domenica 23 novembre 2025

Cose essenziali

La colonna sonora è tutta pronta, è nei miei progetti primari, devo soltanto realizzarla e decidere prima il giusto supporto. Non posso affidarmi a scelte valide sino a pochi anni fa, la tecnologia fa invecchiare anzitempo ogni sistema di archiviazione dati e di supporti necessari.

Il piano di viaggio è in evoluzione. Ogni giorno che passa aggiungo e tolgo, scelgo itinerari che tutti lodano ma poi, indagando meglio, li elimino e propendo per altre mete.

La biblioteca è il più possibile varia e completa, con guide e romanzi, con saggi e riviste, compatta e con sorprese da inserire in modo autonomo, non immaginabili prima di trovarle.

L’abbigliamento sarà adatto a ogni clima e a ogni condizione atmosferica. Come da nostro manuale condiviso e mai scritto. Ogni particolare curato come non mai.

La documentazione è rigorosamente cartacea, gli eventuali permessi, le assicurazioni, il tutto è  raggiungibile in una busta da conservare in un posto sicuro.

I contatti memorizzati, per chiamare in caso di bisogno o anche solo per un saluto.

I compagni di viaggio non sono necessari, bastiamo noi due. Poi, col tempo, si vedrà se qualcuno verrà inserito.

L’umore sempre positivo, non è concessa la tristezza, quella no.

I cibi da assaggiare: tutti i possibili. La spesa non sarà un fattore limitante. La curiosità avrà carta bianca.

Le scorte indispensabili di primo soccorso e i farmaci al completo, anche quelli che conosciamo bene.

Ciao, Viz. Si tratta di ipotesi, solo di ipotesi, ma mi servono per pensarti ancora qui a preparare la partenza.

                                                                  Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 22 novembre 2025

Scelte binarie e no

Sembra che alcuni animali scelgano, a seconda della situazione, se mordere o fuggire. Anche noi umani abbiamo la possibilità di tale scelta, anzi, abbiamo molte alternative a questa sola binarietà. Gli animali più complessi hanno pure loro varie scelte in più, meno delle nostre però, perché noi umani siamo creativi, decisamente molto creativi. A questo proposito talvolta mi ritengo limitato e assomiglio alla coda di un maiale (i ferraresi potrebbero dirlo in un modo più diretto è colorito) eppure il mondo è grande, le opportunità sono quasi infinite. Basterebbe buttarsi e ridurre il peso della memoria, lasciare alcune parti del passato nel passato e andare oltre. I miei limiti mi fanno vedere solo le scelte tra un sì e un no, tra il mordere e il fuggire, e recentemente ho la sensazione di fuggire. Magari esagero, non lo so, è che malgrado il rispetto dei miei impegni potrei ben andare altrove, in luoghi ancora per me sconosciuti, senza esagerare ma potrei. Domani vedrò se avrò idee nuove, se la notte me le porterà o se semplicemente rimuoverò questo pensiero. Ciao, Viz.

                                                                  Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

venerdì 21 novembre 2025

Ogni errore ha un motivo

A volte un errore, col tempo, si rivela per la sua vera natura e diviene solo un tassello del percorso, necessario e utile.

Personalmente tuttavia di errori ne ho commessi talmente tanti che è impossibile abbiano tutti una valenza positiva, che la loro natura propenda verso il bene, che mi siano stati utili o che lo siano stati per gli altri, ma ne devo prendere atto.

La nuvola di prima si è rivelata passeggera, la resa incondizionata l’ho rimandata, l’attesa continua ma la neve caduta poco più in alto ammanta di bianco parte del mondo vicino, e questo, uscendo, mi ha sollevato il morale.

Le luci iniziano ad accendersi, le feste si avvicinano giorno dopo giorno, devo capire che non saranno per tutti motivo di serenità. Nel 2016 le feste di fine anno furono per me le peggiori di sempre, e tu ne conosci il motivo. Per altri succederà lo stesso.

