Cosa
ho sbagliato, cosa ha sbagliato mio padre, cosa sta sbagliando mio figlio, in
cosa sbagliano in tanti e, prima di ogni altra domanda, di cosa abbiamo
veramente bisogno?
Sono
stato fortunato, essendo nato molto tempo fa ma dopo la fine della seconda
guerra mondiale ed in un momento di preparazione al boom economico e
dell’esplosione dell’orgoglio nazionale, quello sano, non quello della
propaganda mussoliniana. Spero sia ancora nella storia collettiva l’edizione
memorabile dei Giochi della XVII
Olimpiade, a Roma, nel 1960, oppure il ricordo dell’affondamento del nostro più
bel transatlantico, l’Andrea Doria, avvenuto l’anno prima. Quello fu un momento
di grandi speranze e dell’inizio di grandi disastri, ambientali, sociali ed
economici, ma allora non si percepiva con lucidità il rovescio della medaglia del
miglioramento oggettivo delle condizioni di vita di tutti. Io, ad esempio,
figlio di operai, ho potuto laurearmi grazie al sacrificio dei miei ed al
consiglio del maestro dato alla mia famiglia di farmi studiare. In quel periodo
tutti potevano ambire a costruirsi o a comprare la casa, ad avere prima la moto
poi l’auto, a far studiare i figli, a migliorare la propria condizione
economica, a vedere il domani con ottimismo. E questo bastava, era ciò che
chiedevamo.
Il PCI era una grande forza, contrastava il governo
democristiano e sapeva intercettare i bisogni dei lavoratori, perché allora i
lavoratori c’erano, il lavoro non mancava, bisognava solo migliorarne le
condizioni e far guadagnare di più la classe operaia redistribuendo il reddito.
Erano anni nei quali i dirigenti ed i grandi imprenditori guadagnavano di più,
certo, ma sapevano anche moderare le loro pretese, e lasciavano ai loro
dipendenti, in proporzione, molto più di ora.
In quel tempo essere di sinistra era normale per la
mia famiglia, eppure, eppure, dove il governo locale rosso dominava
incontrastato non di rado cadeva nelle stesse debolezze del governo centrale a
guida bianca, e così avveniva pure nella mia città natale di provincia. Ma le
idee comuniste erano giuste anche se talvolta applicare male, e stavano dalla
parte della domanda di equità, solidarietà e giustizia che veniva dai meno
fortunati.
Poi le cose iniziarono a guastarsi. Vennero anni
difficili di grandi lotte e conquiste civili ma anche di contestazioni
studentesche, di terrorismo brigatista rosso, di indebitamento pubblico sempre
più veloce, di rinascita di movimenti fascisti e di conseguente terrorismo
nero. Qui, sul terrorismo, occorrerebbe un’analisi più approfondita, ma mi
limito a dire che il colore del terrorismo non sempre era ed è facilmente
definibile; il rosso brigatista non si poteva giustificare quando attaccava
rappresentanti sindacali o esponenti della DC (si pensi solo ad Aldo Moro)
aperti al dialogo con la sinistra del PCI guidato da Berlinguer, che infatti
condannò chiaramente le BR.
Il massimo successo del PCI prima dell’inizio del
suo inarrestabile declino avvenne con le elezioni successive alla morte
drammatica di Berlinguer e dei suoi funerali, ma non tutti coloro che in quel
momento lo piansero seppero raccoglierne l’eredità, e nessuno, questa è una mia
riflessione, può azzardarsi a sostenere che oggi, in questa situazione politica
contingente, lui direbbe o farebbe questo o quello. Lui ha vissuto il suo
tempo, ha realizzato strappi con la sua storia e quella del suo partito, ha
operato scelte non condivise da tutti i comunisti, ed oggi non si può dire con
certezza cosa farebbe se potesse vedere quello che succede.
Sono in tanti a contendersi la correttezza
dell’interpretazione delle sue idee ma nessuno lo fa in modo legittimo. Rimane
un’operazione politica che non ha possibilità di verifica come continuità di
azione da allora ad oggi, perché Berlinguer è morto nel 1984, trentaquattro
anni fa, ed il mondo da allora è cambiato radicalmente.
Ciao compagni, quindi, ve lo dico con dolore e
rabbia, con un forte senso di sconfitta e consapevole di non avere la Verità ma
anche del fatto che neppure voi l’avete, e malgrado questo vi ritenete compagni
più di me, più fedeli all’idea originale. Quando il PCI iniziò a mutare, a
cambiar nome, a far sparire il rosso dai suoi festival de l’Unità, a cambiare
pelle, a subire scissioni sempre più laceranti ed a finire in un
partito-coalizione col vecchio antagonista, o con la sua parte più illuminata
ed aperta alla sinistra, ormai l’ideale compromesso storico berlingueriano si
era realizzato, oppure, secondo altri, il PCI era finito sotto il potere della
destra, malgrado nel PD di oggi ci siano ancora in molti che si rifanno al PCI
di allora. Ma qui si entra nell’attualità e nella polemica del prima e del dopo
elezioni 2018, delle divisioni recenti della sinistra, della vittoria del
centro-destra, della Lega e del movimento non-di-destra-né-di-sinistra, della
sconfitta del PD e di tutti quelli che in coalizione o fuori si rifanno
esplicitamente ai valori di sinistra.
