mercoledì 7 dicembre 2016

dopo

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Dopo ci sarà tempo per piangere, per i rimorsi, per ripensare alle mille cose non dette, non fatte, non intuite, scordate. Dopo, che arriverà, che è dietro l’angolo, ma dopo.
Ora è il tempo delle ultime volte, del vivere come se non ci fosse un domani, delle sfuriate senza un vero perché, o meglio, con un perché depistato. È il tempo del sorriso e della battuta idiota, del fingere, del dire e non dire.
Prima era diverso, prima c’era un dopo. Era primavera, era l’attesa di veder realizzati progetti. Ed ora i progetti sfumano. Se vedranno la luce avranno meno valore. In caso contrario importeranno meno.

Dopo non so come sarà. È difficile immaginarlo. Il dopo arriva sempre, per chiunque di noi, ma quando è annunciato, spiegato, atteso, tutto cambia. Attendere il dopo modifica ogni prospettiva. Trasforma anche le discussioni in diversivi. Toglie importanza a molto dell’oggi. Ma oggi ancora è qui, è presente, ed oggi va vissuto, al presente, come un animale senza un disegno, come un bambino che neppure immagina la sua vita tra una settimana.

Dopo sarà quel che sarà.

                                                                                                     Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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