Con te errori ne facevo tanti, ma quando te ne accorgevi mi davi consigli adatti. Adesso è diverso, negli errori ci resto e rimangono miei. Il vero motivo però mi sfugge, cioè non capisco ancora perché l’età non mi abbia portato saggezza. Ciao, Viz.

                                                                  Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Mi arrendo

Nessuno mi ha attaccato, almeno di recente, mi arrendo solo per stanchezza. Non so se è onorevole o se dovrei evitarlo, magari è solo la nuvola che passa e che quando se ne andrà mi farà scordare l’intento. Mi stanca discutere anche se un tempo la consideravo una questione irrinunciabile. E tendo a non ascoltare più alcuna discussione altrui, in nessun campo. Brutto segno, non saprei dire. Vorrei evadere e ritrovarmi altrove, su una spiaggia soleggiata e col mare azzurro davanti senza nessuno che parli la mia lingua, e avvertire come suoni le parole attorno, provando solo grande calma e tranquillità. Se penso a litigate memorabili tra me a altri, se ci penso, immagino che alcune avrei potuto risparmiarmele. Altre hanno dato frutti, non lo nego, ma sono state difficili, mi hanno assorbito energie, e adesso non ne ho più. Sono stato aggressivo inutilmente e a sproposito, anche con chi amavo, magari non fosse stato così. E lo sono stato anche con chi mi ha risposto con lo stesso tono, sbagliando entrambi e offrendo un’immagine della quale poco dopo mi sono vergognato. E così la mia resa, forse temporanea, ha lo scopo di fuggire attriti e rimandare impegni. E, cosa della quale sono consapevole, penso di passare da un errore all’altro.

                                                                                                  Silvano C.©

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giovedì 20 novembre 2025

Non resta nessuno

Adesso a chi lo racconto di come è cambiato, negli anni, il Canarino a Riva del Garda? A chi lo dico che Da Settimo ha chiuso e che quella volta è stato bello? Vorrei commentare quell’uscita ad Anterselva e le due che seguirono, anni dopo. Mi pento di non aver accettato il suggerimento dei miei di andare tutti assieme in quel ristorante poco lontano dalla casa di Via Oroboni, ma è tardi, troppo tardi. E di quando mio nonno mi accompagnava al cinema Diana? È tutto sbagliato e non si può correggere, devo archiviare esattamente come ricordo e poi disfarmi anche dei ricordi, divenuti inutile fardello che mi rallenta la corsa. Dove sto correndo neppure lo so ma è sicuro che sto correndo anche se a giorni ho l’impressione di zoppicare, neppure di camminare. Dovrei cancellare dalla memoria dei telefoni diversi numeri ormai disattivati, prometto che per alcuni sicuramente mi darò da fare, ma non per tutti. Non serve a nulla, non danneggia nessuno o forse solo il sottoscritto. Ne prendo atto. Anche questo è uno dei sensi della vita. Ciao Viz. Devo accettare che tutto passi.