Cosa si è sbagliato? Chiederselo adesso è tardivo ma
serve per aggiustare il tiro ed andare avanti e se si crede che la sinistra
abbia un futuro e che possa influenzare le scelte dei governi a venire. I
bisogni fondamentali delle persone non sono stati capiti oppure non si è stati
capaci di spiegare e motivare adeguatamente il perché di certe scelte. Queste
sono state vissute come calate dall’alto e mai nell’interesse generale. Qui apro
una breve ma necessaria digressione metodologica, esemplificativa del modo di
affrontare i temi attualmente. Il problema dei vaccini. Alcuni pensano che
debbano essere liberi, che siano un potenziale pericolo per chi vi si sottopone
e un aiuto immeritato alle aziende. Eppure la salute pubblica, anche dei
soggetti più deboli, è legata al comportamento generale ed a come il Paese se ne
sa far carico per educare la collettività al bene comune. Se l’ombrello di
copertura vaccinale scende sotto una certa soglia chi non può vaccinarsi per
problemi medici sarà esposto al contagio e, in qualche caso, alla morte. È successo
di recente col morbillo. Due morti in Italia nei primi mesi del 2018, e 1/3 di
tutti i casi di morbillo in Europa solo nel nostro Paese. Quindi il governo
deve imporre la vaccinazione, lo dicono tutte le fonti scientifiche, ma la
rete, con i suoi imbonitori e le sue notizie fasulle e non verificabili frutto
di interessi egoistici crea una cortina fumogena e si crede che sia giusta la
libertà di scelta. Ed alcuni partiti accompagnano la paura della gente per
incassare voti a scapito della salute anche di chi li vota. E chiudo così la
digressione, perché evidentemente anche sui vaccini il messaggio corretto non è
passato, ed i no-vax continuano ad ottenere visibilità al pari di premi Nobel e
scienziati di fama internazionale.
In questo modo la sinistra non ha intercettato nel
modo giusto le domande di chi cerca lavoro o lo perde, di chi vuole sicurezza
anche emotiva, di chi non vuole vedere stranieri perché li percepisce come
invasori e unica causa del degrado, di chi ha investito per comprare casa e poi
si vede il proprio investimento svalutato non solo dalla crisi ma anche dalle
peggiorate condizioni di vita della zona dove vive, del giovane che deve
espatriare, di chi non vuol studiare la storia e pensa che la situazione possa
peggiorare se non si butta tutto quanto anche di positivo è stato fatto. La sinistra
si è trincerata nei quartieri bene delle varie città mentre le periferie sono
cadute preda di chi ha raccolto, a parole, le loro richieste. Ma se io ho lo
spacciatore sotto casa, se di notte non posso uscire tranquillo, se vedo i
diritti acquisiti dalle donne in Italia messi in pericolo dagli immigrati di
altra fede ed altre consuetudini, se la mia stessa cultura è percepita come
minacciata ho ben poca voglia di ascoltare discorsi tolleranti e di buon senso.
Se poi la televisione ed i media concorrono a soffiare sul fuoco della
disinformazione o dell’informazione parziale e se la rete contribuisce a creare
gruppi organizzati di disinformati che si fanno forza uno dell’altro il gioco è
fatto, tutto o quasi sembra perduto.
Nulla è facile e nelle possibilità di ognuno. Progettare
un ponte prevede studi approfonditi. Curare una neoplasia richiede una
specializzazione specifica. Viaggiare in orbita terrestre pretende anche un
fisico adatto. Pure cucinare una buona pasta e fagioli non è cosa per tutti. Ognuno
deve fare il suo mestiere, ma questo sembra ormai esattamente l’opposto di quello
che in tanti credono, e cioè che il tumore si curi con le mele, che uscire dall’Euro
sia cosa facile ed indolore (esattamente com’è facile allenare la nazionale di
calcio), che il politico debba solo essere onesto, non competente, e che
espulsi tutti i clandestini (che io non so neppure immaginare come fermare,
prima ancora di reimpatriarli) noi torneremmo ad essere una comunità felice e solidale.
Io so che il PD non ha saputo dare le risposte o non
le ha fatte capire, altrimenti avrebbe avuto i voti, e questa è la sua colpa
che faccio mia e non l’attribuisco a Renzi, anche se io non l’ho mai votato
alle primarie. Io ho votato il PD, quindi io ne condivido colpe e meriti (se ne ha).
E concludo con una riflessione attuale. Ora non so se avremo un governo o no a breve. Io
vorrei che il PD ne restasse fuori, come hanno chiesto gli italiani, malgrado
sia da sempre convinto della necessità del dialogo.
In questa fase una coalizione ha vinto, e due
partiti hanno vinto la maggioranza relativa, uno nel Paese ed uno nella sua
coalizione vincente. A noi l’opposizione viene quasi per diritto-dovere, rispettando
la democrazia. Mi spiace solo che alcuni a sinistra-sinistra mi trattino da
nemico, mentre io li ritengo compagni.
In futuro posso suppore che il movimento prima o poi
faccia chiarezza su alcuni temi che dividono destra e sinistra come il lavoro,
l’accoglienza, i diritti civili e vari altri, ed io aspetto per vedere gli
eventuali sviluppi di questo chiarimento perché è sbagliato pensare che questi temi non siano di
destra e non siano di sinistra.
Io dalla sinistra e dal PD vorrei una risposta
chiara (osservabile nei fatti) su molte questioni per le quali siamo stati
battuti, e che non sono in grado di suggerire né di elaborare in modo completo
e credibile. Ad esempio come è possibile conciliare l’accoglienza dei migranti
sia con il lavoro del volontariato e dell’umanità della visione cattolica sia
con le esigenze di ordine sociale che prevedono l’applicazione ferma di leggi
che tolgano interi quartieri dal controllo della malavita straniera che spaccia,
dominata però, occorre dirlo, da una mente italiana ed alimentata da
consumatori chiaramente italiani. Per il
resto attendo. Ciao, compagni.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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