However, when the last man is gone he will
remain a little hope, but this will disappear with the last woman who will
leave.
(Memories of a Repentant Player - Lionel de
Grand Luck Verney)
È inaccettabile – pensa. Infila la mano nella
tasca, impugna la Nano, la estrae, la punta alla testa dell’avversario e
l’uccide.
Il gioco fa parte della vita, tutti gli
esseri intelligenti giocano.
Giocano nelle fasi iniziali perché scoprono
il mondo ed imparano come rapportarsi ad esso.
Giocano coi loro simili per capire la società
che li attende.
Giocano da adulti, un po’ per distrarsi, un po’
per nostalgia ed un po’ per scoprire nuovi modi di esistere.
E alcuni umani giocano a scacchi.
Le regole degli scacchi impongono una
gerarchia antica perché lo stesso gioco da scacchiera avrebbe origini che
risalgono al sesto secolo, e un giocatore moderno non può che accettare tali
regole se vuol disputare qualche partita. O almeno questo sarebbe richiesto.
Lui però arriva a conclusioni diverse, e ci
arriva dopo una vita intera sprecata nelle ricerca dell’impossibile
e, poi, nella ricerca del tempo perduto. Ora non è oggettivamente vero che lui
abbia sprecato la sua vita, perché ogni attimo vissuto ed ogni persona
incontrata, ogni errore commesso ed ogni risultato raggiunto, ogni tentativo ed
ogni esperienza lo hanno formato e modificato. E lei, certamente, non è stata
inutile.
Il pensiero gli arriva pian piano, e si fa
strada per mostrargli alla fine una scacchiera ed una partita che sta per
concludersi. Non ricorda come è arrivato a quel momento decisivo, neppure sente
le parole: scacco matto! Non le sente perchè prima è avvenuto ciò che non doveva avvenire.
Un semplice alfiere nero ha ucciso la sua
Regina bianca, e lui ha una reazione di rifiuto. La Regina non è sacrificabile. Il pedone
è sacrificabile, lo sono la torre, l’alfiere, il cavallo ed il re. Ogni altro
pezzo è sacrificabile, non la Regina.
Le regole sono sbagliate da secoli, indotte
da una cultura nella quale lui non si riconosce da tempo, ed oggi, da oggi, lui
le cambia.
Nessuno può uccidere la Regina, quando la Regina muore è finita ogni cosa, se si perde la Regina si perde la partita.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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