                                                                                                  Silvano C.©

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mercoledì 19 novembre 2025

Inutile far resistenza

Passo in rassegna enormi archivi cartacei e raccolte di oggetti e scatole con ricordi sistemati confusamente, non in ordine di tempo né di analogia. Scelgo ciò che posso permettermi di smaltire, cioè buttare. La decisione ogni volta è difficile. Inizio con determinazione e pieno di forze ma queste iniziano subito a ridursi, come se fossi impegnato in una pesante prestazione sportiva. Non agonistica perché non faccio a gara con nessuno, ma sportiva certamente, e alcuni muscoli specializzati nel prendere e scartare non sono allenati, infatti dopo poco manifestano il bisogno di far sosta. Devo farmi violenza, lo so che è inutile mantenere ricordi dolorosi che hanno riguardato te o me, ed è ugualmente inutile conservare quello che interessava solo a noi due e a nessun altro. Posso vivere senza? Se mi rispondo sì devo buttare, sono in grado di combattere con la polvere che non approva e così lasciar andare ogni prova del passato personale che non interessa a nessuno. Pochi momenti ma con regolarità, senza esagerare. Così come è bene camminare ogni giorno più o meno a lungo, senza mai esagerare, così devo far spazio ogni giorno un po' di più, senza esagerare e senza far torti a nessuno. Tu non sei più legata ai tuoi impegni e appuntamenti di lavoro, alle visite mediche e alle riviste che un tempo ti interessavano. Io non sono più tenuto a conservare materiali di lavoro anche se a suo tempo mi costarono tempo e fatica, e che oltretutto giudico ancora molto ben fatti. Il tempo li ha resi obsoleti e nessun altro potrebbe usarli come li ho usati io perché il metodo di lavoro è per certi versi libero e si adatta ai nuovi paradigmi. Le tavolette di cera sono superate da secoli, e anche le mie fotocopie sono destinate a seguire la stessa sorte. Ciao, Viz. Devo accettare che tutto passa.

                                                                                                  Silvano C.©

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martedì 18 novembre 2025

Chissà se è vero

Åsa Larsson nelle sue osservazioni e ringraziamenti finali del poliziesco Il sangue versato scrive che, nelle sue storie, lei è dio. È lei insomma che decide il destino dei personaggi, che possono pure agire di loro volontà ma è lei che li ha inventati. Chissà se è vero e se questo è uno dei motivi che spinge gli scrittori a scrivere, uno tra i tanti almeno. Non ignoro che per alcuni si tratta di un lavoro a tempo pieno e che alla base vi possono essere motivazioni economiche, sociali, politiche o anche solo la volontà di comunicare. Chiunque scrive, anche un giornalista, intende comunicare, in questo caso notizie. Pure io, non essendo giornalista né scrittore, uso questo blog per esprimere i miei pensieri, comunicare le mie piccole emozioni. In qualche racconto di anni fa mi sono anche divertito a decidere come e perché alcuni dei miei personaggi inventati agissero in un certo modo. Chissà se è vero allora che tra le parole si nasconda il desiderio di una piccola onnipotenza, di un limitato assolutismo e, in definitiva, l’illusione di essere liberi di fare e far fare quello che si vuole. Ciao, Viz.

                                                                                                  Silvano C.©

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lunedì 17 novembre 2025

Come un geco

In una foto che scattai a Riva del Garda nella cucina dell’appartamento che avemmo in affitto ci sei tu, mio padre, mia madre, mio fratello e Roberta. Era stata una bella giornata, a quanto ricordo, rimasta nella memoria anche fotografica e quindi patrimonio pure di nostro figlio perché le fotografie le conservo e sono documenti della storia della nostra famiglia. In un mondo ideale, pensavo, io avrei potuto arrivare prima della nascita di mia madre o di mio padre, magari prima della nascita dei miei nonni. Avrei potuto esserci prima della tua nascita e, a modo mio, intervenire con piccole modifiche nella successione degli eventi, poche ma tali da eliminare dolori inutili, morti inutili. Avrei cancellato chi non meritava e questo a mio giudizio insindacabile, avrei avuto un ruolo che nessun umano ha mai avuto, fantascientifico e impossibile, quasi da giudice supremo, da giustiziere che non necessita della spada. Nulla di tutto questo è mai avvenuto, e se questo fosse stato possibile magari non ci saremmo mai incontrati perché non sarei neppure nato. Ciao, Viz. Oggi mi sento un po' geco, mi arrampico sugli specchi.

                                                                                                  Silvano C.©

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domenica 16 novembre 2025

Le molte variabili senza equazione

Si aspetta una telefonata con un invito a uscire, a cena, a fare due passi, a vedersi.

