Esiste, per me, un bisogno di luce, che si manifesta maggiormente quando quella del giorno diminuisce e le notti si fanno più lunghe. La cosa è condivisa da molti, immagino, altrimenti non si spiegherebbero le luminarie che iniziano ad anticipare il Natale forse troppo presto o, nei Paesi nordici, l’abitudine ad accendere piccole candele quando scende la sera per consumare il pasto della fine del giorno, e questo anche nel periodo estivo. In questo periodo le luci mi attirano, come i lumini dei cimiteri, i richiami discreti in certe vetrine e le finestre illuminate la sera, una delle mie debolezze da sempre. Ma anche in estate, quando si andava assieme alle sagre di paese o ai festival di partito, quel partito che con gli anni ha perso pezzi e sostenitori, e qui la tristezza non trova consolazione. Vorrei ricordare tutte le sere trascorse assieme illuminate in vario modo, anche dallo schermo di una sala cinematografica nella quale le immagini vengono mostrate dalla luce nel buio che circonda gli spettatori. Mille luci, attesa di festività che si avvicinano, un abbandono prima dell’ultimo Natale che tu non vivesti, quasi nove anni fa. La luce, in ogni sua forma, rappresenta la vita, la ricorda e la richiama, è un omaggio, un inchino rispettoso e da rispettare, allontanando le derive consumistiche e conservando solo il bello. Ciao, Viz, lo so, continuo a ripetere con parole diverse, da anni, le stesse cose.
Silvano C.©
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