Sembra difficile ma non lo è, tutto sta a capire cosa ne vale la
pena e cosa non è degno di interesse. Si può essere il più grande, inteso in
senso relativo immagino, ma se si è il più grande stronzo credo ci sia poco da
vantarsene. Meglio capire il problema e porvi rimedio, in quel caso, perché se
neppure ci si rende conto della cosa difficilmente si cambierà volontariamente.
Ma qualcuno ha certamente qualcosa in più, da valorizzare, ignorando magari i
suoi limiti che vengono distribuiti a tutti e che ci differenziano dagli esseri
perfetti. Sono le piccole crepe che rendono interessante un antico vaso
etrusco, lo fanno unico. Le piccole pieghe del volto che si accumulano dopo gli
anni sono i particolari che lo personalizzano. La pazzia latente, nascosta ma
non troppo dentro di me, dimostra che ho qualcosa in più. E negli altri cosa
cerco? Non la perfezione, che mi intimidisce, ma neppure il suo opposto che non
voglio neppure definire. Solo il divino ha il diritto di arrivare dove non
arriva nessuno mentre il mio povero qualcosa in più è decisamente molto più
comune, anche se diverso da persona a persona. La cosa certa è che dal dicembre
del 2016 ho qualcosa in meno, sai cosa. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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