Non si programma nulla a lungo termine perché si deve affrontare un intervento chirurgico.

Si spera che il grosso raffreddore passi presto e che poi non venga quella fastidiosa tosse.

Potrebbe arrivare l’amore della vita e magari non si riconoscerebbe subito, o forse sì.

C’è tempo per presentare la relazione o per mettere su carta il progetto, si può attendere ancora un po' senza arrivare tardi.

Capita anche di aver già cenato e di aver piacere ad uscire e cenare di nuovo. Confermo che capita.

Il bello e il brutto sono talmente aggrovigliati tra loro che si rischia di sorridere ad un funerale e di piangere a un matrimonio.

E poi, in alcuni giorni, si aspetta, si aspetta, semplicemente.

Ciao, Viz.

                                                                                                  Silvano C.©

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sabato 15 novembre 2025

morire

Sino a quando non so

Magari domani

Magari anche dopodomani

Prima o poi finirà, come è destino per tutti

Ma non per tutti in identico modo

Qualcuno lo sa per tempo, non so se sia fortuna

Per altri è improvviso, alcuni dicono sia meglio

Chi parte e chi resta, in attesa di partire a sua volta

In attesa di rispettare impegni e fare le cose giuste

Per ricordare e andare avanti

Anche se, e lo penso da tempo, in alcuni casi sarebbe giusto andarsene assieme

La giustizia, tuttavia, non è di questo mondo, e del futuro non so nulla

                                                                                                  Silvano C.©

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venerdì 14 novembre 2025

Valvestino

Oggi ricordo una breve gita da Riva del Garda verso Valvestino. Avvenne tra settembre e ottobre del 1978, quasi cinquant’anni fa. La giornata era di sole, il prato dove ci stendemmo per poco a prendere il sole era in leggera discesa e gli insetti non mancavano. Avevo guidato io la 127 che in quel tempo mi permetteva di muovermi come mi è sempre piaciuto. Fu la sola e unica volta che andai in quel posto che, tuttavia, mi rimase impresso anche per il seno nudo di Tiziana, orgogliosamente desideroso di sfidare il vento che forse arrivava dal lago di Garda. Eravamo io, Roberta e Tiziana. Poi, sempre Roberta e io, andammo un paio di volte a casa di Tiziana, ad Arco, a due passi dal ponte sul Sarca. Fu una stagione brevissima. Di lì a poco Tiziana avrebbe iniziato a frequentare un amico comune, e poi credo che i due si sposarono. Ora i ricordi si presentano in modo confuso alla porta e desiderano uscire per testimoniare quello che conservano. Poi forse lasceranno spazio ad altri, un giorno dopo l’altro. Ciao Viz, noi ci saremmo incontrati solo alcuni mesi più tardi.

                                                                                                  Silvano C.©

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giovedì 13 novembre 2025

Un saluto

Sono speciale, lo so. Non è per falsa modestia che lo penso, piuttosto è che tutti lo siamo, a modo nostro e per qualcuno in particolare. In compenso nella mia iperselettività sono decisamente stronzo perché esagero e alla mia età, oltre al fatto che è difficile cambiare, non mi è possibile farlo retroattivamente. Ma non lo sono neppure troppo e ho ricevuto trattamenti ben peggiori di quelli che ho riservato ad altri. Ora sono in attesa, aspetto di avere notizie di lei ma non la chiamerò direttamente. Lei mi ha salutato in modo definitivo, aggiungere parole sensate mi sembra impossibile, e in quei minuti le ho detto solo poche cose. Le più importanti? Che le voglio bene e che ti saluti quando ti vede. Ciao, Viz.

