Lo
dico chiaramente, servono entrambi. Servono sia i muri, di casa ad esempio, che
ci separano dall’ambiente esterno e ci difendono, e servono i ponti, per
permetterci di arrivare dove vogliamo arrivare, o dove è giusto arrivare, o
dove abbiamo la libertà ed il diritto di arrivare, per dirla nel modo più
chiaro possibile.
Dal
punto di vista esclusivamente biologico senza un equilibrio controllato tra ciò
che può entrare e ciò che non può entrare nessuna cellula attiva potrebbe
sopravvivere più di qualche minuto. Il suo metabolismo si bloccherebbe.
La
membrana cellulare ha questo compito essenziale, essere al contempo una barriera
per ciò che deve restare fuori o dentro ed un passaggio per ogni sostanza che
deve entrare o uscire.
La
biologia però non è la politica, né regola i rapporti tra stati, o pretende di
essere una guida per i rapporti tra esseri umani, tenta solo di spiegare come
sono organizzati i viventi, il suo compito è esclusivamente quello.
Nel
caso dei muri tra stati e del problema dei migranti la cosa è invece un po’
più complessa.
Complice
la crisi, che ci sta togliendo diritti fondamentali che sembravano acquisiti, complice
la perdita di potere degli stati nazionali nei confronti della finanza mondiale,
sempre più aggressiva, complice la denatalità che mette a rischio le pensioni
attuali e complice la mancanza di lavoro, che mette a rischio le pensioni
future dei nostri figli e dei nostri nipoti, ora la situazione diventa sempre
più difficile da sostenere.
Salvare
chi rischia di morire non può essere messo in discussione, né il dare accoglienza a chi
fugge da guerre e morte per fame, ma oggi, 3 ottobre 2016, giorno simbolico e
di doverosa riflessione, qualche cosa si è rotto.
Se
una ragazza chiede come si possono accogliere tanti profughi e dar loro lavoro
quando lei, una volta che uscirà dalla scuola, sarà disoccupata, non può
ricevere come risposta che creare lotte tra poveri è un modo sbagliato di porre
la questione.
Lei
ha il diritto di sapere che avrà aiuto dallo Stato nel quale è nata,
indipendentemente dal fatto che questo Stato accolga tanti disperati ed offra
loro condizioni di vita umane.
La
lotta tra poveri non l’ha voluta quella ragazza, lei cerca solo sicurezza ed un
futuro, possibilmente senza dover emigrare. La lotta tra poveri deve essere
evitata dando la possibilità ai giovani italiani di avere quanto hanno avuto i
loro genitori, che certamente non hanno fatto la guerra come i loro nonni o
bisnonni.
Il
rifiuto di chi viene a cercare aiuto deve essere superato senza far arrivare in
quartieri poveri e già con i loro problemi di sopravvivenza e malavita locale
anche profughi che vengono da altri paesi.
Non
è possibile dare la colpa del rifiuto a chi già paga pesantemente la crisi, e
accusare di atteggiamenti populisti chi semplicemente vorrebbe vivere
decentemente, esattamente come gli altri italiani che vivono in case belle e sicure, con
tutto quello che solitamente possiedono i ceti medio-alti.
Chi
permette questo stato di cose e non cerca di cambiare la situazione è il solo
responsabile dell’incomprensione crescente tra chi ha poco e chi non ha nulla.
Ed
ora parliamo pure di muri e ponti, se volete.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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