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Dopo ci sarà tempo per piangere, per i rimorsi,
per ripensare alle mille cose non dette, non fatte, non intuite, scordate. Dopo,
che arriverà, che è dietro l’angolo, ma dopo.
Ora è il tempo delle ultime volte, del vivere
come se non ci fosse un domani, delle sfuriate senza un vero perché, o meglio,
con un perché depistato. È il tempo del sorriso e della battuta idiota, del
fingere, del dire e non dire.
Prima era diverso, prima c’era un dopo. Era primavera,
era l’attesa di veder realizzati progetti. Ed ora i progetti sfumano. Se vedranno
la luce avranno meno valore. In caso contrario importeranno meno.
Dopo non so come sarà. È difficile immaginarlo.
Il dopo arriva sempre, per chiunque di noi, ma quando è annunciato, spiegato,
atteso, tutto cambia. Attendere il dopo modifica ogni prospettiva. Trasforma anche
le discussioni in diversivi. Toglie importanza a molto dell’oggi. Ma oggi
ancora è qui, è presente, ed oggi va vissuto, al presente, come un animale
senza un disegno, come un bambino che neppure immagina la sua vita tra una
settimana.
Dopo sarà quel che sarà.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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