                                                                                                  Silvano C.©

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mercoledì 12 novembre 2025

La parete

C’era una parete rivestita di piastrelle, in cucina. L’appartamento era, ed è ancora, al quarto piano in Via dei Disciplini, a Riva del Garda. Quella parete, in certe giornate invernali, era appannata per i vapori che si producevano all’interno e, non so esattamente come iniziò, ad un certo punto cominciarono ad apparire scritte, esattamente come avviene sui finestrini e sulla carrozzeria delle auto lasciate all’aperto che al mattino diventano a volte lavagne per parole o disegni di chi passa e col dito cede all’impulso di lasciare un pensiero. Fu una stagione breve, una sola stagione, ma quella parete ospitò filosofia e letteratura, algebra e malinconia. Fu un breve intervallo riempito dalla presenza di persone a volte importanti altre solo di passaggio, e alcune lasciarono qualche loro parola, per poche ore, su quella parete. Io fui tra quelli e non scattai mai alcuna foto di quelle scritte. È giusto così, quello che importa nella vita rimane nella memoria solo di coloro ai quali veramente interessa, che vi hanno dedicato un po' del loro tempo e poi hanno il dovere del ricordo. Non per le scritte, in questo caso, ma per le persone, molte delle quali pure tu hai poi conosciuto. Ciao, Viz.

                                                                                                  Silvano C.©

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martedì 11 novembre 2025

Errori possibili

Mi sento poco alla volta sempre più solo. Perdo lentamente le persone che non so e non posso e non voglio sostituire. Tu, invece, ritrovi chi avevi lasciato di qua dove resto e un po' t’invidio. Penso di essere malato gravemente nell’anima, non nel fisico, anche se è il fisico a sostenere la vita che conosco, l’unica della quale ho esperienza. L’altra vita è ipotetica, oggetto di fede e per alcuni di speranza, indimostrabile per via scientifica o con esperimenti ripetibili. Questa vita, mi dicono, è unica, e lo penso pure io. Tu, che da anni richiamo e interrogo, che mantengo a tua insaputa nel presente e che, nell’oggettivo, non mi rispondi mai, sei fortunata se le cose sono come qualcuno immagina. Cerca, se puoi, di parlar bene di me dove vale, e scorda le enormi stupidaggini che mi hai visto fare. Ho sbagliato, spero di non sbagliare anche su questo. Ciao, Viz.

                                                                                                                    Silvano C.©

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lunedì 10 novembre 2025

Basta uscire

Non esiste salvezza, morirai.

Certo, ma non oggi. Oltretutto la giornata volge al termine, e le probabilità diminuiscono col progredire delle ore.

Questo microdialogo non è mai avvenuto, è solo invenzione. Durante il giorno ho avuto un momento di tristezza, sentivo il peso della solitudine del quale sono in gran parte responsabile. Non ho accettato passivamente la cosa, sono uscito anche se avrei preferito stare seduto in poltrona a leggere. Mi ero riproposto una passeggiata senza meta, non pensavo neppure di venire a trovare te dove non sei. Ero già venuto il mattino, una volta al giorno, se posso, voglio passare, ma insistere non è giusto, forse neppure sano. Alla fine sono capitato dove i miei passi mi conducono solitamente e, davanti a un distributore automatico, mi sono preso un caffè. Dietro di me c’erano due ragazzi, uno altissimo ed uno più basso, immagino fratelli, non lo so. Per un attimo non ho capito cosa dicevano, ho pensato che forse li conoscevo, ma ho capito solo dopo che avrebbero voluto una cioccolata. Hanno chiesto pochi centesimi ad una signora che stava passando, ma lei ha cercato la moneta senza trovarla. Solitamente non lo faccio ma oggi ho dato al più piccolo le monete necessarie per due consumazioni, una somma ridicola. Questa cosa mi ha messo un po' di allegria. Sono uscito dal locale mentre il primo stava inserendo le monete, non so poi cos’abbiano preso. E io non sono diventato più povero. Ciao, Viz. A volte basta solo uscire.

