Dicono che le donne siano più forti di fronte
al dolore, lo sappiano affrontare con più senso pratico e di sacrificio,
sappiano reagire cercando il positivo che ovunque si nasconde e che quindi
sappiano andare avanti a volte malgrado la logica apparentemente contraria. Forse
questo le rende vittime più facili attirando su di loro la violenza ottusa di
chi vorrebbe in qualche modo piegarle, soggiogarle e farle più deboli. Io non
so quanto sia vera questa seconda considerazione.
Dicono che tu sapevi nascondere quello che
soffrivi e non volevi pesare in questo su di me. Lo dicono quelli che ti hanno
conosciuta, ed io lo confermo. Ne ho avuto prove ed ancora ne trovo se mi
arriva il coraggio di cercare, che mi manca sempre perché mi spaventa quello
che poi potrei trovare, o solo per il motivo che andrei a smuovere un’acqua
profonda e farei affiorare i miei incubi, i miei ricordi, i miei rimpianti e la
tua assenza micidiale.
Dicono che devo andare avanti, che devo
vivere, che tu lo vuoi, o lo vorresti, che il senso della vita è vivere, che devo
avere la forza che avevi tu (come se fosse facile) e quindi perdermi meno nelle
piccole contrarietà giornaliere e puntare maggiormente su ciò che conta veramente.
Tu sapevi ignorare le mie sfuriate per motivi di poco conto ma eri in grado di
impegnarti davanti ai pericoli seri, alle necessità vitali e vedevi più in là,
in un futuro che ti aspettava al varco da traditore.
Dicono che in realtà non è finito tutto, che
ho molto grazie a te, che mi hai dato prima di ogni altra cosa un motivo
fondamentale. È vero, e te ne sono grato, ma non mi basta, sono incontentabile.
È durante certi giorni particolari che avrei maggiormente necessità della tua
parola, durante certe feste, quando arrivano anniversari ed altri momenti che
tu rendevi essenziali, unici, memorabili. Non ne scordavi una di queste
giornate, ed io non sono al tuo livello, non ci potrò mai arrivare, mi devo
rassegnare ad essere quel poco che sono.
Dicono che.. dicono tante cose vere e tante
che vere non sono. Io alcune le so distinguere e classificare per ciò che sono
ma con altre sono confuso, e mi perdo. Ora poi ho perduto il mio riferimento
politico, sono uno di sinistra senza più una sinistra, distrutta dalla
disaffezione di troppi e dall’egoismo di alcuni, dalle divisioni continue, dalla
paura creata artificialmente e dalla realtà economica troppo dura, dall’emergere
dell’animo opportunista che perde di vista l’insieme dell’Italia per puntare
solo sulla soluzione del proprio caso personale. È una tragedia nazionale che
però non ha, per ora, soluzione, ed io penso alla mia tragedia personale, così
una tragedia mi distrae dall’altra, e non capisco più a quale dovrei dedicare
maggiormente il mio tempo.
Quello che dicono mi interessa, certo, ma mi
interessa maggiormente quello che vorrei mi dicessi tu.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.