulle mie costruzioni ipotetiche, su quello che fantastico da anni, sull’ipotesi di reincontrarci? Su questo non so nulla, magari sono illusioni, non lo so, magari continuo a sbagliare la mia scala di valori. Ciao, Viz. Se non te ne sei accorta oggi è stata una giornata piacevole.

                                                                          Silvano C.©

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venerdì 4 aprile 2025

Quanto costa?

La domanda è lecita, ma se ha un prezzo non vale nulla, o non vale veramente. Quanto costano una casa, un libro, un pranzo al ristorante, una penna stilografica di prestigio e degna di stare sulla scrivania di un sovrano? Magari hanno prezzi non per tutti, si tratta di beni o oggetti esclusivi. E se sono esclusivi escludono. Confesso che neppure io, che scrivo l’opposto, so stare senza casa, senza libro, senza un pranzo al ristorante di tanto in tanto. Alla penna stilografica posso rinunciare, anche se in passato ne ho avute alcune e le usavo per costringermi a scrivere con lentezza, e quindi in modo più comprensibile anche per me. Ma le cose contano poco, sono scuse oppure occasioni o mezzi per raggiungere un obiettivo, cioè una persona. Se si toglie il fattore persona crollano molte motivazioni. La casa vale se accoglie chi ami, e che quindi torna a casa. Se la casa è vuota, se nessuno entra più neppure per caso dicendo: sono qui, diventa inospitale, fredda, motivo di dolore. E quanto costa allora, o meglio, quanto vale? Meno di quello che pensavi. Lo stesso per un libro, che richiama la vita vissuta, che fa emergere interessi e paure, episodi avvenuti e richiamati dalle sue pagine. Se il libro non fa nulla di tutto questo vale meno del suo prezzo, e lo si può interrompere senza rimorsi e portarlo dove qualcuno porta i libri che altri magari, passando, raccoglieranno. E un vero pranzo al ristorante è bello se condiviso, solo allora il conto ne vale la pena. Non so, adesso non so se posso rinunciare a tutto quello che ho accumulato negli anni, anche se è inutile chiedermi quanto costa o quanto mi è costato. Se mi riporta te, che mi guardi di nascosto, allora vale un capitale. Ciao Viz. Mi chiedi se mi sono contraddetto? Certo che l’ho fatto, lo faccio sempre.

                                                                          Silvano C.©

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giovedì 3 aprile 2025

per distrarmi

Viaggiare con le mappe di Google a volte mi permette di tornare dove sono stato e dove un po' vorrei ritornare. Posso vedere alcuni luoghi prima di andarci, magari, o dove non andrò mai. È un po' perdere tempo, lo so, meglio fare invece di immaginare, meglio andare invece di fingere di farlo. E poi c’è un risvolto che inizia a toccarmi sul piano personale al quale a lungo non ho dato molta importanza, perché nelle inquadrature con case e vie è possibile scegliere un’altra data. E così mi capita di rivedere la casa dei miei, ormai venduta da tempo, quando ancora ci viveva mio padre e con la nostra auto parcheggiata di lato al passo carrabile. Posso rivedere alcuni negozi quando ancora erano aperti, alcune edicole ormai rimosse e tutti i mutamenti che hanno interessato quel posto a partire da oltre dieci anni fa. Venendo a casa nostra rivedo l’auto che guidavi tu e ti piaceva perché era piccola e adatta al traffico cittadino. Mi sembra quasi di poterti scorgere seduta alla guida pronta per partire. Viaggio virtualmente (e dolorosamente) nello spazio e nel tempo. Queste immagini sono visibili a tutti, ovviamente, ma parlano in modo diverso ad ognuno di noi. Io, Viz, non ho ancora capito però come ritornare realmente dove mi interessa, ma non nello spazio. Ciao Viz. Sorridi perché tento di distrarmi da pensieri molesti e fastidiosi.

                                                                          Silvano C.©

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mercoledì 2 aprile 2025

Finché si può sorridere c’è speranza

Confesso che preferirei ridere di gusto senza retropensieri, ma sembra non sia possibile per ora. Quindi mi accontento di un paio di battute stupide, giusto per sorridere un po'.

La prima battuta è che si passa dall’acne giovanile alla prostata senile in un attimo, perché gli anni sembrano essere volati.

La seconda battuta è che, potendo scegliere, è preferibile sottoporsi ad una biopsia che ad un’autopsia. Serve tuttavia integrare con un dato oggettivo. Mentre la biopsia qualche fastidio con relative preoccupazioni li provoca, l’autopsia è del tutto indolore. Ciao Viz. Sorridi, tu che hai sicuramente capito.

                                                                          Silvano C.©

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martedì 1 aprile 2025

Ubi maior

Ci sono cose importanti e cose meno importanti. Tra le meno importanti tento un elenco approssimativo: attaccapanni, camicia, auto, vino, cassetto, penna, comignolo, padella, panchina, guanti, lapide, vetro, soprammobile, tenda, calcolatrice, copriwater, vaso, tappo, e mi fermo.

Tra le importanti: amore, amicizia, parente, salute, vicinanza, gatto, cane, albero, sorriso.

Considerazione per capire. Stanotte hanno rotto un vetro dell’auto di nostro figlio. Come salute spero di star bene e che anche gli altri stiano bene, pure chi ha rotto il vetro. Meglio il vetro che problemi alla gatta o a nostro figlio. E meglio per chi, lavorando, riparerà il danno. Ciao Viz. Sorridi.

                                                                          Silvano C.©

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