Oggi ho visto rose, ed ho pensato che è da
molto non te ne regalo una, quindi ritieniti virtualmente destinataria di un ennesimo
omaggio floreale. Una rosa rossa, non completamente sbocciata, col gambo lungo
il giusto e non tagliato troppo corto, destinata a durare solo pochi giorni
come ogni fiore reciso. La vita dura solo pochi giorni, perché una rosa dovrebbe
durare di più?
E non è vero che non ti parlo e non ti penso.
Sai che non è vero. Quando mi alzo arrivi tra i primi pensieri. Di giorno a
volte mi distraggo, o vedo gente, o semplicemente cammino, o telefono (poco),
ma poi penso a te. E parlo con te. Ti vado a cercare qui vicino dove sei.
Ora viaggio spostandomi meno fisicamente da
un luogo ad un altro. Quel tempo è in gran parte finito e non mi interessa
molto farlo rivivere ancora come se nulla fosse. Non ho più il fisico, e sai
come capirmi in queste parole. Viaggiare senza di te mi annoierebbe, mi
metterebbe tristezza o sarebbe privo di molti stimoli e allegria. E poi con chi
potrei litigare, di tanto in tanto, il giusto, l’indispensabile? Litigare con gli
altri è inutile, è perdere tempo. Gli altri si ignorano piuttosto che
litigarci, si accettano con i loro difetti, forse. Meglio nascondere con
attenzione i pensieri che spuntano di tanto in tanto e fanno capire le distanze.
Preferibile fingere di ignorare quello che a te avrei detto senza paure; qualcuno
si offenderebbe.
Ora viaggio ancora, non ho mai smesso in
realtà, ma viaggio in modo diverso. Viaggio spesso a pochi metri da casa, a
chilometri zero. Trovo un punto dove tu sei rimasta e da quello inizio a
vagare, mi allargo, scopro chi è legato a quel luogo, mi distraggo dalla mia vita
e mi immergo in quella di altri che hanno vissuto prima di noi. La piccola
storia personale diventa storia di una comunità, e quella poi un esempio di com’è
la storia vera che solitamente non è fatta di grandi personaggi e date e
trattati e guerre ma di operai, di zigherane, di padri di famiglia e di giovani
che in ogni luogo e tempo hanno cercato la loro strada. Magari di loro resta
poco, a volte neppure una piccola lapide, solo il ricordo di una casa che ora
non c’è più o di una tragedia collettiva.
E viaggio ancora, spesso con te. A volte mi
distraggo dagli altri, mi scordo spesso di telefonare, ma di te non mi scordo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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