                                                                                                    Silvano C.©

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domenica 9 novembre 2025

luci

Esiste, per me, un bisogno di luce, che si manifesta maggiormente quando quella del giorno diminuisce e le notti si fanno più lunghe. La cosa è condivisa da molti, immagino, altrimenti non si spiegherebbero le luminarie che iniziano ad anticipare il Natale forse troppo presto o, nei Paesi nordici, l’abitudine ad accendere piccole candele quando scende la sera per consumare il pasto della fine del giorno, e questo anche nel periodo estivo. In questo periodo le luci mi attirano, come i lumini dei cimiteri, i richiami discreti in certe vetrine e le finestre illuminate la sera, una delle mie debolezze da sempre. Ma anche in estate, quando si andava assieme alle sagre di paese o ai festival di partito, quel partito che con gli anni ha perso pezzi e sostenitori, e qui la tristezza non trova consolazione. Vorrei ricordare tutte le sere trascorse assieme illuminate in vario modo, anche dallo schermo di una sala cinematografica nella quale le immagini vengono mostrate dalla luce nel buio che circonda gli spettatori. Mille luci, attesa di festività che si avvicinano, un abbandono prima dell’ultimo Natale che tu non vivesti, quasi nove anni fa. La luce, in ogni sua forma, rappresenta la vita, la ricorda e la richiama, è un omaggio, un inchino rispettoso e da rispettare, allontanando le derive consumistiche e conservando solo il bello. Ciao, Viz, lo so, continuo a ripetere con parole diverse, da anni, le stesse cose.

                                                                                                    Silvano C.©

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sabato 8 novembre 2025

Mai definitivamente

Chissà se è vero che nessuno parte mai definitivamente da nessun luogo. Se fosse così io sarei ancora a Capitignano perché ci passai alla fine degli anni settanta e ne ripartii in una calda giornata estiva. E allo stesso modo sarei, adesso, nei mille luoghi che vedemmo assieme. Ma sarei anche negli altri luoghi dove magari arrivai da solo, prima di incontrare te, o con altre persone. E quelle stesse persone sono anche loro presenti in qualche modo in quei posti. Ad esempio Roberta è ad Anterselva, dove andammo perché invitati grazie a lei mentre qualcun altro non ci avrebbe voluto, accettati solo perché avevamo l’auto per muoverci. Mi verrebbe da togliermi molti sassolini dalle scarpe, lo faccio spesso, ma è un esercizio inutile, sterile, che porta solo brutti pensieri, mentre Roberta merita solo pensieri belli. Pure tu condividi, Viz, lo so. E anche tu non sei mai partita definitivamente.

                                                                                                    Silvano C.©

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venerdì 7 novembre 2025

Nessun dolore

Nessun dolore, nessuna inutile lamentela, rimpianti alcuni, certo, ma senza l’obbligo di farli pesare agli altri, irresponsabili di questo che mi succede e, pure loro, soggetti alle stesse leggi della vita. Non sono parole mie, le ho inventate, reinterpretate, rivissute e in parte ricordate. Da poco le ho telefonato, non sempre risponde subito ma oggi lo ha fatto. Aveva appena ultimato la flebo, le infermiere erano andate presto stamattina, e abbiamo parlato pochi minuti. Io sono stato breve, so che si affatica anche solo a rispondere al telefono, le ho lasciato dire quello che si sentiva, le ho raccontato un po' delle mie cose, piccole e per fortuna superabili nel breve periodo. Le ho chiesto del cane che hanno adottato, lei e la sorella, e lei mi ha raccontato dell’incontro avuto da poco con la dottoressa delle cure palliative. Siamo arrivati a questo punto. Occorre capirlo e accettarlo, le cure palliative servono a questo, sono un aiuto finale, un modo per andare altrove sapendolo e non sapendolo, con coscienza e incoscienza, con un equilibrio difficile da capire. Ciao, Viz. Oggi non so se provo dolore, sicuramente una grande tristezza.

