domenica 27 aprile 2025

La fortuna di viaggiare

C’è stato il tempo per viaggiare e, nel viaggio, avere giorni nei quali perdere il senso della realtà e della contingenza. Essere stranieri e anonimi ci ha permesso di diventare quasi invisibili, senza avere il nostro viso associato a esperienze vissute da chi incontravamo. E le stesse persone incontrate venivano dimenticate poco dopo, in un gioco reciproco di cancellazioni. In questo genere di viaggiare si passa davanti a vetrine di ogni genere, si trovano piazze e vicoli, si entra in musei, si scattano foto, si assaggiano cibi particolari che a loro volta richiamano viaggi passati o si fissano per essere riferimenti nel futuro. Si trova il sole e si trova la pioggia, capitano smarrimenti, si riparano le cose rotte, a volte si deve anche riparare l’auto. La lingua madre conosciuta da bambini in parte rimane privata, gli altri si esprimono diversamente ma con loro ci si intende in mille altri modi, si ricorda senza rimpiangere. Noi sapevamo che era una bolla, che poi ne saremmo usciti, che gli impegni e i legami e i doveri sarebbero tornati, ma eravamo in missione per conto della vita, avevamo la licenza di essere altri, potevamo disporre diversamente anche se brevemente del nostro tempo. L’esistenza che procede secondo un suo disegno e che non possiamo sfogliare in avanti per vedere cosa succede dopo, anche solo poche ore dopo, sembrava sospesa. È stato così, quel tempo lo abbiamo avuto e non per tutti è avvenuto così. Siamo stati fortunati. Ciao, Viz.  

                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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