Mi
sono avvicinato, ho appoggiato la testa vicino al tuo sorriso, e ho provato una
sorta di vertigine. Mi sono visto strappare dal terreno ed alzare come… come
non so spiegare a parole. Tu sola mi hai visto, nessun altro.
Sono
stato trascinato sempre più in altro, sino a indovinare il suolo come,
immagino, lo possano fare solo quelli più coraggiosi di me che viaggiano spostandosi
nel cielo trasportati da mostri enormi che consumano tonnellate di cherosene. Arrivano
più in alto degli uccelli ma, purtroppo per loro o per fortuna, sempre troppo
bassi per gli angeli e per la fantasia umana, che non ha alcun limite.
È
durata meno di un minuto, molto meno. Una vertigine senza perdita di
equilibrio. Un senso di distacco dal mondo che ora, ad un giorno di distanza perché
il fatto è avvenuto ieri, intuisco anche in modo diverso da come l’ho vissuto. Ieri
ho voluto o dovuto fermarmi prima di allontanarmi troppo dalla terra, non era
ancora il momento per farlo ed io incapace di capirlo. Oggi mi pento di non
aver voluto insistere un po’ per vedere meglio cosa succede tra le stelle. E mi
rimane la curiosità.
Niente
di mistico, credo, né una conversione da reparto geriatrico. Sono ancora
attratto dalla vita che vive e non da quella che rimpiange. Ammetto che ogni
età possa offrire frutti diversi, se si raggiunge una nuova età. Sono meno ateo
di un tempo perché perdo, con gli anni, un po’ di inutile integralismo. Divento
sempre più integralista tuttavia con gli integralisti, mi contraddico e li
mando cordialmente a quel paese.
Se
potessi, ma non posso…
E
poco fa, mentre tentavo di capire, di realizzare a che punto sono del giorno o
della notte, tu mi hai chiamato nel modo solo tuo. E mi manca quel modo. Ciao
Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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