                                                                                                    Silvano C.©

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giovedì 6 novembre 2025

Proiezione

Come saremmo stati tra vent’anni? Cos’avremmo visto, fatto, realizzato ancora?

Magari nulla di memorabile, pochi hanno il destino di essere unici in tal modo, ma per noi lo saremmo stati.

Allora telefonami tra vent’anni, parleremo anche di Dalla e di quello che avvenne prima d’incontrarti. Parleremo di vent’anni prima, di quello che facesti tu rispondendo alle mie curiosità, se vorrai. Il telefono adatto ancora non è in commercio, deve essere inventato. Adesso nessuno da peso ad alcune mie domande, non a quelle che ci riguardano, ma queste continuano a spuntarmi per caso e per testardaggine, di giorno o di notte.

Tra vent’anni neppure ci sarò più, le probabilità le conosco. Non sono certezze ma forniscono una proiezione di quello che avverrà. La fantasia può inventare ciò che non sarà, e se non si esagera non può far male. A condizione di vivere anche nel presente, perché alcune cose, alcune persone, contano. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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mercoledì 5 novembre 2025

Quanto lavoro inutile

Spesso non ci si chiede per quanto durerà e se è destinato a produrre effetti, si spera benefici, per poche o per molte persone. Per rimanere al mio caso ho costruito piccoli e grandi oggetti, come scatolette e mobili, ho tolto la carta da parati in un appartamento che poi è stato completamente ristrutturato/ricostruito dopo un terremoto, ho installato una ventola aspirante professionale in una cucina dove si abbondava coi fritti e che poi, anche a causa del suo rumore, è invecchiata inutilmente. Ho stampato e regalato fotografie analogiche. Mio padre ha costruito durante la sua vita per altri e poi per se palazzi e rimesse per auto, ha modificato a suo bisogno tutte le case nelle quali ha abitato, ha ordinato mobili su misura, ha ottenuto senza limiti di tempo due loculi in Certosa, a Ferrara, dove ora riposa con mia madre e con tutti i miei nonni. Un tempo queste concessioni erano possibili e si potevano ricevere solo per via ereditaria diretta ma non erano vendibili. Ora sono arrivati a me, e il compito di conservarne la memoria adesso è solo mio. Vedo una mole incredibile di lavoro umano quasi inutile o destinato a soddisfare esigenze limitatissime nel tempo. Circa nove anni fa comprai una sedia a rotelle per te, la usammo solo tre volte, tre volte in tutto. Anche quell’acquisto venne giudicato inutile, sprecato, avevi ancora poco da vivere, eppure anche ora, col senno di poi, giudico quel commento sbagliato, da stronzi. Avessi potuto avrei comprato pure altro, magari da farti usare anche solo una volta. E avrei anche costruito quello che in quel momento giudicavo necessario. Il concetto di lavoro utile ha molte interpretazioni, dipende dai punti di vista. Per il resto mi manchi, come allora, e mi spiace sapere che ti rivedo come ti penso io e non come eri nella realtà, ma su questo non ho potere alcuno. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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martedì 4 novembre 2025

Mondi solitari

Il mio mondo è piccolo, lo so, lo è sempre stato. A me bastano poche persone, non mi serve una visibilità ampia e generalizzata. Un solo amico di riferimento è stato fondamentale in alcuni anni per la mia crescita, per il mio appagamento. Altri amici erano importanti, ma avevano un ruolo di contorno. Alla lunga posso dire che non l’ho capito, o che lui non ha capito me. Piuttosto lui mi aveva capito e parzialmente frainteso. Ha avuto ragione, non lo nego, eppure mi ha ferito interpretando diversamente alcuni miei atteggiamenti. Per lui ho pianto, quando quel periodo finì. Gli ho scritto, poi, sbagliando magistralmente; alcune cose vanno dette, mai scritte. Occorre guardarsi negli occhi e aggiustare il tiro per non spingersi oltre. Nel mio piccolo mondo del resto avevo cercato ben prima, e quello che avevo trovato non mi bastava, inoltre ero inadeguato, insufficiente, abbozzavo per evitare la solitudine, accettavo ciò che ora non accetto più. Tu hai reso grande il mio mondo, mi hai fornito chiavi di lettura che non mi appartenevano, te ne sei andata ormai quasi nove anni fa ma il mio mondo da allora non è più rimasto piccolo, è diventato a misura mia. Adesso esprimere sino in fondo alcune emozioni mi è impossibile, in fondo siamo tutti soli. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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lunedì 3 novembre 2025

