Ci sono persone che meritano di vivere anche
dopo la loro morte. Questo è possibile? Non lo so. Non so nulla del dopo, ma so
che oggi qualcuno si guadagna il diritto di vivere anche dopo. Non siamo tutti
uguali, né da vivi né da morti, e dirlo, in certi momenti, mi sembra ipocrisia.
Meglio tacere, in alcuni casi, che il rispetto massimo sia solo silenzio e non
accusa postuma, inutile e dannosa. Certe persone meritano l’oblio, come se non
fossero mai esistite. Il solo citarle, pure se in negativo, le fa risplendere
agli occhi dell’ignoranza e della negazione dell’umanità intelligente.
Io poi non so giudicare, sono troppo emotivo ed
empatico, mi lascio trascinare dall’irrazionale. Quindi mi permetto solo di
trovare parole positive, in alcuni casi, sentendomi meno in colpa se sbaglio in
questo modo. Perché sbaglio, lo so che sbaglio. Se vivo sbaglio. Vivere è
sbagliare.
Ci sono persone che, in qualche misura, si sono
guadagnate un loro spazio anche dopo. Dopo, di loro, resterà solo polvere e
cenere? È possibile. Ma il ricordo, quello che hanno lasciato in chi li ha
conosciuti, un sorriso che hanno regalato, la vita che hanno salvato, quello
rimane, anche dopo. Rimane per sempre? Ancora una volta non lo so.
Mi verrebbe da dire: definiscimi sempre!
Da non credente mi arrampico sugli specchi per
tentare di immaginare una giustizia che non esiste. Come matematico mi
piacerebbe che ad ognuno di noi fosse dato un identico tempo e che poi, alla
fine, sommati e sottratti i momenti vissuti per noi e per gli altri, oppure
rubati senza alcun motivo, ci fosse un compenso tra dare ed avere.
Mi piacerebbe, insomma, perché ci sono persone
che lo meritano, o che non hanno fatto nulla per non meritarlo.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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