domenica 13 gennaio 2019

scrivo



Scrivo troppo poco.
Mi manca un certo modo di scrivere.
Per scrivere in realtà scrivo, ma mi distraggo, perdo di vista la cosa essenziale. Scrivo d’altro ed altrove.
So che vivere è preferibile allo scrivere, ma questo valeva tempo fa, ora non vale più.
Ora scrivere è un modo anche per vivere, per farti vivere.
In parte mi fa ricordare quello che è stato, e tutto quello che mi aiuta ad avvicinarmi a ciò che mi interessa.
In parte mi fa dialogare con te, mi permette di trasformarmi, se possibile, nelle tue dita che battono sulla tastiera e fanno uscire le tue parole. Io spero che questo sia realizzabile anche se non saprei come  spiegarlo.
In parte mi fa immaginare un futuro diverso, come se tutto quello che avviene potesse materializzare ciò che scrivo.

Ed allora potrei raccontarti di un viaggio per cercare una soluzione, un viaggio in posti lontani, difficile da organizzare, costoso sia dal punto di vista economico sia per l’investimento emotivo e di speranza, iniziato in un giorno di disperazione e terminato in un giorno col sole, un giorno sereno.

A volte immagino che un elicottero in quel viaggio ci potrebbe stare, come ci potrebbe stare qualche strumento medico quasi da fantascienza, o persone buone e capaci,  attente, e poi mi perdo, perché trovo nebbia.

In che modo devo raccontartelo questo viaggio perché si possa realizzare sul serio? Dove sbaglio se quando scrivo non riesco a cambiare il mondo? E allora perché devo scrivere? Mi rispondi, Viz?


                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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