mercoledì 22 giugno 2016

sintesi





L’immagine del post è tratta da il Resto del Carlino di Ferrara del 21 giugno 2016, ed è stata gentilmente messa a disposizione su Facebook da un amico di Ferrara, Raffaele Rinaldi, che ringrazio perché non tutti hanno la possibilità di venire in possesso di quel quotidiano. Sulla stessa pagina, come si può vedere, si è tentato di dividere le opinioni tra chi è PRO e chi è CONTRO.

Prima di tutto dico che istintivamente sto dalla sua parte, il PRO, che è quella della ragionevolezza e dell’accoglienza con giudizio, di chi cerca soluzioni e non motivi di tensione.
I punti sui quali concordo maggiormente e sui quali è stato invitato a dire la sua opinione sono quelli che riguardano la necessità di non semplificare inutilmente un tema complesso, la visione di frontiere a volte come barriere interne, la necessità di non dividerci in buoni e cattivi, e, infine, l’idea che ad aiutarci contro l’immigrazione problematica possano essere gli stessi migranti che in tal modo prima di tutto otterrebbero una maggior integrazione e poi diventerebbero la nostra prima è più importante difesa. In altre parole concordo su tutto.

Poi ho iniziato a leggere (in modo prevenuto, lo ammetto) il CONTRO, e mi sono sentito in parte deluso. Non ho letto opinioni dichiaratamente razziste, anzi, ma non raramente puro e semplice buon senso. Ad esempio condivido, nelle parole di Paolo Spath, la considerazione che l’Europa accoglie con sempre maggior difficoltà i migranti, l’osservazione che serve una maggior collaborazione internazionale (ad esempio tra Stati, Onu e Nato), che occorre combattere contro l’organizzazione (internazionale) degli scafisti e che sia sbagliato creare ghetti.

La cosa interessante poi è il punto di contatto evidente tra i PRO ed i CONTRO. Entrambi gli intervistati fanno chiaramente capire che una soluzione del problema passa attraverso il coinvolgimento dei già residenti da tempo nel territorio, cioè nel coinvolgimento delle varie comunità per una seria lotta contro i reati ed una maggiore integrazione.

Poi le posizioni si dividono, è evidente, ma a me leggere che un ghibellino non si trova del tutto opposto alle posizioni di un guelfo fa ben sperare per il futuro. La ragionevolezza probabilmente sta nel non cercare lo scontro né con gli immigrati né tra le diverse posizioni dei ferraresi (e degli italiani ovviamente) chiamati, volenti o nolenti, a vivere questo nostro tempo.

Sempre con Ferrara nel cuore.
                                                                                             Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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