Sei irraggiungibile

Elenchi del telefono, ne usciva uno nuovo ogni anno, e per un po' anche il nostro numero fu su uno di quegli elenchi. Ne conservo uno del 2017-2018, tu eri già partita, e dopo di quello hanno smesso di arrivare. Per anni gli elenchi avevano allegato uno stradario, TuttoCittà ad esempio, utile per orizzontarsi e trovare una via. Ma era una vita fa, il cartaceo adesso non si usa più, tutti chiedono ai telefoni intelligenti e si affidano alla ricerca digitale. Non si perde più nessuno, tutti sanno dove vogliono andare e forse ne ignorano il perché. Non conoscono il piacere di smarrirsi e scoprire quello che cercavano ma non avevano idea di come chiederlo. Così si perdono mille amori possibili e amicizie che aspettano, luoghi incantati che restano nascosti dalla nebbia che abbiamo fatto scendere pensando che tutto, invece, sia a portata di mano. È come partecipare a un viaggio organizzato perfettamente, garantito dalla partenza all’arrivo con un eventuale rimborso per le sorprese sgradite. E invece io voglio ancora perdermi, anche se lo faccio sempre meno perché mi allontano poco dai miei soliti percorsi. Non uso un navigatore perché il mio telefono non è intelligente come quelli più recenti, si accontenta di farmi fare telefonate o di riceverle e il solo lusso che mi concede sono i piccoli messaggi di testo. Però anche il mio telefono a suo modo è moderno e non si trova su nessun elenco telefonico. Pure il tuo numero non si trova sugli elenchi, ma lo conservo io, anche se chiamandoti risulti non raggiungibile. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

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domenica 2 novembre 2025

Perfezione

All’inizio è norma aggiungere, integrare, entrare in nuove e prima sconosciute relazioni, aprirsi al mondo, perché questo è obbligo per vivere. Poi, ad un certo momento per ognuno diverso, questa crescita raggiunge il suo massimo relativo, sempre modificabile e completabile, ma comunque rallenta e inizia un percorso idealmente quasi orizzontale. È l’età di mezzo, per alcuni. Infine arriva la parte discendente dell’immaginaria gaussiana, perfettamente logica e naturale in una vita per definizione finita. C’entra la felicità? Magari, ma non lo so. In ogni momento sono possibili gioie e dolori, delusioni e soddisfazioni, sino all’ultimo respiro. La perfezione ultima si raggiunge con una sequenza di sottrazioni, non necessariamente rinunce, piuttosto aggiustamenti. Come la giovinezza anche la vecchiaia non è una situazione patologica e ha le sue regole. Mutano i modelli e i parametri, aumenta la memoria e diminuisce il completamento, viene naturale fare a meno di certe opzioni e, con dolore, si deve dire addio alle persone care che se ne vanno. Anche gli altri, dopo, rinunceranno a noi, lo dovranno fare pur conservandoci nella memoria. Ciao, Viz.

                                                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 1 novembre 2025

Morfeo

Prendimi con te, accompagnami nella notte che si avvicina

Fammi vedere ciò che di giorno non vedo

Dammi la tranquillità di accettare le ombre

Fammele amiche

Elimina paure e dolori, fammi addormentare

Accetto l’aiuto anche della morfina

                                                                                                    Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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