Non
si comporta come la maggior parte degli strumenti di misura (chiedo scusa se
tratto la meridiana come se avesse una personalità e fosse dotata di propria
volontà, anche di comunicare). La meridiana in oggetto, che si trova a Roveto
ed è visibile dal ponte Forbato, quello sotto il Castello, fa uso di una modalità che
oggi viene definita metacomunicazione.
Oltre
ad indicare l’ora, come un qualsiasi moderno orologio, ci fa riflettere che
esiste pure lei, tra noi e ciò che vogliamo misurare.
Non
potremmo in alcun modo avere indicazioni del tempo con un minimo di precisione se
non avessimo anche strumenti di misura, e pure questi possono sbagliare,
esattamente come possiamo sbagliare noi umani.
Sono
quasi certo che lei si limita a questo, e che non raccoglie dati da noi che
passiamo e la guardiamo, facendola un po’ felice dell’attenzione che le
dedichiamo.
Sono
altrettanto quasi certo invece che ogni moderno strumento digitale,
specialmente quelli costruiti negli ultimissimi anni, con l’apparente ed
innocente intenzione di darci un servizio e fornirci la misura di qualche cosa,
non si limita a questo, ma fa la spia con qualcun altro che ci sorveglia, a suo
esclusivo vantaggio. Le applicazioni per Smartphone appartengono a questa
tipologia di strumenti virtuali, ma io inizio a sospettare pure del
contachilometri della mia auto, della mia fotocamera che conteggia gli scatti,
della bicicletta elettrica che mi spiega l’itinerario, del contapassi, e quasi
quasi pure del frigorifero e del forno elettrico.
Ora
la meridiana è al suo posto, e non sa nulla di me. Pure l’auto è in garage, ma
sa molte cose di me, e alcune di queste non le conosce neppure mia moglie
mentre io magari me le sono già scordate, ma lei no.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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