Quando leggo un romanzo, qualsiasi romanzo, non conta se m'interrompo nella lettura né quanto tempo impiego a finirlo. Magari è diverso se per qualche motivo non arrivo alla fine, ma se arrivo sino in fondo le vicende che vi sono descritte non vengono influenzate dai miei tempi. Quel libro è autoreferenziale, non ha bisogno del mio apporto, e quelle vicende sono così e basta, ciò che ne penso io non vale nulla. Immagino che in una vita ideale anche il comportamento mio e degli altri potrebbe avere questa caratteristica e disinteressarsi del giudizio esterno ma essere vincolato solo da una sua coerenza interna. Tuttavia gli altri contano, siamo animali sociali che, tra le altre cose, si giudicano e fanno scelte in base a giudizi e pregiudizi. Alla fine non è neppure chiaro, per alcuni, se sia preferibile aver ragione o sapere che gli altri lo pensano. Il libro, una volta scritto e pubblicato, resta quello che è, soggetto solo a future revisioni o versioni, che restano tuttavia abbastanza rare nel panorama editoriale. La vita che si vive forse è simile al libro che non si è ancora finito e che viene giudicato in modo diverso dai lettori, ma mentre la vicenda del libro stampato è ormai chiara malgrado ogni giudizio, la nostra vita è in via di definizione e gli altri la influenzano. In realtà non siamo libri, e nessun libro potrà mai raccontarci pienamente, nessun racconto, nessun testo. Siamo complessi e, come nel mio caso, pure contraddittori. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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